“Errare humanum est, perseverare autem diabolicum“”, vecchio detto non corroso dall’usura del tempo. Forse perchè c’è davvero qualcosa di diabolico, in Europa, che si ripete ciclicamente?
Restano i fatti: nel 2021-22 ci fu l’esplosione dei prezzi del gas e dunque del power, visto che l’elettricità in termini marginali, ossia l’ultima risorsa attivabile per produrla, è a gas. Dunque, sale il gas e sale anche il prezzo dell’elettricità.
In più c’è il prezzo della CO2 da integrare nel costo power, un prezzo politico, imposto dalla politica come aggiunta, in coppa, per giustificare gli investimenti green. Oggi tale componente CO2 ammonta, circa, almeno in Italia a (almeno) qualcosa come 30-40 €/MWh, su un prezzo all’ingrosso di circa 100-110 €/MWh.
In realtà ciò non comprende tutti i costi green: infatti l’energia è composta da un prezzo gas, che si traduce in un prezzo dell’elettricità applicando la CO2, a cui va aggiunto però il trasporto e lo sbilanciamento, più altre componenti (ad esempio la tassa per la commercializzazione del gas, un balzello assurdo) che tralasciamo in questa dissertazione.
Fatta 100 la componente power all’ingrosso, ma senza oneri (la A3, il costo rinnovabili “socializzato”, è da aggiungere al costo all’ingrosso), va aggiunto – a seconda della tensione di alimentazione cliente – anche una componente trasporto che vale diciamo da 30 a 50 €/MWh, tanto per far capire.
E poi nessuno purtroppo valuta il costo di sbilanciamento, figlio della programmazione rinnovabile, che incide nelle tasche degli utenti: infatti, in base alla priorità di dispacciamento dei dette fonti rinnovabili (…), che incide nelle tasche del sistema come onere, il costo lievita anche per garantire la stabilità del sistema (…). Tale onore è tanto più alto quanto maggiore è il rischio di non poter programmare dette fonti rinnovabili., soprattutto in presenza di una borsa che ancora si basa sul folle System Marginal Price e non sul più morigerato Pay as Bid (vedasi LINK).
L’esempio pratico lo abbiamo visto in Spagna, black-out in forza di eccesso di rinnovabili, che comporterà l’approntamento di sistemi di back-up, pompaggio or altro, pagati dal sistema di fatto come onere di sbilanciamento (…).
In breve, l’energia resta un salasso, come costo, anche perchè è strutturata non per abbassare i prezzi, ma per tenerli ragionevolmente alti.
Vedasi: https://x.com/mittdolcino/status/1917924972867076579
Illuminante un articolo del Corriere della Sera di qualche settimana fa in cui si faceva notare che prezzi a zero dell’energia in alcune ore non sono un bel messaggio. Ossia, invece di dire “bene che le industrie si approvvigionano a prezzi bassi” il discorso è inverso, ossia con prezzi bassi non si investe più in rinnovabili.
Capite spero: lo scopo non è abbassare i prezzi, ma investire COMUNQUE in rinnovabili!
Forse perchè la casta investe i propri risparmi in grandi campi eolici e fotovoltaici? Ossia la politica e don Rodrigo come pupari?
CI siamo capiti.
In tale contesto va letta la decisione di Berlino di scegliere deliberatamente di far suicidare la popolazione EU riducendo lo stoccaggio minimo del gas: prima si fa di tutto per eliminare i camini a legna; poi si obbliga a passare all’elettrico; poi si fa esplodere il prezzo del gas e dunque dell’elettricità, molto sensibile ad una eventuale carenza perché difficilmente stoccabile. Et voilà…. Ed infine si riducono gli stoccaggi gas, all’80%.
I motivo ufficiale è risparmiare pochi miliardi di euro [una scusa, ndr], senza contare che storicamente il costo della garanzia può tranquillamente essere assunto dallo Stato, ossia dall’EU, con quote di stoccaggio cd. “strategico” (in Italia), solo a volerlo (evidentemente non si vuole, si preferisce la crisi)
Faccio infatti notare che nel 2021 si fece precisamente lo stesso errore: non riempire gli stoccaggi. Pensate che già il decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, aveva fissato nel 90% il quantitativo minimo di riempimento per gli stoccaggi italiani. Molto prima, oltre vent’anni fa, il d.lgs n.164/2000, all’art. 12 comma 11-ter aveva già stabilito che una quota di stoccaggio dovesse obbligatoriamente essere riservata alla riserva strategica, pari a un certo volume calcolato di anno in anno a cura del MiTE.
