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Home » Powell vs. Davos: il primo pro dollaro, gli altri pro CBDC (gli USA hanno la partita in mano)

Powell vs. Davos: il primo pro dollaro, gli altri pro CBDC (gli USA hanno la partita in mano)

È innanzi a noi un gioco concentrico, un business coup internazionale (cfr. Smedley Butler) atto a spodestare gli USA dalla preminenza strategica globale. Per fare questo bisogna affossare il dollaro. Un po’ come i nazisti cercarono di fare con la sterlina ancora imperiale durante l’ultima guerra, stampando sterline false… Da qui in avanti sarà essenziale tutti capiscano chi è il nemico, che è trasversale

mittdolcino by mittdolcino
22 Giugno 2023
in EU e nazismo, Totalitarismo, WWIII
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
Powell vs. Davos: il primo pro dollaro, gli altri pro CBDC (gli USA hanno la partita in mano)
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È chiaro che il dollaro, moneta di scambio globale, dà un vantaggio enorme agli USA, che possono scambiare carta verdastra con merci preziose. In realtà gli USA forse non necessitano nemmeno di tale enorme vantaggio strategico, avendo tutto, materie prime, un paese immenso, cervelli, consumi, armi, tecnologia, potere…

E’ inoltre palese, per altro, che i soggetti che vorrebbero affossare gli USA, ossia il dollaro, sono coloro che vorrebbero sostituirsi a Washington, almeno nel predominio in certe zone. Due sono principalmente i soggetti interessati, che poi sono gli stessi esclusi da Yalta: la Cina e l’EU franco tedesca.

Capire tale primo passaggio è cruciale.

Evidente poi che, per affossare gli USA, va sostituito il dollaro come valuta di scambio globale con qualcosa d’altro. L’EU, erede dei nazisti, pensa alla CBDC, la valuta virtuale creata dagli stati. Tale valuta ha un grande pregio: come l’auto elettrica che può essere spenta o resa inefficiente a distanza, anche la CBDC può controllare i consumi dei consumatori/utenti, quanta carne puoi comprare, quanta benzina, quanta CO2 puoi produrre…

Uno strumento di controllo insomma, perfetto per un continente che ha ospitato la DDR.

Il fine infatti, come in ogni utopia socialista, è lo stesso: creare cittadini di serie A e di serie B. Oggi la serie A sono le elites miliardarie, piu o meno le stesse che sia Mussolini che Marx denunciavano (i plutocrati/immensi capitali tanto grandi da essere superiori alle leggi ed alla stessa democrazia, ndr). E controllare il volgo.

In realtà stiamo chiaramente vivendo una grande rima della storia: quante volte l’impero americano attuale è stato associato all’antica Roma, anche a sproposito, soprattutto come metodi! Come concezione però non è dissimile, anzi…. Un famoso libro ci può aiutare, famosissimo direi, lettura antica (1974) che non sapevo fosse finalmente stato tradotto in Italiano, tornato alla mente grazie ad un amico (…): è la storia della transizione da antichità a feudalesimo, che è quello che stiamo vivendo oggi, ma in termini moderni:


Seguitemi:

“…l’ottimismo della polis ellenica prima e del mondo romano poi [oggi, pax americana] si reggevano grazie al modo di produzione schiavistico [oggi, capitalistico], la crisi catastrofica e la conseguente disgregazione dell’impero coincisero, con l’avvento in Europa [oggi, EU franco-tedesca] del primitivo modo di produzione degli invasori germanici, nomadico e post-tribale, che si compenetrò e ricompose con l’elemento romano e diede origine al modo di produzione feudale [oggi e soprattutto domani, DDR-EU]”

Ergo, Reset di Davos, EU driven (Dall’antichità al feudalesimo (Perry Anderson).


