Se uno proprio deve avere un padrone – chiamasi dottrina della sopravvivenza di Stato – è importante che tale entità sia fortissima, ricchissima e che non abbia bisogno di attingere alle di cui relative fortune per sopravvivere. Ma l’aspetto più importante è che sia molto ma molto lontana….
A pensarci bene, l’identikit cozza perfettamente con quello che invece l’Italia sta facendo con il trattato del Quirinale, ossia “alleandosi”, meglio detta “regalando le proprie chiavi di casa” ad un Paese straniero aggressivo, relativamente povero in termini non solo economici ma anche geostrategici (rispetto alle proprie infinite ambizioni, …), invidioso, pavlovianamente colonialista. E ad un passo dai propri confini. Parlo della Francia (Parigi storicamente detiene il record mondiale di razzie in terra italiana, libro di storia alla mano, ndr),
Alcuni aspetti di tale dottrina, che poi è semplice buon senso (di Stato), sono emersi nella scelta svizzera dei caccia da guerra per pattugliare difensivamente i propri cieli: mai è stata veramente in pista la scelta dei caccia francesi o europei, che poi sono – oggi, post avvento degli F35 – circa la stessa cosa. Prima infatti furono in ballo i SAAB svedesi, alla fine sono stati gli F35 americani. Mai sarebbero potuti essere i jet francesi.
Il motivo è semplice: se nella Confederazione avessero comprato i Mirage, come accaduto in svariati scenari di guerra passati, alla fine quando i francesi ti attaccano/ti mettono sotto pressione, tali Mirage rischiano di non funziore a dovere (…).
Se il potenziale nemico, dunque, è lontano, non ci sono problemi, o meglio, ce ne sono molti meno. Ovvero, puoi anche comprare i suoi aerei da guerra. Se invece il potenziale avversario confina con te – ovvero abbisogna ciclicamente anche delle tue ricchezze oltre ad essere anche tremendamente invidioso – col cavolo che gli compri i suoi caccia!
Stessa cosa vale per le centrali nucleari, a guardar bene: una volta l’Italia aveva la sua filiera, ad es. con l’Ansaldo, per una tecnologia così strategica e pericolosa (Enrico Fermi, il pioniere mondiale, ricordo che era Italiano). Oggi, a valle delle privatizzazioni volute dall’EU, ossia dall’asse franco-tedesco, la Repubblica è alla fine costretta a comprarle all’estero, le centrali atomiche.
Chiaramente la scelta più saggia sarebbero le centrali italiane, che purtroppo non ci sono; dunque, in alternativa, bene quelle americane, giapponesi o anche russe. Mai quelle francesi! La ratio penso sia chiara (vedremo se mezza Roma nel caso comprerà case affacciate a monumenti “a sua insaputa”, a breve giro…).
A meno di avere figli, nei gangli della politica romana e dei boiardi annessi, che sono direttamente o indirettamente al soldo dei francesi, parlo di altissime cariche dello Stato (…). Per vostra informazione Bouteflika, il dittatore algerino, viveva a Parigi, dove veniva protetto e curato dai francesi, che in cambio hanno depredato per decenni l’Algeria (il film che spiegò davvero la cattiveria “dentro” del colonialismo francese quando si tratta di colonie, per l’Algeria venne prodotto e diretto da Gillo Pontecorvo – “La Battaglia di Algeri”, vietato n Francia fino al 1971, in realtà molto olytre, ndr -, ossia del fratello dell’eroe Bruno Pontecorvo fisico di team di Fermi, colui equalizzò la potenza nucleare mondiale con l’equilibrio USA-URSS, dopo Nagasaki, … , ndr).
Anzi, a Parigi c’è addirittura un distretto delle ville cd. africane, dei dittatori stranieri, che lì ci vivono con le famiglie/ci hanno vissuto. Della serie, “mi fai depredare i beni del tuo Paese ed io ti permetto di stare qui, a Parigi, protetto, ma a pegno di ammazzare di povertà le tue genti“. Ovvero pagando la stecca al dittatore…
Usate questo metro e capite le decine se non centinaia di rivoluzioni fallite in mezza Africa francofona nell’ultimo secolo.
Questo sostanzialmente il motivo per cui a me i francesi piacciono – e, devo dire, molto – ma solo quando stanno di là dei confini italiani, almeno di 20 kilometri (…).
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Tornando alla Libya, Gheddafi si sa fosse di madre italiana. E dunque Gheddafi, cuor di madre, salvò sempre le aziende italiane in crisi, con soldi d’emergenza (Fiat anni ’70, Unicredit 2009 ecc.). Solo per vedere tali denari, della banca centrale ed in oro, sparire dopo la deposizione violenta del Rais post crisi subprime (crisi sistemica globale che, grazie a Gheddafi, vide l’Italia come unico grande paese Occidentale a non dover salvare le proprie banche con soldi pubblici, ma solo libici giusto per l’Istituto di Piazzale Cordusio, in forza delle speculazioni delle filiali tedesche ed austriache, ndr).
