Mi sono chiesto più volte quale sia stata la vera genesi dei gilet gialli, movimento di protesta francese che sembra nato dal nulla; e che poi ha catalizzato grandi rivolte di piazza in terra francese. Come abbiamo visto in passato, esistono seri dubbi sul fatto che i Gilet gialli siano un fenomeno propriamente spontaneo; certamente possiamo dire che – comunque – è stato ben “incanalato”, o così sembra (sotto all’Arco di Trionfo durante le proteste in barba a qualsiasi controllo delle forze dell’ordine non ci si arriva per caso, ma solo perchè è stato “permesso” da qualcuno). Non posso fare a meno di ricordare una massima di un mio grande maestro del passato: le rivolte violente di piazza avvengono solo se ci sono finanziatori occulti. Ecco, forse – senza andare oltre – abbiamo dato un significato più concreto al fenomeno gilet, rispetto a quanto probabilmente sta dietro la cortina (…).
Pensandoci bene, lo stesso dubbio sulla genesi me lo sono posto anche per il Movimento 5 Stelle di grilliana memoria. A ben guardare, mi sovvengono alcuni articoli facilmente reperibili in rete che riportano come, durante un’intervista di Mentana del 1992, giornalista che fu vicinissimo all’ambasciatore USA Reginald Batholomew (plenipotenziario USA durante Tangentopoli), Beppe Grillo venne scorto scendere dal famoso Britannia, nel 1992, vedasi un LINK fra tanti. A tale evento si dice abbia partecipato il fior fiore dell’intellighenzia italica, “…Mario Draghi, Mario Monti, Emma Bonino, Giuliano Amato, vari esponenti della famiglia Agnelli, il presidente della Banca Warburg, Herman van der Wyck, il presidente dell’ Ina, Lorenzo Pallesi, Jeremy Seddon, direttore esecutivo della Barclays de Zoete Wedd, il direttore generale della Confindustria, Innocenzo Cipolletta e decine di altri manager ed economisti internazionali, invitati dalla Regina Elisabetta in persona…”
Capito chi c’era sul Britannia, anche le fulgide carriere che sono seguite forse si spiegano meglio (…).
Ma non sviamo dall’argomento. Abbiamo intravisto alcune interessanti correlazioni (…). Che poi Beppe Grillo sia stato (spesso) vicino all’ambasciata britannica in Italia lo conferma il comico stesso, ad esempio in una intervista al Corriere della Sera del 21.03.2014. Non fraintendete, nulla di grave ad avere legami di così alto bordo; quello che voglio evidenziare è che, sì, effettivamente il movimento dei grillini ha visto il suo fondatore molto vicino a certi ambienti inglesi in Italia (per uno che conosceva la famiglia di Edgardo Sogno – come chi scrive -, questo significa qualcosa).
La parte più interessante sta però nella definizione: chi ha battezzato il governo attuale GIALLO-verde? Come i Gilet GIALLI, battezzati invece all’estero? Certamente non chi scrive, che aveva invece preferito un più materiale “Governo di Steve Bannon”.
Possibile cotanta casualità? Giallo su Giallo? Estero su Italia?
Molto strano, in effetti andrebbe verificato chi per primo affibbiò la definizione GIALLO-verde al nuovo governo italiano, giusto per fare qualche considerazione più conclusiva.
Ma, analizziamo la genesi ed il fine dei vari movimenti GIALLI, colore che accomuna – per ora – la protesta violenta della Francia alla protesta politica ovvero pacifica dell’Italia (possiamo scommettere che il GIALLO si espanderà presto ad altri Paesi, certamente al Belgio, forse anche oltre): diciamo che altri movimenti di protesta organizzata nasceranno, ne sono certo. Restando all’Italia, dobbiamo chiederci chi ha finanziato il movimento grillino… O meglio, chi ha “organizzato” il M5S? E da chi costui traeva il denaro necessario, parlo della Casaleggio ed Associati naturalmente?
Vi prego di fare attenzione, sto solo facendo delle domande anche a me stesso, sebbene con metodo (quello di Giovanni Falcone, per intenderci).
Sul movimento francese non possiamo ancora sapere nulla di preciso ma possiamo fin d’ora azzardare che ambienti militari francesi abbiano strizzato l’occhio ai gilet gialli durante la protesta, come candidamente ammesso da un paio di generali francesi in pensione, se non sbaglio. Addirittura è stata ventilata la possibilità lato gilet di sostituire il capo del Governo con il generale De Villiers, precedentemente defenestrato da Macron.
La domanda se le proteste francesi siano state organizzate ad arte come vedete non l’abbiamo nemmeno posta in quanto al momento è impossibile dare/avere una risposta. Certamente invece, per il M5S, la nascita del movimento GIALLO italico ha avuto fin dall’inizio l’obiettivo di incanalare la protesta italica proprio per evitare che si facesse quanto fatto dai colleghi francesi, andare a strillare in piazza armati di bastone, fionde ed anche di peggio.
Notasi che le proteste extra EU si chiamavano primavere arancioni, colore tutto sommato simile ma riservato ai paesi non EU, sembrerebbe.
Mi fermo, forse potendo azzardare che la matrice da cui sono nati i due movimenti GIALLI in Francia e Italia possa essere molto prossima se non addirittura la stessa; ma con la scelta di due approcci diversi, i più adatti ai rispettivi paesi oggetto di trattamento.
Aggiungo solo due note di cronaca: in questi giorni di voto della legge di bilancio al Parlamento italiano, abbiamo visto un’inaspettata debacle del governo GIALLO-verde vis a vis con l’EU, governo che inopinatamente ha mollato praticamente su tutto. Una vergogna, proprio mentre invece i gilet GIALLI – anche con la violenza di piazza – hanno ottenuto molto da Macron. Ossia, abbiamo la conferma che il M5S ha la sua ragion d’essere proprio nell’aver evitato gli scontri fisici aperti, come in Francia (restando però con un pugno di mosche).
In secondo luogo sembra che stiamo assistendo al suicidio organizzato della Lega, che per bocca del suo Capitano Matteo Salvini – vicinissimo alla francese “nera” Marine Le Pen – si è tragicamente rimangiato tutto quanto promesso solo poche settimane prima, perdendo molta credibilità. Temo sarà una lunga guerra di posizione, ben sapendo che il tempo gioca a sfavore del legista ossia dell’Italia.
Sembra davvero una trama già scritta, che dite?
Mitt Dolcino
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