La situazione di “stato di polizia” evocata (ed ottenuta) insistentemente e quotidianamente da Governatori Regionali come unica “panacea” per combattere il virus e progressivamente realizzata tramite decreti governativi non sempre lineari e coerenti con le ordinanze regionali, impedisce di dare spazio a notizie ed articoli “non allineati” con gli incalzanti aggiornamenti che ruotano intorno alla “pandemia”.
Faccio un passo indietro, evitiamo valutazioni soggettive, restiamo ai fatti. Aggiungo solo che sono abbastanza schifato ormai da un certo modo di fare politica (…), votato – sembra – al più lugubre ricatto piuttosto che alla costruzione di valore futuro per il Paese. Dunque, per farvi capire dove il Vs. Paese sta andando, onde enuclearmi da qualsiasi considerazione politica, vorrei asetticamente paragonare l’attuale NADEF in via di approvazione [piano economico e finanziario, con le note] giallorosso (M5S+PD+LeU+Italia Viva) con quello presentato dai gialloverdi (M5S+Lega) l’anno scorso. Come vedrete ci sono sorprese, nel senso che non ci sono “sorprese”: ossia incredibilmente i due NADEF sono estremamente simili, quasi uguali direi, nonostante la propaganda interessata, alimentata da media sempre troppo faziosi e soprattutto entropici, voglia far credere il contrario.
L’evasione fiscale è un problema, corretto. Probabilmente però non lo è per come ce lo vogliono far percepire. Nel senso, ad esempio la Germania aveva un’economia sommersa di 330+ miliardi di euro nel 2017 ma nessuno a Berlino o in Baviera si straccia le vesti (e qui nessuno lo dice…). Ben ricordando come NON esista nessun paese al mondo in cui l’economia sommersa, ovvero l’evasione fiscale, è prossima allo zero (l’economia sommersa dell’Austria, la prima della classe in EU, è attorno all’8.5% del PIL, ndr).
Riteniamo che sia necessario chiarire i contorni della manovra finanziaria. Notiamo infatti che i media fanno di tutto PER NON FARE CAPIRE la vera entità del provvedimento rispetto ai risultati ottenuti. Dunque, vorremmo provare a comparare le due manovre, quella gialloverde e quella giallorossa, per evidenziare le differenze. Fattualmente. Tenendo presente che quest’anno ci sarà la necessità di copertura IN TOTO, ossia non per solo per una parte dell’anno, delle riforme sul reddito di cittadinanza e su quota 100 introdotte dallo scorso governo. Alla fine trarremo le conclusioni, che possiamo anticiparvi: è impossibile abbassare le tasse restando nell’euro. Ovvero, impossibile fare crescita senza abbassare le tasse. O anche, la gente così tassata e con stipendi sempre minori non fa figli!
Il futuro dell’Italia nell’euro passa inevitabilmente per un aumento esponenziale delle tasse!
A Canossa, a Canossa! Ci stiamo arrivando: gli italiani si dice che non vogliano uscire dall’euro. Lo sanno tutti ormai che anche la Lega aborrisce l’ITALEXIT, anzi non c’è proprio più nessuno che parla di uscita dall’euro, nè Borghi, nè Bagnai, nè Rinaldi (il famoso BaBoRi). Tutta gente che ha costruito la propria immagine sull’ITALEXIT ed invece oggi si rimangia la parola data: oggi il nuovo slogan per fregare i votanti è diventato che “si vuole cambiare l’EU dal di dentro“. Si si… Ossia, era tutto uno scherzo! Anzi, una vera presa per i fondelli, direi…
Redazione: Megas Alexandros, anche lui italiano basato all’estero, ci sta facendo riflettere su come potrebbero essere utili corrette applicazioni di ricette economiche oggi anche da noi trascurate (ossia definendo previamente, in modo corretto e quindi rispettando le cd. “Boundary Conditions”, metodo di lavoro troppo spesso trascurato dagli economisti). Come ben sapete non abbiamo voluto affrontare le teorie MMT in quanto riteniamo cascherebbero sull’inflazione, che non può essere controllata a priori (…). Parimenti riconosciamo l’effetto deflattivo globale cinese degli ultimi 20 anni che, a pena di deindustrializzazione nel mondo occidentale, ha abbassato i prezzi di produzione di molti beni di consumo grazie all’immensa forza lavoro relativamente sottopagata dell’ex Impero Celeste resa disponibile dal globalismo più spinto; dunque tale spinta deflattiva auspicherebbe l’applicabilità di dette teorie, che però necessitano di valuta sovrana, ossia restano comunque precluse all’Italia (…). Sarà certamente un percorso interessante quello che intraprenderemo, a partire dall’analisi delle proposte economiche leghiste ad esempio.
Il mio voto passerà dalla Lega al M5S alla prossima elezione. PD e FI sono un non contest, la Meloni la stimo e rispetto ma deve ancora dimostrare di essere autonomamente vincente. Scegliere tra gialli e verdi è secondo chi scrive un obolo, senza preclusioni alcune, giusto per cercare un indirizzo non di appiattimento socio-economico, anche all’EU (mia opinione). Ossia, con tale fine in mente si può scegliere l’uno o l’altro, va bene.
Ho apprezzato Borghi in diverse occasioni. Più per il suo approccio che per il suo tecnicismo economico, a dire la verità. Questa sera in un confronto su Rai2 (“Povera patria”, bel titolo) l’ho sentito difendere strenuamente la TAV. Onestamente mi è spiaciuto. Immagino che il Borghi debba difendere un ordine di scuderia della Lega, che vuole la TAV a tutti i costi (spero che questo non derivi dal voler difendere a tutti i costi il business dell’ex ministro Lunardi, la cui Rocksoil è uno dei principali contractor dell’opera della Valsusa).