Oggi invece si va al contrario.
Precisamente dopo il black-out spagnolo, causato dalla problematica intrinseca degli stoccaggi di energia insufficienti, come pompaggio ad esempio, a fronte di sempre più rinnovabili.
In breve, basta un inverno freddino, non necessariamente freddo e, complice le rinnovabili, magari con molta neve, ossia con alta copertura di nuvole che impedisce la produzione fotovoltaica, e il sistema va in crisi.
Possiamo dunque affermare con ragionevole certezza che tal provvedimento causerà una crisi di prezzo energia che sarebbe invece facilmente evitabile mantenendo il livello di stoccaggio al 90%.
Se poi non credete a tali parole, ecco i dati, a supporto, sotto.
COMMENTO: SI! Il grafico sopra lo dimostra: pur in presenza di una uscita dalla crisi COVID, con attesa di alti consumi, il nord EU NON riempì gli stoccaggi (l’Italia mediamente li ha riempiti diciamo abbastanza, anche se qui non si vede), coi risultati tragici che tutti ricordiamo, il prezzo al future tedesco sull’elettricità, forward, anno successivo, toccò anche i 1000 €/MWh, dai circa 30-40 €/MWh nel 2020 e 2019.
Tale mossa dell’EU tanto è folle che si può immaginare preveda un piano, è certo.
In breve, l’EU punta ad innescare una crisi dei prezzi elevatissimi FOTOCOPIA di quella del 2021/22.
Immaginiamo il driver, nella ipotesi benigna, sia rinnovare il North Stream, a vantaggio tedesco (e non italiano, a pensar male, ma probabilmente azzeccandoci).
Più probabilmente si vuole innescare il malcontento popolare in Europa contro la Russia, che non fornisce più il gas all’Europa dopo il North Stream saltato per aria. Senza però dirci che a farlo saltare per aria sono dei paesi europei e non Mosca… (…)(vi vogliono mica spingere in guerra contro Mosca, a termine, causa prezzi del gas insostenibili, dando la colpa ai russi???)
Vi raccontiamo tutto questo stante che l’Italia può anche salvarsi dal collasso programmato, visto che ha stoccaggi tra i più grandi d’Europa, i secondi in termini assoluti, ma assolutamente i primi, per svariate volte, come combinato in termini di volume di stoccaggio su consumo nazionale e valore assoluto, oltre che di immissione potenziale in rete, potrebbe salvarsi tagliando i corridoi con il resto d’Europa, come ha minacciato più volte di fare la Francia con l’elettricità (memento che i contratti lungo termine di power dell’Italia con la Francia derivano dagli investimenti di ENEL fatti nel reattore Superphenix dei tempi, una invenzione italiana rivelatasi tanto azzeccata da essere alla base di tutti i nuovi reattori, raffreddamento a metallo liquido).
Peccato che l’EU abbia “blindato” la sicurezza sua attingendo per trattato agli stoccaggi italiani. Ossia evitando la salita dei suoi prezzi gas grazie ad investimenti fatti dalle famiglie italiane con le tariffe, nei decenni.
Una scorrettezza indicibile.
A parte di denunciare lo scandalo di cui sopra, noi non possiamo fare altro. Se non aggiungere che, al contrario degli USA innovatori di sistema con il team Trump (che sta cambiando comportamenti osceni diciamo fino a ieri consolidati), non vediamo alcuna volontà politica di affrancarsi da un sistema marcio, incentrato sull’EU ossia sugli interessi dei poteri veterocoloniali europei, sistema che punta a schiavizzare la classe media a vantaggio di una casta sempre più impresentabile.
Qui dunque ci fermiamo, anticipando semplicemente cosa succederà dal prossimo anno, con lo riempimento incompleto degli stoccaggi gas, per volere della politica traditrice.
Poi non si dica che non si sapeva cosa sarebbe successo. Qui è tutto spiegato, resterà ai posteri.
MD