Nel 2020 gli USA di Trump annunciarono che il trattato Open Sky, un Trattato di diritto di fatto americano, sarebbe decaduto in forza della loro uscita unilaterale. A novembre ciò avvenne. A seguire anche la Russia fece lo stesso, 2021, decretando la fine del trattato.
Tale trattato globale – su base legale USA – permetteva il mutuo uso del cielo da parte dei paesi aderenti, per osservazioni ovvero per diciamo frequentazioni esterne autorizzate, nei cieli. Cieli che di fatto erano il Nord America, l’Europa occidentale e la nuova Europa di Kissinger, Est Europa, Ucraina inclusa. Più Russia. Ovvero più che globale, era trattato occidentale (non riesco a non considerare la Russia, nelle sue due capitali storiche, come parte integrante della cultura occidentale, ndr).
Tale trattato serviva per fare osservazioni mutue sui territori altrui, ovvero era un trattato militare che condivideva di fatto l’uso del cielo, ad esempio per raccogliere informazioni.
L’equivalente di una bomba atomica sganciata dalla Casa Bianca fu quando gli USA vollero ritirarsi dall’Open Skies Treaty, inizio 2020, trattato che – lo ricordo – è militare.
Tale ritiro fu probabilmente voluto perché si pianificava uno scontro con la Russia, forse (…), almeno lato USA. Chiaramente tale trattato, sopratutto nella sua genesi iniziale, che vide il battesimo proprio ad inizio 2003 come anno intero (ad iniziare dall’agosto 2002), l’estate caldissima in EUropa, permetteva con la frequentazione mutua aerea anche l’esposizione del cielo ai frutti di dette frequentazioni, che poi sono le scie chimiche associate, via aereo (…).
Nulla vieta per altro che ogni paese aderente usasse propri vettori aerei commerciali battenti bandiera per la mutua osservazione dei territori altrui, base mandato di delega (…)(e forse qui si spiegherebbe la ritrosia italica a vendere Alitalia, ndr)
Lato inferenze sul clima, se – e sottolineo se – ci fu un piano per letteralmente indurre un clima più caldo nel pianeta – soprattutto in certe zone molto popolate e attraversate da molti aerei in volo (…), come l’Europa, cuore pulsante del Trattato Open Treaty – , ripeto nel caso, il primo indiziato per l’implementazione globale del piano [che altrimenti non avrebbe senso, ndr] sarebbe proprio tale trattato.
Dunque, saltato tale trattato saltano in teoria tutti i dubbi sulla possibile manipolazione del clima da parte dell’uomo con interventi umani (ad es. immettendo solfati) in alta troposfera, visto che oggi tali interventi non avrebbero un barlume di – diciamo – autorizzazione. Nulla di provato sulle intenzioni, certo, ma c’è sostanza certamente nel metodo (i solfati in alta troposfera scaldano il pianeta, generando nubi alte simil cirri che trattengono ile onde infrarosse riflesse dal pianeta, ndr). Ben inteso, come già scritto sopra, tutto con il beneficio di inventario; ma certamente stiamo tratteggiando uno schema coerente soprattutto se detto trattato viene considerato unitamente, come combinato disposto, dello Space Preservation Act del 2002, entrato in vigore (…) giusto in tempo per l’applicazione globale dell’Open Sky Treaty.
Non mi dilungo sui dettagli tecnici, che possono essere consultati, cfr. Space Preservation Act del 2002 e Open Sky Treaty.
Nota di interesse è che l’accettazione di detto trattato MILITARE lato Russo, fortemente voluto dagli USA, avvenne a margine dell’accordo di Pratica di Mare tra Russia, USA ed Italia, a maggio 2002 (NATO, “Rome declaration”, 2002)(…).
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Sugli effetti dei solfati, in aerosol, in alta troposfera come mezzo per riscaldare, non ci sono dubbi che detti solfati, presenti naturalmente nei Jet Fuel occidentali (notando che in quelli russi e cinesi lo zolfo sia decisamente inferiore, circa 33%, strano eh…) causino riscaldamento climatico, vedasi grafico sotto e oltre per la spiegazione pratica, conversa:
Fonte: “Searching for the Catastrophe Signal”, Bernie Lewin, GWPF, 2017, pg. 273
La possibilità di eliminare lo zolfo nei jetfuel esiste, eccome, portandola a circa 15 ppm (oggi è fino a 3000 ppm in certi jetfuel); esistono infatti tecniche consolidate di stripping/desolforizzazione per tale fine. Per ridurre lo zolfo contenuto.
Ad oggi però, stranamente, non si vuole percorrere tale via per – da ridere, giuro – implicazioni sul clima.
