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Home » Siamo prossimi ad una destabilizzazione anti-atlantica nel paese interfaccia per eccellenza tra EU ed Africa mediterranea?

Siamo prossimi ad una destabilizzazione anti-atlantica nel paese interfaccia per eccellenza tra EU ed Africa mediterranea?

L'Italia è senza dubbio il Paese più intrinsecamente filo atlantico in EU, oggi. I motivi, inutili rivangarli, derivano dall'epilogo della WWII e dall'abbondante sangue oriundo nei due lati dell'oceano. Oggi che la Francia sta per crollare a seguito dell'indipendentismo africano, leggasi morte del franco CFA, è chiaro che la Penisola è più che cruciale: se la Francia vuole salvarsi deve impedire che il Sahel le si affranchi. Dunque deve contrattaccare, peccato che ciò sia possibile solo con l'approvazione dell'Italia, per questioni geografiche e oltre (...). E l'Italia non può dare tale permesso "di sua sponte"...

mittdolcino by mittdolcino
31 Agosto 2023
in Neocolonialismo
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
Siamo prossimi ad una destabilizzazione anti-atlantica nel paese interfaccia per eccellenza tra EU ed Africa mediterranea?
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Mai come oggi l’Italia è a rischio strategia della tensione (di matrice esogena), rischio purtroppo innegabile.

Chiaramente il posizionamento italiano di sopravvivenza verso l’atlantismo più spinto non solo rompe le uova del paniere dell’EU, sempre più agglomerata attorno agli ideali di Davos (Reset 2030, transizioni pseudo-climatiche, revanscismo anti-atlantico e pro russo e cinese ecc.), generando non solo invidie in EU ma inimicizie vere e proprie, specialmente da parte di Parigi e Berlino.


Memento boomerang…


Purtroppo la cd. Unione Europea non riesce ad intendere che la colpa è stata sua per questa deriva centrifuga, dal 2010 in avanti, leggasi il trattare i Paesi cd. PIIGS come colonie, non come pari. Ad es. la Grecia, di fatto punita in modo esemplare per l’ipotetica corruzione ellenica di accettare mazzette da pagatori stranieri (soprattutto tedeschi), per l’Olimpiade soprattutto. Dimenticandosi di punire chi invece sovvenzionò tale corruttela (i paesi core EU, vedasi i vari scandali Siemens), ovvero finalmente punendo solo Atene.

Asimmetria interessata insomma.

Va per altro notato come la mortalità infantile decollò nel 2010 a causa delle sanzioni imposte dalla troika ad Atene, per tale ragione il governo locale dovette svendere tutto, a chi imponeva le sanzioni (sigh). Arrivando come Stato ellenico ad accumulare un debito impagabile in mano di chi gli aveva imposto, appunto, la sanzioni e Troika. Lo stesso che aveva in larga parte pagato in origine le tangenti usate come scusa per impadronirsi degli asset ellenici di pregio, vedasi ad es. le tangenti “tedesche” pagate per l’Olimpiade di Atene.

E’ chiaro dunque che l’Italia non voglia fare la stessa fine dei cugini greci del Mediterraneo!


https://scenarieconomici.it/la-lezione-dellue-tedesca-nel-caso-rosco-grecia-prima-li-affami-e-poi-li-compri-un-monito-per-litalia/


In tale contesto l’atlantismo italiano, di sopravvivenza, resta una scelta obbligata, visto che l’alternativa è l’EU coloniale franco-tedesca, con troika stile Grecia al seguito (leggasi, per l’Italia, MES).

La stessa EU che – con la Francia – capiamo oggi coinvolta nella spogliazione decennale dell’Africa, fatto vero almeno fino a ieri l’altro. Da oggi invece i paesi africani sembra abbiano iniziato a ribellarsi, forse a partire da quando le basi americane sono state costruite nelle zone dove oggi arde il fuoco antifrancese.

*****

It’s decolonization, baby!

…avrebbe detto F. D. Roosevelt, che provvedette a decolonizzare l’Impero britannico. Ma che incredibilmente si dimenticò – con l’eccezione dell’Indocina, con 10 anni di ritardo – di fare altrettanto con la Francia.

Oggi che la Francia, assolutamente in ambasce, rischia di saltare per aria a causa dell’assenza improvvisa di bottini da prelevare dall’Africa, è chiaro che anche e soprattutto l’Italia filo atlantica diventa un problema. Per Parigi.

