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Home » La Cina che usa lo Yuan negli scambi coi BRICS è nell’interesse USA: Pechino sta diventando una classica potenza coloniale

La Cina che usa lo Yuan negli scambi coi BRICS è nell’interesse USA: Pechino sta diventando una classica potenza coloniale

Pechino sta seguendo la precisa, identica strada di Parigi e Londra (odiatissime potenze coloniali una volta consolidate). Di converso, Russia ed USA restano imperi naturali, con mentalità molto simili: due paesi ricchissimi e relativamente popolati, saturi di risorse primarie. E consci della loro grandezza. Dunque naturalmente liberi da ingerenze esterne, sebbene gli USA siano più protetti dal mare. Le potenze coloniali invece necessitano di risorse o consumi altrui, come Cina, Germania e Francia…

mittdolcino by mittdolcino
2 Giugno 2024
in Neocolonialismo
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
La Cina che usa lo Yuan negli scambi coi BRICS è nell’interesse USA: Pechino sta diventando una classica potenza coloniale
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Si parla tanto di dedollarizzazione, come se fosse il diavolo e l’acqua santa per gli USA, la potenza da abbattere oggi, sembrerebbe.

Premettendo, come spiegato ieri, che gli USA non sono colonialisti, anzi il contrario, puntano a meri protettorati; un po’ come la Russia in fondo… Resta interessante vedere il popolo di internet cimentarsi a pontificare sul niente.

Tipico direi, di chi non studia.

Infatti a pensarci bene agli USA converrebbe una limitata dedollarizzazione, verso i BRICS. A patto di tenere salda la presa sul petrolio in dollari, pivotale ancora per prossimi 50 anni circa. Tutto sommato missione facile se si considera che il Nord America+Messico resta il più grande bacino di produzione oil mondiale, oggi.

Il motivo dell’interesse USA ad una limitata dedollarizzazione a termine è semplice e sta al titolo: un paese senza risorse ed iperpopolato come la Cina non può che diventare una potenza coloniale, odiata a termine (applicando il solito metodo coloniale, quello cattivo, lo stesso applicato da Francia, Inghilterra e pure Germania per intenderci, ad es. in Africa).
Ovvero finalizzato a sottrarre ingenti risorse primarie dalle colonie.

Risorse da esportare in patria ed usare per produrre prodotti finiti. Da rivendere agli stessi paesi che hanno fornito la materia prime, generando però uno squilibrio di cassa dovuto al maggior valore aggiunto dei manufatti (i prodotti finiti costano di più di semilavorati o materie prime, ndr).

In tale modo, INESORABILMENTE, i Paesi che oggi si vogliono ribellare al modello anticoloniale USA – ad esempio, oggi, la parte dei BRICS pro Cina, sobillati da chi vorrebbe farli cadere nella rinnovata rete del colonialismo – nel giro di 25 anni saranno di nuovo ad invocare l’aiuto americano. O russo.

Il motivo è semplice e sta tutto nei libri libri di storia: quando un paese vende materie prime a 100 e poi ricompra prodotti finiti finiti generati con le materie prime testé citate ad un prezzo superiore, diciamo 150, si indebita col venditore dei manufatti, per 50.

Tale venditore, che ha tutto l’interesse a chiedere il pagamento nella sua valuta; infatti deve solo far girare la ruota per un po’, tenendo legato il venditore a se’, anche via corruttele locali mirate; poi, una volta fatto indebitare a dovere con lo schema sopra citato, parlo del paese produttore di materie prime, basta “il mercato”  faccia puntualmente salire il cambio della valuta del colonizzatore, in questo caso lo Yuan cinese, con cui ha costretto la colonia ad indebitarsi.

A breve giro la colonia si ritrova precisamente nello stesso sterco in cui stava l’India con i britannici, Delhi un paese ricchissimo rimasto per secoli impigliato nella rete del colonialismo inglese. Lo stesso vale per l’Algeria ed i paesi africani, con la Francia.

