La Francia è il vaso di coccio dell’EU, si sa. Le manifestazioni di protesta interna, mancando crescita, ormai sono una costante, prima o poi scappa di mano. Chiaramente, essendo parte della Lotharingia, ad est, là giocano sporco. Ma questa volta Parigi è alle corde, davvero: dunque diventa pericolosissima.
Sappiamo infatti che, purtroppo, l’attacco ad Israele di Hamas finanziato dall’Iran è avvenuto con la tempistica che sappiamo proprio perché Italia ed USA ad ottobre scorso stavano chiudendo la porta libica all’Africa usata da Parigi per arrivare in Niger (dunque anche terminando il franco CFA, ndr); ovvero riprendendo militarmente l’ex regno di Gheddafi per riappacificare l’area.
Davos si è dunque attivata per evitare tale epilogo, scatenando l’inferno nel paese cuore dell’Alleanza di Camp David, in Israele (anche a Tel Aviv evidentemente Davos ha dei cooptati che lavorano per lei, Worms, Lotharingia, sempre lì si torna…).
La prova del nove si è avuta più volte.
Ad esempio, dalla morte di Alfred Heinz Kissinger i tentativi di ricomporre la filiera auto italiana si sono moltiplicati, lato romano.
Ora che siamo vicini alla svolta, ecco che con lo spettro della possibilità di nazionalizzare alcuni impianti ex FIAT in Italia oggi inspiegabilmente chiusi di fatto dai francesi (che puntano a deindustrializzare la Penisola trasferendo asset e valore in Francia) ecco che l’asse Franco-sino-tedesco riemerge cercando di portare l’assemblaggio di auto elettriche cinesi (che in Italia non si vendono) a Mirafiori.
Giusto appena prima che il governo Meloni (che ha traditori e spie pro EU nel suo governo) annunciasse l’arrivo di Toyota in Italia, sempre lato Camp David.
E senza citare il fatto che Stellantis, secondo fonti di Stato francesi, sarebbe pure in predicato di fondersi con Renault, il produttore a proprietà statale francese, più chiaro di così!
Oggi l’epilogo di sistema e’ però un altro e riguarda madame Lagarde, la seconda francese a capo della BCE (il primo capo, Trichet, coincise con la defenestrazione di Berlusconi via spread, ndr), la stessa che attivo’ la troika contro Atena.
Ovvero colei che godette della defenestrazione di D. Strauss Kahn sotto Sarkozy, il presidente che uccise Gheddafi (oggi – per la cronaca – condannato dalle procure francesi, ndr) paventa addirittura una EU a due velocità!
Infatti lato BCE si è di fatto ipotizzata l’EU a due velocita, proprio ieri l’altro.
Tale proposta, che olezza disperazione, chiaramente dovrebbe vedere separato il blocco tedesco da quello mediterraneo.
Il problema è che la Francia vorrebbe stare con l’Italia, per succhiarne il sangue. Ossia per deindustrializzarla fino in fondo.
Stile Fiat insomma, da chiudere in Italia per trasferirla oltralpe. Stesso discorso da estendere alla media industria, lasciando solo le PMI in Italia a farsi strangolare di tasse (visto che le aziende che fanno grandi utili dovrebbero, secondo lo schema francese, portare il valore in Francia usando ad es. i trucchi del transfer price EUropeo, oltre che le sedi fiscali estere, ndr)
O stile Mittal, che dalla sua base francese vorrebbe chiudere ILVA, l’unico sito acciaiero da minerale italiano, a favore dei produttori EUropei.
Il gioco che abbiamo innanzi è gioco grande ed è presto spiegato: l’EU oggi è in guerra economica con gli USA, ben sapendo che se torna Trump (che è nemico di Davos, al contrario dei Dem USA) la partita sarà finita. E l’EU finirà.
Dunque l’EU franco-tedesca, la stessa di Vichy, vorrebbe devastare l’alleato chiave americano in EU, l’Italia. Non solo portando via industrie e assets, ma specificatamente facendola a pezzi come Paese, un lavoro certosino di dissoluzione italica progressiva quello in atto, soprattutto lato francese (ma anche tedesco, vedasi la collaborazione prestata per liquidare “Gheddafi amico dell’Italia”, ndr).
Ecco dunque spiegate tutte queste “attenzioni” anti italiane.
La posta in gioco infatti è enorme: se la Francia cade, cade l’EU.
E, ad esempio, se la Francia perde l’accesso all’Africa, ossia si chiude la porta libica, Parigi implode, portandosi dietro la fine dell’euro.
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Infatti con euro svalutabile a piacimento, con la tremenda conseguenza di strangolare i paesi eurodeboli (vedasi troika greca,una colonizzazione intra-EU sottile insomma), l’EU diventa un avversario americano. E questo pur avendo perso due guerre mondiali. E pur non avendo materie prime. E neppure accesso al Mediterraneo, senza l’Italia.
Il gioco è chiaro dunque. Purtroppo per gli italiani giocare assieme all’EU significa applicare a se stessa il piano Morghenthau, di deindustrializzazione. Ovvero fare la fine della Grecia…
Diciamo la verità: l’EUropa ha fallito, non per colpa delle sue genti.
Ma per colpa di una classe dirigente EUropea nipote di Vichy che, al pari dei feudatari di 600 anni fa, ha pensato prima di tutto a difendere i privilegi delle proprie elites, ormai elites EUropee (riunite a Davos).
E non a creare una EU simmetrica dei popoli con equilibrio di poteri e crescita. Alla fine sempre i soliti paesi colonizzatori seriali dovevano e dovranno crescere, in EU, secondo tale schema.
Tale impostazione resta dunque inaccettabile.
Fortunatamente, per motivi diversi, anche gli USA sono contro tale impostazione elitaria EUropea, impostazione che non esito a definire “nazista di ritorno”.
MD
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