L’errore che infatti viene fatto, riteniamo apposta, per confondere sugli effetti dei solfati in alta troposfera, è non considerare tutti gli effetti (vedasi immagine di seguito per le fonti di quanto asserito, EASA (EU) Report “SULPHUR”). Esistono infatti tre effetti climatici indotti dallo zolfo in alta troposfera: una, di emissivita’ dei particolati di zolfo, che raffredda il clima. Il secondo, la formazione delle scie, che scalda il clima. Il terzo, la distruzione dell’ozono da parte dei solfati (guarda caso ultimamente si sta dicendo che il buco dell’ozono si sta chiudendo, ora sapete il perché, ovvero per spostare l’interesse ad aumentare/mantenere i solfati in alta troposfera/stratosfera e non a ridurli, sigh).
Peccato che le scuole di pensiero più rigorose nel valutare i rapporti rischi/benefici sembrano concordi a considerare il secondo effetto, quello riscaldante causa formazione di simil cirri causa zolfo in alta troposfera, come l’effetto di gran lunga preponderante; ossia lo zolfo in alta troposfera via jet fuel (magari addizionato di “qualcosa” per aumentare il tempo di residenza in loco, ndr), che forma solfati, ALL IN ALL scalda (scalderebbe) il clima e NON raffredda.
Tratto da : EASA – Research Project EASA 2008/C11 – Reasearch Project, reduction of sulphur in aviation (SULPHUR), January 2010
Per darvi un’idea del problema, base direttive EPA (USA) dal 2006 il diesel per auto deve contenere al massimo, ULSD, 15 ppm.
Il Jet Fuel ha invece un contenuto di zolfo pari 300-500 ppm in Occidente (…)(LINK), (Exxon specifications Jet Fuel). Esiste per altro la possibilità di ridurre tale contenuto di zolfo ben al di sotto i 50 ppm ma stranamente non viene perseguito. Strano eh…
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Ora, il problema si pone nei termini di capire su che base l’EU possa intervenire, NEL CASO, sui cieli europei non solo nazionali ad esempio per la modifica del clima, riscaldandolo (ossia al fine di avallare l’agenda green) post decadenza dell’Open Sky Treaty.
Parimenti, si vorrebbe capire perché i solfati non vengano affrontati come problema di riscaldamento globale, quando anche l’EU ha ufficialmente indicato, suoi enti ufficiali, l’effetto climalterante verso il caldo della formazione dei cirri a causa dei solfati attraverso la combustione/deposito di zolfo in alta troposfera.
Oggi – rileviamo – si vorrebbe addirittura tentare la carta estrema, pensate, zolfo in stratosfera (…). Dicono per raffreddare il clima, in realtà molto ma molto molto probabilmente sarebbe per scaldarlo. Ovvero per spingere l’agenda Green, altrimenti fallimentare.
Ricordiamo infatti che nelle scienze ambientali l’apporto di zolfo viene studiato come effetto naturale solo come immissione al livello del suolo, fatto che genera appunto nubi che, essendo basse, cumulonembi, aumentano l’albedo e dunque riflettono la radiazione solare, raffreddando il pianeta. L’immissione di zolfo in alta troposfera è invece un effetto NON NATURALE, ovvero antropogenico, dunque alla base di gran parte degli scombussolamenti climatici che oggi stiamo vivendo: va infatti notato che le nubi alte, simil cirri indotti dall’uomo dati dall’igroscopicita’, al contrario dei cumulonembi a bassa quota citati sopra, tendono principalmente a trattenere la radiazione infrarossa in uscita dalla terra, appunto riscaldando il pianeta.
A riprova, va notato che pur essendo facilmente riducibile il quantitativo di zolfo nei jetfuel, non ci sia comunque la volontà di ridurlo, soprattutto in Occidente (…).
Resta il dubbio sul perché ad esempio le stazioni di sci svizzere non tanto intentino causa sulla base dell’effetto riscaldante del clima da parte di terzi, ma quanto meno non indaghino al fine di chiedere risarcimenti l’eventuale direi indebita attività di manipolazione del clima a loro danno. Come emerso nelle gare di sci di Wengen ed Adelboden in pericolo causa assenza di neve e clima caldissimo, stile Irlmaier.
E’ parimenti indubbio che la Terra, sulla base della teoria di Gaia che reagisce con i cd. “negative feedback” (assimilando la Terra in un certo qual modo ad un sistema cd. chiuso, ndr), nel caso in specie reaziona ad eventuali impulsi di riscaldamento artificiale del clima in EUropa con un raffreddamento altrove nel globo, compensando il sistema ossia tenendolo in equilibrio. Ovvero causando danni climatici puntuali altrove: è solo questione di tempo prima che eventuali manipolazioni unilaterali del clima in EU, ad es. per motivi geostrategici, vengano denunciati da altri paesi esterni all’EU, chiedendo danni (…).
Perche, chi sa/deve sapere, certamente esiste.
MD