Solitamente la natura non procede a strappi, salvo eventi accidentali poco prevedibili, l’eruzione di un vulcano, una serie di terremoti molto forti, un meteorite.
Immagine dal sito: http://gabriellafilippone.blogspot.com/2020/11/il-grande-reset-la-censura-e-il-segnale.html
Se invece guardiamo l’evoluzione dell’uomo, possiamo notare dei cambiamenti a scalini.
Molte volte dovuta alla scoperta di qualche legge naturale che permette un applicazione pratica, fino a ieri impensabile.
Altre volte, invece, dovuta a qualche lotta di potere che termina con la vittoria di una fazione sull’altra.
Analisi semiseria della realtà sociale, cioè partiamo da ciò che superficialmente sembra un ossimoro, per capire forse un disegno più grande.
Quello che abbiamo visto nel corso degli ultimi decenni è stata la desertificazione delle piccole imprese le quali, o si sono estinte o sono state “inglobate” da altre operanti nello stesso settore e/o in settori contigui.
Dal blog di E. Konstantinos
Una sorta di meccanismo “Borg” sotto il motto: ogni resistenza è inutile presto verrai assimilato, cioè reso simile agli altri.
I due concetti di cui al titolo sono collegati, per tale motivo sono stati associati (come vedrete di seguito). Prima di tutto Donald J. Trump riceve la seconda candidatura al Nobel per la Pace, per il suo intervento a favore sia della riappacificazione in medio Oriente tra EAU/arabi ed Israele che tra due repubbliche/entità Europee da sempre in guerra tra loro, Serbia e Kosovo. Chiaramente la potenza anche militare USA ha avuto il suo peso negli eventi di pace, ma come ben sapete certi passi non hanno prezzo. Per assurdo nel prossimo futuro rischiamo che paesi prima nemici storici si avvicinino; mentre paesi in pace da 70 anni vedano guerre, a medio/breve.
Per chi ancora non comprende come è gestito l’euro e per identificare meglio coloro che sono interessati a conservarlo ad ogni costo, ecco una breve lettura che ne descrive le disfunzionalità…raccontiamo come la Banca Centrale Europea, acquistando titoli di debito, non solo non risolve i problemi economici dei paesi appartenenti all’Eurozona, ma agevola la concentrazione della ricchezza reale a favore di pochi.
Ci sono talmente tante cose su cui riflettere da perdersi, davvero. Volevo in realtà scrivere due righe sulla strategia Dem negli USA per combattere l’elezione di Donald J. Trump, anche per supportare il Dragoni della Lega che mi sembra l’unico diciamo normale della compagine, meno male che forse ce n’è uno. Non me ne voglia, ma non è ancora il momento, fra qualche settimana lo faremo, visto che l’evoluzione di detta strategia influenzerà l’Obamagate in Italia, ossia anche con eventuali mandati di arresto. Sono certo che il Dragoni ci perdonerà, promesso che entro settembre avanzeremo. Un argomento invece non considerato da geniali commentatori italici, figli in toto dell’antimeritocrazia più crassa e del doping informativo in tempo di COVID, ossia in assenza di football e di tette finte con cui distrarre gli astanti, è quello al titolo: l’influenza dell’euro sulla politica estera, che poi è l’interesse nazionale di un paese contrapposto a quelli di un altro. In tempi di guerra prossima nel Mediterraneo meglio rifletterci un poco, che dite?
Un primo ringraziamento va al noto artista, ormai ritirato dalle scene, per averci inspirato il titolo.
Come ben vediamo “Il Sole” fra i suoi mille impegni divulgativi, non manca di aiutare il nostro ministro dell’economia, quasi come fosse la sua agenda.
A me spiacerebbe condividere con l’intero popolo la mia agenda, ma tant’è, nella terra dei cachi tutto è possibile.
Cercare di imporre una tecnologia immatura è il più grande errore che si può fare, la storia insegna. Oggi lo sta tentando l’asse franco-tedesco in EU, supportato dalla Cina. Si noti che costoro si attivano per fini che non sono ambientali ma per loro precisi e particolari interessi economici, facendo pagare il conto a tutti gli utilizzatori forzati di tale tecnologia. A parte che l’Italia naviga letteralmente nel petrolio, mentre sembrerebbe che oggi qualche connazionale (comprato in qualche modo?) voglia invece far adottare dalla Penisola una tecnologia immatura, ossia poco efficiente e costosissima, imposta da coloro che guarda caso furono esclusi proprio dallo sfruttamento dell’oro nero post Yalta, cosa c’è di utile per l’umanità in termini ambientali nella transizione affrettata verso l’auto elettrica/ad idrogeno, oggi? Leggi tutto “Le auto elettriche fanno male al clima, peggio di un diesel Euro6! E l’auto ad idrogeno è ancora peggio! Perchè tanta fretta nella transizione energetica? Nuovi studi sul tema supportano le nostre tesi”
Nessuno ve l’ha spiegato eh? Lo facciamo noi, qui qualcuno gioca con la vostra pellaccia ed i vostro futuro, compreso quello dei vostri figli: chi supporterà il MES permetterà quanto al titolo. Avete capito? Lo avete compreso? Voi dunque ri-voterete ancora tali soggetti? Lascio perdere il fatto che l’unica via d’uscita è seguire il mondo atlantico rinegoziando la permanenza nell’euro, austerità inclusa. Unitamente al fatto che oggi, volenti o nolenti, vi piaccia o meno, è proprio il filo USA Giuseppe Conte l’unico ad essere – assieme a Fratelli d’Italia – graniticamente contro il MES. Garanzia tecnica del ragionamento? Italiaoggi, al LINK.
Il Brasile è partito nel 1985 con grandi progetti di riforme costituzionali e dello Stato e di risanamento dell’economia e del Bilancio Pubblico attraverso una profonda ed estesa privatizzazione delle principali aziende strategiche del Paese, similmente all’Italia ma con 7 anni di anticipo (1992- smantellamento IRI e inizio della grande abbuffata delle privatizzazioni italiane).
Ora si trovano un paese con un governo debole ma il cui Presidente appena eletto, Jair Messias Bolsonaro , risulterebbe per la prima volta un vero rappresentante della classe media (o, meglio, ex) del Paese (oltre il 90% della popolazione). Presidente di una popolazione vessata ed impoverita da quasi 35 anni di governi pseudo-socialisti o pseudo-conservatori interessati piuttosto ad una gestione improntata da un “familismo amorale” e legata in realtà a doppia mandata con lobby di potere finanziario ed economico internazionale rappresentata da aziende multinazionali, banche e Stati stranieri.
Alla sua elezione il presidente si è trovato un’estrema disuguaglianza, povertà e corruzione diffuse e una forte sperequazione dicotomica del Paese.
Brillante analisi di Mike Shedlock sulla futura Brexit. Sostanzialmente, applicando mirabilmente la teoria dei giochi, viene dimostrato come l’ipotesi di lavoro del post comunista Corbyn avversario politico di Boris Johnson, ossia quella di prevedere un secondo referendum che escluda il “No Deal “(che invece ci sarà, a fine novembre con Boris Johnson a Downing St.) sarà alla base della sua stessa sconfitta prospettica. Infatti il popolo britannico non è come quello italiano, che accetta gli eventi tutti, ossia non ammette di essere preso bellamente in giro dai propri politici. Il popolo britannico pretende correttezza e non ambiguità (leggasi, bugie) dalla propria classe dirigente, imponendo che gli impegni presi vengano mantenuti. Encomiabile. Conosco molti italiani che hanno acquisito il passaporto britannico.