Bevan Shields per The Sidney Morning Herald
Nella fitta foresta 60 km a ovest di Mosca è stato aperto il Patriot Park — la tentacolare “Disneyland Militare” dove i visitatori giocano con armi finte e i membri dell’”Esercito dei Giovani Russi” si divertono a prendere d’assalto una mini replica del Reichstag.
La “Cattedrale delle Forze Armate Russe” è sorta nel parco in meno di 600 giorni e presenta scale che si dice siano state realizzate con il ferro fuso dei carri armati nazisti, con la cupola principale (d’oro) larga 19,45 mt, in un simbolico accenno all’anno della fine della “Grande Guerra Patriottica”.
La sua apertura era prevista per il mese di maggio — il 75° anniversario della vittoria sovietica sulla Germania nazista — ma ha avuto luogo solo due settimane fa, conseguenza della pandemia da Coronavirus.
Il monumento riccamente decorato ha un’enorme importanza per il Presidente Vladimir Putin, che ha saputo sfruttare i valori cristiano-ortodossi e l’orgoglio per la vittoria nella 2a Guerra Mondiale per rafforzare il dominio sul Paese.
Un Putin raggiante ha visitato la Cattedrale il 22 giugno, tre giorni prima che ai russi venisse chiesto di approvare una serie di modifiche alla Costituzione del Paese.
Il referendum, durato una settimana, è stata l’ultima mossa di Putin in una partita a scacchi durata sei mesi, contenente sotterfugi tali da impressionare anche il miglior stratega militare dell’era sovietica.
La modifica più sostanziale è la rimozione della regola che vieta ai Presidenti di servire per più di due mandati consecutivi — un cambiamento che dà all’ex Agente del KGB la possibilità di restare al Cremlino per altri 12 anni, dopo la scadenza del suo attuale mandato (2024).
Olga Oliker, Direttrice del “Programma Europa e Asia Centrale” dell’”International Crisis Group” ha detto che:
“Putin ha esplorato per mesi le opzioni su ciò che sarebbe potuto accadere dopo il 2024 — e non è sicuro del futuro della Russia e suo personale senza restare nei paraggi.
Fino all’ultimo ha detto che sì, potrebbe anche non candidarsi … ma tutto il mondo si aspetta che lo faccia di nuovo, a meno che non succeda qualcosa di davvero inaspettato”.
Quando Putin entrò in carica, dopo le dimissioni di Boris Eltsin nel 1999, era poco più di un’incognita, ma seppe consolidare il suo potere e rilanciare l’economia.
Restò in carica fino al 2008, quando entrò in vigore il limite dei due mandati.
Trascorsi quattro anni nella meno influente posizione di Primo Ministro, tornò al Cremlino nel 2012 per essere rieletto nel 2018. Il leader più longevo dai tempi di Joseph Stalin.
Putin è una forza dirompente e imprevedibile in Europa, Medio Oriente e Stati Uniti.
Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, potrebbe lasciare il palcoscenico a novembre, ma la nube oscura del 67enne Putin potrebbe aleggiare sull’arena internazionale fino al 2036.
Utilizzando una tattica ben conosciuta, la rimozione del limite (al mandato presidenziale) è stata avvolta da oltre 200 ulteriori modifiche costituzionali, fra le quali la protezione delle “verità storiche” della Grande Guerra Patriottica.
Con gli elettori che potevano approvare o rifiutare il pacchetto solo nel suo insieme, prendere posizione contro un’estensione del “regno” di Putin significava votare contro il riconoscimento del risultato militare della Russia.
Nonostante il referendum sia arrivato in un momento difficile per Putin, il risultato non ha mai corso alcun rischio.
Il “gruppo di monitoraggio elettorale” Golos ha parlato di frodi e intimidazioni, mettendo in dubbio la veridicità delle dichiarazioni delle Autorità, a partire dal 78pc a favore dei cambiamenti.
La “Commissione Elettorale Centrale” ha annunciato che il “sì” era prevalso ben prima che a Mosca e in altre regioni i seggi elettorali fossero addirittura chiusi.
Jim Risch, Presidente della potente “Commissione per le Relazioni Estere” del Senato degli Stati Uniti, ha dichiarato che:
“Il finto voto, mascherato da referendum, ha spazzato via tutti i residui della legittimità di Putin e della democrazia russa. Il popolo russo merita di meglio”.
Olga Oliker ha sottolineato che il voto è stato puramente simbolico perché il Parlamento aveva approvato i cambiamenti a marzo e Putin li aveva già sottoscritti:
“Non sono sicura di cosa sarebbe successo se il referendum fosse andato nella direzione opposta. Le cose sarebbero diventate piuttosto imbarazzanti”.