Per inciso, i soldi nazionali libici post deposizione del Rais sparirono, furono rubati insomma….
Per mano franco-tedesca, si dice, vedasi i sorrisini mediatici dei due gerarchi EU, ai tempi della deposizione anche di Berlusconi (…). E con cooptazione di Cameron, sempre ai tempi, legatissimo agli ambienti EU, con moglie che fa Astor di cognome ed è cresciuta come cattolica nella scuola primaria, incredibile per una consorte di un governante inglese di tale livello… (evidentemente esistevano affiliazioni Grandorientali, vedasi anche il baciamano pubblico da parte di J.C. Juncker, ndr)
I sorrisi di Merkel e Sarkozy rappresentano precisamente quanto sopra: una tragica deriva, anti-italiana oltre che anti-libica. Con tutto il rispetto per le tristi sorti del popolo libico, amico dell’Italia almeno in termini relativi (intendo, rispetto alla supposta “amicizia” di Francia e Germania, ndr).
Se volete capire meglio il motivo dell’uccisione per mano francese di Gheddafi, con il supporto di Hillary Clinton, ai tempi, forse basta che guardiate questo grafico, sotto, pre-invasione della Libya.
Ossia l’Italia ha avuto enorme successo petrolifero in Africa, al contrario dei suoi pari stranieri.
Potrei aggiungere che la rivoluzione anti Gheddafi a Tripoli fu scatenata agli esordi grazie da d un carico di fucili tedeschi HK G36 apparentemente difettati, ma funzionanti, arrivati non si sa come dalla Germania; sembra fossero i famosi fucili che piegavano la canna a causa di un difetto di fabbricazione, dunque vennero sostituiti dalla Bundeswehr/Wehrmacht (e portati in Libya per ammazzare il dittatore filo italiano? ndr).
Letto quanto sopra, penso abbiate capito cosa aspetta l’Italia a stare con la Germania e, soprattutto, con la matrigna Francia nei prossimi anni.
In tale contesto i sorrisini di Angela Merkel (che, lo ricordo, vorrebbe andare svernare come pensionata in Italia; fosse per me le dedicherei Linosa, ossia una bellissima isola, ma al confino, ndr) e Mr. Sarkozy/Bruni, assumono un carattere ancora più sinistro.
Riprendo dunque un vecchio cavallo di battaglia, secondo me dirimente, scritto un’era geologica fa, sulla Libya prima e dopo l’invasione. Ma attualissimo, credetemi, per capire (…).
Penso sia un atto dovuto agli amici libici. In effetti, forse per l’emigrazione, forse per i sensi di colpa, forse per l’essere Mediterranei, non vedo gli italiani capaci – dopo i disastri etiopici di Mussolini – di essere colonizzatori, quando non si riesce nemmeno a difendere casa propria…
Buona lettura, dunque, sotto. E, attenti a cosa capiterà…
MD
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La Libya prima e dopo l’attacco francese a Gheddafi del 2011: eppoi qualcuno ancora si stupisce degli attentati islamici in Francia…
articolo del 12.18.2018, di cui al LINK
E’ un dato di fatto che, di norma, le genti del nord Africa odino i francesi. Oddio, tutti gli occidentali sono considerati infedeli a quelle latitudini specialmente dai musulmani, è lecito, visto che sono centinaia di anni che sfruttano le loro risorse. Però ci sono stranieri e stranieri, infedeli ed infedeli. In media gli italiani – di norma – sono considerati tra i più accettabili degli infedeli e questo per una semplice ragione: nonostante l’indubbio atteggiamento occidentaleggiante dedito allo sfruttamento delle risorse (ed all’apprezzamento del sesso femminile), almeno gli abitanti dello Stivale riconoscono il loro passato di emigranti con la valigia di cartone. Forse è per questo che comunque – alla loro maniera – di norma fanno fatica a sfregiare il Paese che li ospita, spesso lasciano qualcosa nei posti dove vanno a lavorare, non di rado figli, a volte case, molto spesso strade, infrastrutture, un minimo di assets.