Soprattutto perchè, come indicato dal ministro Crosetto, Roma non è disposta a fomentare spogliazioni africane come è usa la Francia da secoli. Dunque, Parigi si scordi interventi unilaterali, è stato il monito italico…

E’ chiaro che tale posizionamento va contro la natura stessa dell’EU, che è sempre stata proto coloniale nelle sue pulsioni. Basti pensare che il franco CFA non è mai stato messo in discussione dal 1999. E questo nonostante si sia spogliata nel mentre l’Italia del legame materno con la Libya, che era di mutuo interesse tra i due paesi mediterranei affacciati l’uno verso l’altro; ma non dell’asse franco-tedesco, dunque ecco spiegati i fatti tragici del 2011, con Gheddafi filo italiano deposto per mano francese.

Riteniamo dunque, in tale contesto, che una destabilizzazione dell’Italia, oggi, possa davvero essere prossima, per sperare di affievolire l’atlantismo del governo Meloni. O meglio, di FdI visto che la Lega, Renzi ed il PD pre Schlein restano solidamente EUropeisti, ossia pro asse franco-tedesco.

Lo stesso asse che era ed è a letto con Obama ed Hillary Clinton, da prima dell’approvazione del North Stream. Torna così la ratio dell’obiezione dei militari USA alla negazione dei MacKinder, che portò alla sconfitta di Hillary Clinton nel 2016. Ben notando che tale North Stream era ed è ad esclusivo vantaggio franco tedesco, in EU…

*****

Siamo dunque qui a temere opere di destabilizzazione prossime venture contro FdI in Italia, per abbattere l’Atlantismo e fomentare un cambio di governo, filo EU.

Noi chiaramente siamo contrari a tale destabilizzazione di genesi EU.

Anzi consigliamo aumento di scorte armate per tutti i personaggi chiave della politica atlantica in Italia, nell’interesse economico del Paese e dello stesso Patto di Camp David.


Italy is moving out of the EU orbit and into the non-Neocon US orbit. US military presence in Italy is enormous. Conte is speaking, like Meloni, on behalf of the DoD, not the White House here.https://t.co/E7wMHWp2Fp pic.twitter.com/71bptS7Paq

— Tom Luongo (Head Sneetch) (@TFL1728) August 27, 2023


Ricordiamo infatti che l’Italia dalla firma della Via della Seta, paese alleato dell’asse franco tedesco, ha avuto un’esplosione del suo trade deficit con Pechino, fatto che ha contribuito alla deindustrializzazione italiana conseguente alla sostituzione di prodotti italiani con quelli cinesi a basso costo e spesso bassa qualità.

Per inciso, riteniamo che gli USA siano molto attenti a cosa accade in Italia, noi per altro facciamo di tutto per aiutarli a capire cosa sta succedendo.

In tale contesto inseriamo il sintetico commento dell’amico Tom Luongo, sopra, di pochi giorni fa, in cui si annuncia che Roma è ormai un tutt’uno con il Department of Defense USA. Ovvero il patto di Camp David.

Bene direi…



Si noti anche che proprio ieri la portaerei USS Gerald Ford , la più grande e potente portaerei USA, con l’intero gruppo di attacco, è stata annunciata a Trieste a breve. Mentre la USS Truman è stata fatta partire nottetempo per il Baltico, alcuni giorni or sono.

Questo per dire che le contromisure sono state approntate, nel caso di qualche colpo di testa “altrui“.

Chiaramente noi preghiamo per una composizione della frattura tra potentati alternativi, confidando che la Russia faccia di necessità virtù. Ossia faccia la mossa giusta per gli interessi della sua popolazione: stare nel patto del North Stream non ha fatto altro che ingenerare evitabili sofferenze per la popolazione russa.

In quanto oggi, l’affiliazione di Putin pro l’EU, lui ex Stasi, lo stesso Putin che secondo le parole di K. Schwab fu pure Global Young Leader del WEF (e che secondo Gioele Magaldi è stato iniziato assieme ad Angela Merkel nella Superloggia Eurasia, proprio in Germania), sta oggi facendo gli interessi non del suo popolo.

Ma dei francotedeschi!

Un assurdità solo apparente, figlia di appartenenze storiche, di cui forse un giorno parleremo.

MD

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