Spero cogliate (in parentesi quadra i nostri commenti-traccia). Fondamentalmente gli USA non hanno bisogno di una guerra per vincere, basta Powell, vedasi oltre…

*****



Al di fuori di come tale immane sfida si svolgerà, siamo tutti curiosi di scoprirlo (qualche idea ce l’abbiamo ma la teniamo strettamente per noi, chiusa nel nostro ristretto circolo) la cosa importante, oggi, è capire se la sfida al dollaro potrà essere vinta, che è il primo passo. O meglio, quali conseguenze porterebbe/porterà la sfida al dollaro.

Tenendo – vi prego – sempre presente che, in presenza di una sfida globale anche bellica, le azioni quotate in borsa, ossia la ricchezza delle elites, tutto sommato tengono botta, quanto meno rispetto alla debacle di benessere riservata alla cd. classe media (…).

Infatti, quanto sembra palese, oggi, è che il dollaro, ovvero Powell, ossia gli USA per come c’è l’ha descritta il commentatore economico più lungimirante in circolazione, Tom Luongo, sembrano in una botte di ferro.

Jamie Dimon (CEO JPM): “se gli USA fallissero cosa succederebbe?”. Risposta: “Se la Fed accettasse come collaterale i bond USA falliti…”. Come l’Italia con la lira, un paese con la propria valuta non può fallire

La prova è quanto segue, sotto.


Infatti e’ un meccanismo perfetto quello difeso da Powell, oggi, con l’aumento dei tassi di interesse anti-inflazione (indirizzo che renderà fallimentare ogni tentativo di transizione energetica, se non forzando il gioco con una vera e propria deriva autoritaria, ndr): infatti va ricordato che il debitore – inteso come Stato – NON può’ essere fatto fallire senza che anche e soprattutto il creditore non solo fallisca assieme a lui, facendo svalutare il dollaro oggi detenuto guarda caso dai cinesi, oggi.
Ma addirittura fottendo letteralmente l’ export del creditore, visto che gli attivi di bilancia dei pagamenti cinesi (e tedeschi) dipendono dall’export in USA, che consuma i loro prodotti.
Riprova ne e’ il fatto che i dollari incassati dalla Cina (e dalla Germania) con l’export in USA vengono riciclati in dollari (Tbond), per evitare che il dollaro si svaluti spiazzando le merci cinesi.
Va fatto notare che se il dollaro si deprezza, in presenza di una base industriale sottostante statunitense (cfr. gli usa stanno ri-impatriando attività produttive, memento), letteralmente viene cd. fottuta a termine la macchina da export cinese.

Dunque per cd. fottere la Cina basta fottere la belt and road, che serve per trovare clienti per le merci cinesi spiazzando le produzioni locali (ad esempio. Italiane?).
E per la Germania fottere l’euro che resta una creatura pro-export tedesco, ma deindustrializzante per il resto dei paesi non legati al blocco al core-EU…


Spero abbiate colto.

Per quanto sopra spiegato, sinceramente, non sono dunque preoccupato della CBDC, visto che sarà un tentativo solo EUropeo, finalizzato per altro a schiavizzare il proprio stesso popolo. Ossia per ridurre le risorse prime consumate in loco, in EU, visto che l’EUropa, tranne l’Italia, non ha risorse energetiche fossili (…).

Chiaro infatti che la Cina non punta alla CBDC ma a sostituire il dollaro con lo Yuan, per fare lo stesse preciso identico gioco USA, ma con la propria valuta (cinese).

*****

In fondo, vista così, l’Italia non solo non ha alternative, a restare con gli USA. Ma nemmeno interesse ad andare verso una schiavizzazione del proprio stesso popolo, associata alla CBDC; moneta che serve esclusivamente a mantenere il grip dell’EU Franco tedesca sul vecchio continente, per loro interessi imperiali (…).

L’Italia affacciata al mediterraneo ed all’Africa ha ben altre e rosee prospettive rispetto alla povera Germania, inerme senza gas russo.

Per questo Francia e Germania è solo questione di tempo prima che attacchino l’Italia, per dare la spallata ultima, o meglio sperare di dare la spallata, alla solida relazione di sangue e di comuni interessi con gli oriundi.

Preparatevi dunque a combattere per il vostro futuro (ma non contro Mosca…).

MD

 

 

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