La Cina vive di export, circa il 30% del PIL. Ossia senza export è un paese che esplode socialmente ed affonda economicamente. Se gli USA smettono di consumare – o svalutano il dollaro – la macchina economica cinese si inceppa, inevitabile. Dunque, i dazi USA devono essere evitati ed il dollaro deve restare forte.
Ovvero i dollari che Pechino accumula con l’export devono essere riciclati in paesi che comprano, alla fine, almeno in parte, prodotti americani. O li usano nel circolo locale. Da qui gli investimenti in Africa, perfetti per la Cina, un continente di fatto dollarizzato (l’importante per Pechino è che i dollari non vengano venduti sui mercati internazionali, facendolo crollare). E l’Italia?
Appunto, questo enorme accumulo di dollari potrebbe essere utilizzato per fare shopping in Italia? O meglio, per comprarsi il governo e la politica italiane?
Certo che si: un governo senza capacità e strategia politica è in balia dei venti e dei contanti….
A maggior ragione se è un governo di gente impreparata tipo un ex sindaco o l’imprenditore della valle alpina (Lega) o un ex disoccupato riciclato in politica (M5S).
Fare strategia politica è dare il peso giusto ai fattori di forza e debolezza propri ed esterni. Un minimo di acume avrebbe fatto capire come il vero problema – inteso come bipartisan negli USA – è quello della Cina e della minaccia che l’ex Impero Celeste presenta per gli States nel medio termine, un problema enorme.
Chiaro, Pechino è scaltra ed utilizza il dividi et impera contro i suoi avversari, nel caso specifico USA ed Italia. Aggiungeteci che gli italiani sono sempre in vendita e capite che è solo questione di tempo prima che Pechino intervenga sugli equilibri interni comprandosi un giornale italiano (pensate che già oggi a Milano ci sono radio che trasmettono solo in cinese).
Non va per altro dimenticato come tutto il Made in Italy venduto in Cina attraverso un famose portale online cinese paga la commissione ad un gruppo di interessi sembrerebbe di stanza in centro/nord Italia (…). Ci siamo capiti…
L’Italia è in vendita. Voi siete in vendita. Ed il risultato è che gli USA stanno di fatto abbandonando Roma al suo destino, ormai non hanno risorse infinite nemmeno loro. Si parla insistentemente di cable da Roma in cui si evidenzia l’inaffidabilità – data dalla disperazione – della classe politica locale, ormai infiltrata a mò di metastasi dalle interessenze franco-tedesche. Siamo all’ultimo giro di valzer (sul Titanic romano), tanto vale prendere le ultime tartine…
Anche i tedeschi soffiano sul fuoco. Adesso diranno a Washington: “Avete visto che succede a fidarsi dei politici romani…”
Da quanto sopra forse si comprende meglio come possa essere di relativa importanza che il governo gialloverde si schieri di fatto con l’asse franco-tedesco, cedendo economicamente alle richieste EU. Alla fine l’importante per gli USA è avere a disposizione la portaerei italiana nel Mediterraneo. Ossia, se gli italiani del nord vogliono suicidarsi diventando schiavi – ossia colonie dell’EUropa franco-tedesca – che lo facciano, diventeranno come il lombardo veneto che durante il dominio austro ungarico pagava poco meno del 30% di tutte le tasse dell’impero (le 5 giornate di Milano avvennero per colpa delle tasse troppo alte, gli austriaci addirittura obbligavano i chi protestava a fumare i sigari su cui c’erano elevate tasse, a forza…). Dunque gli USA supporteranno il sud Italia.
Magari anche solo la Sicilia, rispolverando il piano di Salvatore Giuliano, guarda caso – riciclato pubblicamente dall’operativo in Italia Edward Luttwak durante la crisi economica italiana degli ultimi due governi PD non eletti.
Alla fine non posso che sposare l’approccio USA: se gli italiani vogliono suicidarsi che lo facciano, ne subiranno le conseguenze.
I fatti, questi bastardissimi fatti, non mentono mai. Oggi ci dicono che il caos istituzionale italiano sta facendo in modo che non si rispettino i desiderata americani – ovvero dell’unica ancora di salvezza per Roma se vuole uscire dall’euro risolvendo definitivamente i suoi problemi -; ossia schierandosi contro Washington nell’unico ambito veramente critico per gli americani: i rapporti commerciali con la Cina.
L’Italia andrà selvaggiamente….
Mitt Dolcino
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