E ancora:
“Sì, sembrano esserci state delle irregolarità. Possiamo anche porci delle domande sui numeri reali, ma è probabile che la maggior parte dei russi abbia votato sì”.
Però, nonostante il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov abbia presentato il risultato come un “trionfante referendum sulla fiducia nel Presidente Putin”, altri numeri raccontano una storia diversa.
La popolarità di Putin è andata in picchiata da quando la pandemia da Coronavirus è esplosa, nel mese di aprile.
Il bilancio ufficiale è di quasi 10.000 persone morte, ca. 65 ogni milione di cittadini.
È in effetti un tasso molto inferiore a quello di Gran Bretagna, Francia, Italia e altre nazioni dell’Europa Occidentale, ma superiore a quello di qualsiasi altro paese vicino alla Russia.
Ci sono stati anche più casi-pro-capite rispetto alla maggior parte degli altri paesi del Continente.
Lo Stato russo, inoltre, ha distribuito un livello di aiuti molto più basso, in percentuale del Pil, rispetto ad altre grandi potenze.
Il dissenso cominciò ad emergere all’inizio di maggio, quando trapelò la notizia che Putin e il Ministro della Difesa Sergei Shoigu sarebbero stati commemorati in uno dei mosaici della nuova e scintillante Cattedrale del Patriot Park.
L’idea — sembrerebbe non pervenuta dal Cremlino — generò un forte contraccolpo e il progetto, largamente ridicolizzato, fu prontamente abbandonato.
La vicenda ha dimostrato che la presenza di Putin ha pur sempre dei limiti.
Nello stesso mese la società di sondaggi indipendenti, “Levada Center”, riferì che il tasso d’approvazione di Putin era sceso al 59pc — un livello molto alto rispetto a quello di molti leader occidentali, ma pur sempre il minimo assoluto per il leader russo.
A giugno, il 35pc ha disapprovato la performance del loro Presidente. Nei precedenti sondaggi questa cifra era appena del 10pc.
Samuel Greene, Direttore dell’”Istituto Russo” del King’s College di Londra, ha detto che:
“In Russia ci sono grosse difficoltà economiche … e il problema è che sono in corso da molto tempo.
Da sei anni i redditi disponibili sono in calo e questo ha davvero inciso sulla ricchezza e sul benessere delle persone, anche prima della pandemia e del conseguente isolamento”.
E ha aggiunto:
“Un numero crescente di persone riconosce che il Paese non sia ben governato e che, finché Putin sarà al potere, le cose non miglioreranno.
Il problema è se ci sia o meno un’alternativa migliore. Il Cremlino, naturalmente, s’impegna molto per far sì che la gente quest’alternativa non la possa vedere”.
Olga Oliker crede che i russi siano grati a Putin per ciò che ha realizzato in passato (militarmente ed economicamente), ma che siano sempre più scossi dalle ultime mosse:
“… ma poi ti guardi intorno e realizzi che non c’è alcun ovvio rimpiazzo. Se non Putin, chi?
Il Paese è in un periodo di stagnazione economica e molti russi hanno visto declinare il tenore di vita. Ma che alternativa c’è? E’ logico che il noto prevalga sull’ignoto.
Credo che questo abbia molto a che fare con l’accettazione, piuttosto che con la popolarità, di Putin”.
Il Presidente è grandemente assistito da un’opposizione disunita e, anzi, quasi insistente, grazie alla persecuzione dei suoi nemici interni ed esterni.
Anche gli attacchi dei leader occidentali non sembrano danneggiare la sua posizione interna.
Dopo la recente tregua, la Russia di Putin è tornata alla ribalta, ma per motivi sbagliati.
Questa settimana Mosca è stata ferita da affermazioni secondo le quali una delle sue unità di “Intelligence Militare” avrebbe offerto tangenti ai Talebani perché uccidessero soldati americani e britannici in Afghanistan.
Anche i leader mondiali sono divisi su come trattare Putin, dopo che Trump si è clamorosamente offerto di invitarlo al meeting del G7 di settembre.
Olga Oliker ha concluso dicendo che:
“C’è una scuola di pensiero, in Europa e negli Stati Uniti, che il problema sia Vladimir Putin e che, se qualcun altro andasse al potere, si potrebbe andare tutti d’accordo.
Ma questo è un terribile errore d’interpretazione della storia russa.
Putin ha una visione del mondo non così dissimile da quella di Eltsin — e nemmeno così diversa da quella dei popoli che hanno governato la Russia e l’Unione Sovietica prima di loro.
C’è la consapevolezza, in Occidente, che in ogni caso sia lui la realtà.
I leader mondiali dovranno confrontarsi con lui e con la sua squadra ancora per molto tempo. Tutti hanno ormai accettato, piaccia o meno, che non ci sia alternativa”.
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Scelto e tradotto da Franco
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