Discutevo su Twitter ieri con un americano, che in un eccesso di pragmatismo la vede sempre troppo facile. Mi si faceva notare che da anni l’Occidente costruisce le basi operative e strategiche per l’attacco alla Russia, via Ucraina.
In realtà non è proprio così. La Russia infatti è non precisamente un nemico degli USA, ma un avversario troppo grande da affrontare. Mentre lo è certamente – nemico – di Londra, in quanto una alleanza Mosca – Berlino taglierebbe fuori la Perfida Albione dall’Europa, condannandola a termine (…).
Per Berlino, Mosca è invece duale: un alleato o il lebensraum, anzi contemporaneamente. Memento l’accordo Ribbentrop-Molotov diventato guerra nottetempo.
Dunque, mentre per Washington si possono trovare accordi appunto pragmatici di convivenza con la Russia mirati al mero contenimento, il problema sta nell’eterno duellare tra Germania e a Gran Bretagna, la radice di ogni grande scontro in EUropa e nel mondo negli ultimi 300 anni.
Nel caso tedesco, è chiaro che è sempre l’innata protervia di Berlino la radice di ogni scontro Europeo, per altro sempre con gli stessi mezzucci.
Ricordo per altro che nel summit di Bucarest del 2008, per volere USA, l’Ucraina sarebbe già entrata nella NATO, ma in base a specifici accordi con gli Usa, cfr. Putin e Bush, ovvero tagliando fuori l’EU. Chi si oppose, visto che ai tempi la Francia stava rientrando nella NATO a fianco dei teutonici?
Proprio Berlino…
Capite spero.
Possiamo dunque affermare che quanto accaduto anni dopo, nel 2014, è la logica conseguenza di un piano Made in Germany di lungo termine (parlo dell’anima nazista tedesca, mai epurata) mirato alla destabilizzazione russa, con metodi nazisti chiaramente, memento i rumors sui cecchini di piazza Maidan tedeschi. Chiaramente un piano che vede tutto sommato d’accordo anche Londra, che vive di sfida allo strapotere tedesco creando tensioni interne (…).
Gli Usa? “Troppo ricchi per capire”, così da sempre pensano a Londra della loro ex colonia.
In tale contesto i metodi nazisti fanno regolarmente capolino, in un’area, la ex Khazaria/Ucraina, da sempre ambita da tutti i contendenti (in linea del tutto ipotetica non si può escludere che anche gli ebrei, o meglio l’élite ashkenazita vicina ad ideali sionisti, in teoria potrebbe essere interessata a depopolare l’Ucraina con la guerra per far poi muovere popolazione ebraica in loco, in considerazione dell’antica assonanza storica tra regno khazaro ed ebraismo, anzi tra le popolazioni Mesopotamiche migrate progressivamente in Khazaria e un certo ebraismo apicale, quasi esoterico direi, …, ndr).
Come capite, purtroppo sembrano esserci enormi interessi convergenti pro- guerra in loco, in Ucraina, sigh.
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Compreso il contesto, va capito il metodo che si vorrebbe applicare per raggiungere i fini prefissati, lato neo nazismo EUropeo.
Visto che dopo l’operazione Paperclip i nazisti hanno infettato i “nemici” USA (facendo quasi da gestanti nella nascita oltreoceano di contropoteri interni a rischio similitudine con l’Abwehr [CIA] e Gestapo [FBI], ndr), previa sospetta secondo alcune fonti morte prematura dell’ideologo incorruttibile della reazione USA in EUropa anche contro l’Impero britannico, F. D. Roosevelt (si è parlato di coinvolgimento dei servizi segreti inglesi, che avrebbero infiltrato un membro del suo staff più prossimo, …), ci possiamo aspettare che anche oggi i metodi siano più o meno gli stessi di 75 anni fa ed ancora prima.
Ossia la confisca dei beni dei nemici, anzi sulla base del solo metro della radice nazionale di ognuno, rubando a tanti per dare a pochi, lo stesso metodo venne usato durante l’Olocausto. E si tenta di riusarlo anche oggi.
Nel contesto lasciamo perdere il fatto che anche nella confisca dei beni agli ebrei Hitler perseguitasse semplici semiti, evitando scontri con ashkenaxiti apicali che di fatto uscirono addirittura rafforzati dalla guerra (…)(tale variabile complicherebbe solo lo schema, ndr).
Resta che oggi si vorrebbe – in EU – che si confiscassero i beni del popolo russo in Occidente, con una negazione del diritto simile alla spogliazione dei beni degli ebrei durante la seconda guerra mondiale.
Ma ai nostri giorni, in maniera assai più sottile.
Ovvero, visto che nessuno sa come andrà a finire la guerra, si dice più o meno: “tu, vicino, confisca i beni dei russi a casa tua e poi ce li dai, che io a casa mia non ho il coraggio di farlo”.
Precisamente in tale contesto va decifrata la richiesta apparsa sul Corriere della Sera, che più di ogni altro brilla come servo del regime di turno, di confiscare i beni russi presenti in Svizzera (che poi il Corsera sia di proprietà conforme a quanto sopra indicato come complessità di schema forse non è un dettaglio di poco conto, ndr).
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Spero capiate che tale strada porta diritti all’inferno.
Non solo perché nega ogni basilare diritto di proprietà, fatto che se esteso comporterebbe una confisca generalizzata di beni stranieri in ogni paese coinvolto, scatenando in toto le aberrazioni nichiliste che da sempre il nazismo cova in grembo, ma a livello globale. Per fortuna gli Svizzeri hanno evidenziato subito tale problema.
Ma l’aspetto più grave sta nel rischio di guerra post-nucleare, avendo a che fare con Mosca. Ovvero il rischio di deflagrazione di un conflitto in grado di sterminare mezza popolazione Europea.
In tale contesto non posso esimermi dal rammentare che le condizioni previste da Irlmaier per una guerra in Europa stiano accumulandosi come prova, prima benessere, poi apostasia, falsi idoli, arrivo di popolazioni straniere a frotte (migranti), infine grande inflazione. E poi alla fine, appena prima del conflitto, grande caldo, tanto da mietere il grano a marzo in Baviera… incrociandosi con le profezie di un’altra mezza dozzina di asceti (…).
Siamo in pochi ad aver avuto il dono – o la condanna – di aver potuto capire cosa sta realmente succedendo. Forse è addirittura un dovere cercare di far risvegliare gli animi…
MD