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Home » L’attacco di Biden in Siria non è che un “assaggio” del ritorno dell’Impero Americano e dei suoi inganni

L’attacco di Biden in Siria non è che un “assaggio” del ritorno dell’Impero Americano e dei suoi inganni

Franco Leaf by Franco Leaf
2 Agosto 2021
in Generale
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Redazione: fummo facili profeti a prevedere con Biden il ritorno alle “guerre senza fine”: “… diamo sei mesi di tempo a un neo Presidente Democratico, e questo scatenerà una guerra da qualche parte del mondo”.

Solo che stavolta sono bastate sei settimane.

L’articolo di RT è chiaramente di parte. La Siria, del resto, fa parte dell’area d’influenza russa fin dai tempi degli Zar.

E quindi la domanda sorge ancora più forte e spontanea. Ma cosa vuol fare, Biden, una guerra alla Russia?

E la nuova ondata di fuggiaschi siriani, stavolta, dove andrà? E chi sarà in grado di tener a freno Erdogan, quando avrà in mano un’altra arma di ricatto?

*****

Nebojsa Malic per RT.com

Solo una persona veramente distratta poteva sorprendersi per l’attacco aereo in Siria, ora che il vecchio establishment globalista, disinteressato alla tutela della repubblica costituzionale, è tornato al potere a Washington.

Quando qualcuno cerca di annullare anche una sola delle politiche portate avanti dai Democratici questi, a gran voce, proclamano l’irreversibilità delle loro scelte.

E, in effetti, quello che l’Amministrazione Biden ha fatto, finora, è stato di cancellare i quattro anni di Trump per riprendere esattamente dove Obama aveva lasciato.

Anche Trump aveva bombardato la Siria lanciando missili in due occasioni, spinto da segnalazioni pretestuose di “attacchi chimici” e dal “ritorno della milizia iraniana” in Iraq (che lo costrinse, un anno fa, a ordinare l’uccisione del Generale iraniano Qassem Soleimani, fuori dall’aeroporto di Baghdad).

Nell’occasione, fu denunciato dai parlamentari Democratici, dallo stesso Biden e da quella che ora è la sua portavoce ufficiale, Jen Psaki, così come da quasi tutti i media americani — gli stessi che ora applaudono il bombardamento di Biden.

Quando lo fanno loro, va bene … così vuole la narrativa.

Notoriamente, l’Impero Americano usa indiscriminatamente sia il Partito Democratico che quello Repubblicano. Gli Obama, i Biden e i Clinton seguivano le stesse politiche dei Bush e dei Cheneys.

Questo finché non arrivò Trump, che pose fine alla politica delle “guerre senza fine” e che portò avanti il suo progetto “America First”, rifiutando false narrative utilizzate per convincere un’America rurale sempre più povera della necessità di dover applicare “politiche imperialistiche” oltre oceano.  

Questo suo atteggiamento fu considerato un “crimine”.

Venne infatti denunciato e ripudiato dall’establishment, che mostrò a tutti di fregarsene dell’americano medio, del “flyover country” [l’America compresa fra le due coste], preferendo i radical chic delle due coste, la loro volontà “globalista” e la loro ossessione per il complesso militar-industriale.

Non si possono biasimare gli americani per aver dimenticato che l’unica volta che il Congresso ignorò il “veto” posto da Trump fu per tenere le truppe oltre oceano indefinitamente.

I media difficilmente menzioneranno quell’episodio.

Sia chiaro, la settimana scorsa Biden, proclamando “America is back”, si riferiva proprio alla “guerra infinita” e prometteva di lottare per la “democrazia” ovunque fosse necessario.

Vedete? Ancora una volta siamo di fronte alla “costruzione del consenso”.

Quando Trump bombardava qualcuno, poi lo twittava. La “nuova” Amministrazione, invece, si comporta come erano solite fare quelle precedenti: innanzitutto imbecca i media.

Invece del “linguaggio da cowboy” di Trump, la squadra di Biden seleziona attentamente i termini per accrescere i suoi effetti propagandistici, tipo: “attacco preventivo di precisione” … “risposta militare proporzionata” che “mira a una distensione nell’area”.

I media, meri scribacchini del potere, si accodano diligentemente.

La guerra è diventata un “fatto normale”, in America … e questo è avvenuto gettando fumo negli occhi del popolo americano.

Il rifiuto di Trump di adottare questa narrativa è stato il motivo per cui l’establishment lo odiava così tanto.

Biden è stato proposto come il “Presidente che sarebbe tornato alla normalità” — ed è proprio questo che le èlite intendono con “normalità”.

La normalizzazione di un comportamento che dovrebbe essere illegale, immorale e inaccettabile è, francamente, grave.

Nessuno sembra essere interessato al fatto che gli Stati Uniti abbiano truppe dislocate in Siria (e che la bombardino), o che continuino ad averne in Iraq.

Gli Stati Uniti hanno il diritto di fare tutto questo? Domanda inutile … bombardano chiunque dove e quando vogliono.

Questo loro comportamento è motivo di scherno nel mondo del giornalismo vecchia-scuola. Per descrivere questa situazione viene usata l’espressione “il cane che morde l’uomo”.

“Questa non è una notizia” — direbbero gli editori che, continuando, aggiungerebbero:  “Torna quando ci sarà ‘un uomo che morde un cane’”.

Ora, invece, ci sono giornalisti che, con espressione seriosa, descrivono l’attacco come “una forma di solida persuasione” e che fanno notare compuntamente che “non è importante chi viene attaccato” [davanti all’obiettivo da raggiungere].

C’è un altro lato, non meno disturbante, di questo “ritorno all’era Obama”, cui l’establishment tiene molto.

Fu l’Amministrazione Obama-Biden che supportò i “ribelli moderati” in Siria — molti dei quali si rivelarono essere membri di Al-Qaeda — nella speranza di ribaltare il regime di Damasco, dando inizio a una guerra circa dieci anni fa.

Trump, invece, concentrò i suoi sforzi sullo Stato Islamico, ma permettendo alle stesse persone che gli avevano mentito sul numero di soldati dislocati sul terreno d’ingannarlo sull’inveritiero “cambio di agenda” in quell’area.

Cercando di predire le mosse dell’Amministrazione Biden-Harris sulla base di quanto l’attuale Presidente ha fatto in passato — quello che vuole è che il Presidente Siriano Bashar Assad “se ne vada in un modo o nell’altro”, senza alcun interesse per le conseguenze che questo potrebbe apportare.

Dopo tutto, chi ne paga lo scotto sono sempre gli stranieri che vengono bombardati e gli americani del midwest che, di solito, riempiono le fila dell’esercito.

Sono parte di quelle “comunità meno fortunate” che i Democratici si affannano a “difendere dalle grinfie dei più potenti”.

Questo, ovviamente, lascerà gli americani che speravano nel tanto promesso assegno da 2.000 dollari, nella sanità per tutti o nel salario minimo più alto (gli stessi americani che avevano creduto che la montatura dell’amministrazione Obama, “that’s not who we are”, fosse riferita all’empatia e alla dignità), con le tasche vuote a chiedersi come mai tutto questo sia potuto avvenire.

Questo è il motivo per cui gli “architetti dell’inganno” creeranno a breve un altro scandalo costruito ad hoc per distrarre questi disperati.

Perché questo è ciò che sono e ciò che sono sempre stati. Disperati.

*****

Link: https://www.rt.com/op-ed/516718-biden-syria-globalist-empire/

Scelto e tradotto dall’Alessandrino

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