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Home » La Svizzera insegna al mondo come programmare il cambio di tecnologia automobilistica, post motore a scoppio (il futuro non sarà elettrico, ndr): a Basilea le auto a ciclo termico saranno vietate dal 2050 (ma previa referendum popolare)

La Svizzera insegna al mondo come programmare il cambio di tecnologia automobilistica, post motore a scoppio (il futuro non sarà elettrico, ndr): a Basilea le auto a ciclo termico saranno vietate dal 2050 (ma previa referendum popolare)

mittdolcino by mittdolcino
15 Marzo 2022
in Dal mondo
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La Svizzera insegna al mondo come programmare il cambio di tecnologia automobilistica, post motore a scoppio (il futuro non sarà elettrico, ndr): a Basilea le auto a ciclo termico saranno vietate dal 2050 (ma previa referendum popolare)
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La Svizzera si sta confermando il Paese più democratico al mondo, almeno in tema istituzionale e di fattiva soluzione di problemi contingenti.

Libro edito nel 1936. Poi invece… (tanto per far capire i veri drivers)

Or dunque, oggi noi stiamo discutendo sul futuro della mobilità post motore a scoppio, futuro che è rimasto intimamente legato per 75 anni ed oltre al successo globale statunitense visto che, dopo la seconda guerra mondiale, il petrolio ha trainato tecnologia e consumi oltre che benessere. Ancora oggi i paesi con alta densità di auto sono i paesi più ricchi, non è un caso (Yalta aveva espressamente precluso precisi accessi strategici a Germania e Giappone, tra cui l’oro nero, ndr).

Dunque, ecco inquadrato il framework dell’attacco al dominus USA dei nostri giorni, ad es. da parte di chi non ha potuto creare la sua filiera causa sconfitta bellica non può prescindere dallo switch verso una nuova tecnologia di mobilità, ricordando che la CO2 non c’entra nulla con l’inquinamento (infatti la CO2 tecnicamente NON è un inquinante ma un effetto del riscaldamento globale, ma questa è un’altra storia, …).

 

Si sappia che la Russia non sarà certamente la candidata ad essere il carnefice americano, anzi in prospettiva sarà sempre più alleata occidentale a causa della sua innegabile radice cristiana e, appunto, occidentale; infatti la sua carenza di abitanti non le può permettere di giocare un ruolo da dominus non tanto militare ma economico. Ossia la Russia vive dei consumi e delle economie degli altri, vista la sua natura di riserva di materie prime. Chiaramente in tale contesto è la Cina l’attore emergente, la quale sta – sotto traccia – facendo qualcosa di cui dovremo tenere da conto nei prossimi decenni. Ossia, mentre l’Occidente sta distruggendo la classe media, la Cina la sta creando. E la guerra vera si fa solo quando la classe media è coinvolta nella partita, perchè ci crede. Le classi basse mandate al macello come succedeva nell’800 non erano nè sarebbero oggi efficaci, proprio perchè non avevano e non avranno nulla da guadagnare dalla guerra (…).

Or dunque, in tale contesto qualcuno che vede più in là degli altri sa benissimo di non poter avere oggi perfettamente chiaro chi vincerà nello scontro tra titani per accaparrarsi il mondo futuro, ossia quello basato sull’economia e sui consumi del nuovo macrotrend globale che sposterà (forse, chi scrive ritiene di no) le sorti geostrategioche del pianeta. Questo paese, particolarmente lungimirante sia come strategia che come metodo, si chiama Svizzera. Il quale essendo conscio che non può essere per nulla chiaro, oggi, chi – e soprattutto come – sarà il soccombente, ossia se il dominus tradizionale continuerà ad essere appunto dominus o verrà affiancato da altri soggetti parimenti potenti, almeno in porzioni del globo, decide di affrontare il problema in modo da garantire i minori danni possibili al proprio sistema Paese. Tradotto, la Svizzera decide oggi ma solo per implementazione nel lontano 2050, fra 31 anni! CHAPEAU!

 

La Svizzera non casualmente è uno dei pochi paesi occidentali dove la classe media resiste abbastanza bene. Dunque, vediamo qui la lungimiranza di un processo che non è top-down, ma direi tendenzialmente bottom-up, soprattutto nella conferma delle decisioni politiche in un paese dove il politico di turno presta servizio solo per un periodo normalmente molto limitato.

Da qui la decisione della città che ha tre confini, svizzero, tedesco e francese, Basilea, di pianificare la futura uscita dal mondo del petrolio per autotrazione, da parte per altro di una città che vive di petrolio per le enormi produzioni chimiche in essa basate.

Or dunque, invece di usare il cambio dell’auto come un modo per fare soldi o per obbligare i cittadini a spendere o per imporre costi e multe a pesi nemici, come fa l’EU – in particolare contro la Pianura Padana, che non per colpa delle auto è inquinata ma per l’orografia e per i sistemi di riscaldamento degli edifici oltre che dei vecchi mezzi pubblici, inquinantissimi – la Svizzera sceglie una pianificazione lunga, che non obbliga nessuno a cambiare l’auto oggi o a pagare multe assurde per utilizzare un’auto a ciclo tradizionale, quando per altro non è ancora emersa la vera tecnologia del futuro. Così facendo da qui al 2050 la gens svizzera, la classe media che consuma, può pianificare spese e cambio di paradigma. Grandioso.

Il tutto per altro condito da un elemento imprescindibile di democrazia diretta: il referendum popolare confermativo. Infatti in Svizzera le grandi decisioni vengono condivise dal popolo, altro elemento di democrazia unico al mondo.

Per l’EU, suonare stesso indirizzo di 75 anni fa…

Personalmente farei fatica a tornare a vivere nell’EU, lo ammetto, visto che Bruxelles sta ormai diventando di fatto il simbolo di un sistema totalitario dissociato dalle necessità delle popolazione, somigliando sempre più alla Repubblica di Vichy: non casualmente resta a metà strada tra Berlino e Parigi (e forse altrettanto non casualmente la sede delle Waffen SS, le famigerate brigate delle SS composte da stranieri che si macchiarono dei peggiori crimini durante l’ultima guerra mondiale, avevano la sede Bruxelles – incredibilmente – proprio nella stessa via dove oggi c’è l’Unione Europea, Rue de Loi/Wetstraat).

Mitt Dolcino

*****

Le immagini, i tweet e i filmati (i contenuti) pubblicati nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio e quindi immediatamente utilizzabili. In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.

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Questo sito nasce dall’esigenza di poter condividere analisi e strumenti di analisi indipendenti senza alcuna affiliazione politica o di sodalizio in ambito economico o, utilizzando una aggregazione precedente, sociologico. crediamo infatti che la libertà di analisi e di critica – solo se costruttiva – deve restare la base di ogni contraddittorio pubblico, sempre in buona fede. L’ambito vuole essere economico, con lo scopo di di analizzare la società con un metro appunto di valorizzazione economica e/o sociologica.

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