Muhammar Gheddafi e la sua Libya felix fu un caso da manuale (era il paese con il più elevato tenore di vita nel continente africano prima della deposizione violenta permano francese del Rais, ndr): da sempre protetto dall’Italia, che gli aveva anche riservato un canale di volo fuori dai radar NATO ed italiani, con scorta di caccia nazionali nei suoi spostamenti durante la guerra fredda (nell’incidente di Ustica i francesi – sì, sempre loro – cercarono di farlo fuori forse per la troppa vicinanza storica all’Italia, giudice Rosario Priore docet, “Intrigo Internazionale”, Chiarelettere). Favore ricambiato con petrolio e liquidità ogni qual volta l’Italia cadeva in disgrazia, una volta alzava la posta uno, la volta dopo l’altro. Fu così che Fiat fu salvata dai soldi libici alla fine egli anni ’70 dello scorso secolo, poi Tripoli venne graziata dall’Occidente post Lockerbie anche grazie ai buoni uffizi italiani con stop dopo un solo bombardamento USA alla reggia del Rais, fino ad arrivare ad Unicredit, unica banca italiana caduta nella trappola subprime nel 2008 a causa delle sue partecipate tedesche ed austriache e letteralmente salvata dai libici, permettendo così all’Italia di essere l’unico paese occidentale immune dal subprime ossia dove lo stato non aveva dovuto salvare nessuna banca italiana, ne uscivamo addirittura da vincenti. Forse per questa ragione ci fu il colpo di mano contro Roma nel 2011…
Eh si, la mamma di Gheddafi aveva ascendenze italiane (non lo sapevate, eh?), forse anche per questo alla fine c’era dell’amore fra i due Paesi. Pensate – si dice – che Berlusconi appena prima del golpe del 2011 andasse a fare le riunioni coi suoi a Tripoli per non essere intercettato nelle sue conversazioni…
Poi Gheddafi venne ucciso, nel 2011, dai francesi. Anche se non era necessario, guarda caso. Una vera e propria esecuzione, dopo un’invasione della Libya basata su prove inventate (fosse comuni che invece erano semplici funerali ecc.). Da lì partì il disastro italico, senza rete di protezione finanziaria anti-crisi e nemmeno la diga contro i migranti via mare, ricordiamo sempre che con Gheddafi di barconi non ne arrivava uno. In cambio ENI lavorava con NOC, l’azienda di stato libica, per il di fatto sfruttamento congiunto delle risorse libiche.
I soldi del petrolio destinati ai libici, un flusso enorme, andavano solo in piccola parte al Rais, in gran parte al Paese ed ai cittadini libici, che aveva welfare, scuole, università a livello – ed anche meglio – dei paesi occidentali. Esisteva una classe media, la gente era tranquilla e relativamente agiata rispetto al resto dell’Africa. Ad esempio rispetto all’Algeria, il vicinale paese anche lui ricco di gas e petrolio il cui presidente, Bouteflika, è da anni residente di fatto a Parigi per farsi curare da una lunga malattia, la Francia funge di fatto da badante. In compenso la gente algerina sta molto peggio della Libya pre-caduta di Gheddafi, gli algerini si sognano il welfare che fu libico (…) [magari perchè la la maggior parte della ricchezza va in Francia? ndr].
Appunto, storicamente i francesi restano i soliti colonialisti di sempre, di quelli certamente “cattivi”: quando conquistano in un Paese gli tolgono la linfa per portarla a Parigi. Bollorè è sotto indagine per qualc0sa del genere in Africa, o sbaglio? Pensate che addirittura il metodo coloniale in Francia lo insegnano nelle loro grandi scuole, metodo – nella declinazione francese – fatto di corruzione dei primi ministri e politici influenti dei paesi che si vogliono colonizzare, pagando loro qualche milione di euro affinchè rubino al proprio popolo decine di miliardi annui…. Precisamente questo metodo coloniale viene insegnato nelle grandi scuole di Parigi, spesso di derivazione militare. Ad esempio nella scuola dove si formano i servizi segreti d’oltralpe, Science Po, dove guarda caso è professore un ex primo ministro Italiano, Enrico Letta, certamente pagato a peso d’oro dallo Stato francese per le sue prestazioni di insegnante…
IN tale contesto vanno interpretate le foto della Libya prima e dopo l’attacco francese che vedete sopra.
Ricordo tutto questo con buona pace di quelli che vedono di buon occhio la conquista economica dell’Italia da parte di Parigi, quanto successo a Montedison svenduta dagli “amici” francesi agli amici dei francesi dopo la strana morte di Gardini dovrebbe essere un monito da considerare con estrema attenzione dagli italiani, sia come metodo che come risultati (vedasi LINK).
Chi scrive non si stupisce dunque delle parole di fuoco di Macron contro l’Italia di oggi: tutte le volte che Roma cerca di far valere i suoi diritti Parigi si incazza. Parigi vuole Roma debole, dovremmo chiederci cosa ha fatto Gentiloni negli scorsi anni, ovvero possiamo solo rilevare che ha spessissimo abbassato il capo a partire da quando ha tentato di cedere tratti di mare alla Francia, indebitamente. Avrà il conte Gentiloni Silveri fatto gli interessi italiani o Francesi? Ai posteri l’ardua sentenza. Vedremo quando – va a poco – gli concederanno la Legion d’Onore per i servigi prestati alla Republique (Enrico Letta [detto anche il marsigliese] la Legion d’Onore l’ha già presa da tempo, idem Prodi, De Benedetti ecc. – di norma quasi tutta gente di sinistra -).
Teniamo duro.
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