La sterlina forte ad esempio fece il suo sporco lavoro coloniale, così, per secoli.

*****

La decolonizzazione infatti ci fu solo DOPO la WWII, per volere di F.D. Roosevelt, sostituendo le colonie britanniche (Africa, India su tutte) e francesi (Africa ed Indocina su tutti, anche incendiando il Vietnam francese, ndr) con protettorati. Che non hanno bisogno di essere depredati col metodo coloniale dall’Impero, basta si comportino da referenti per il sistema imperiale.

Ricordo a tutti che la Cina oggi non ha materie prime e dunque è destinata ad applicare IN TOTO detto sistema coloniale proto-britannico e francese, i fondamentali lo impongono. Stessa cosa per Francia e Germania, a carro di Pechino, che sopravvivono alle loro smodate ambizioni di potenza solo avendo colonie da spennare.

Ben notando come il vecchio sistema coloniale portava naturalmente ad avere possidenti apicali, in realtà fiduciari del sistema, i coloni (cfr. Don Rodrigo da esportazione, ndr), spesso schiavisti, ad arricchirsi impoverendo le colonie stesse, tutto già visto.

*****

Da tale sintesi si ricava che, se gli USA sapranno ricostruire le proprie filiere a casa propria, reimportando la manifattura e tenendo “coperta” la ricerca tecnologica, la Cina potrà tranquillamente avventurarsi nella sua deriva coloniale, ben sapendo che è solo questione di tempo prima che Pechino venga considerata a sua volta una odiata potenza coloniale.

Tale epilogo sarà tanto più rapido quanto più il benessere dei paesi che verranno ad esempio sostituiti dalla manifattura a basso costo cinese scemerà, paesi che progressivamente verranno resi poveri, minando la pace sociale in loco ad esempio (…).

Il trucco lato USA starà tutto nel tenere le filiere con se, facendo onshoring manifatturiero, così gli USA avranno vinto a termine.

E pur tenendo il dollaro tale quale ad oggi, una valuta di riferimento sebbene non l’unica, ovvero che potrebbe pure svalutarsi all’occorrenza: in realtà ciò non farebbe altro che spingere l’America a produzioni interne, autarchiche. Ovvero a meno import….

Infatti, ciò che non viene mai considerato abbastanza è che nel mondo, oggi, tolti i paesi anglo, non ci sono abbastanza consumatori per soddisfare le esigenze commerciali dei grandi paesi esportatori.
Meglio detto, Cina e Germania, il primo esportatore al mondo ed il primo esportatore pro capite tra i grandi paesi, se gli anglo smettono di consumare, loro implodono. Non sapendo più a chi vendere i propri prodotti.

Ovvero fermando le loro fabbriche, con un bang esponenziale in termini di pace sociale, soprattutto in Cina, con 1,4 mld. di persone da sfamare. Da qui la necessità di controllo sociale maggiore, un processo ongoing come spero capiate…

Dunque, quanto meno l’EU, al fine di sopravvivere, è necessario riformi alla radice la sua industria, ad esempio con meno petrolio (in mano anglo), da qui il Green. E riducendo i consumi interni, da qui i sieri spacciati per vaccini dall’EMA sebbene senza una sperimentazione canonica di sicurezza, ovvero mettendo a rischio talidomide l’intero continente.
Ovvero liquidando gli anziani improduttivi, con un mix di ridotto welfare, eugenetica selettiva e riduzione della rete sociale.
Il successivo passaggio a transumanesimo e robot resta nel contesto una attesa conseguenza.

(…)

Come capite di folle c’è poco in questo mondo, essendo solo questione di interessi contrapposti.

Sta a tutti voi/noi scegliere cosa è il meglio per le nostre famiglie, con chi schierarsi. I don Rodrigo ci stanno già lavorando, da tempo…

MD

*****

Image: thanks to unsplash.com, https://unsplash.com/it/foto/IkYuzPneQWs

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