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Home » La Cina ama l’Italia? (a parole, certamente)

La Cina ama l’Italia? (a parole, certamente)

mittdolcino by mittdolcino
14 Aprile 2022
in Attacco all'Italia?, Crisi del globalismo, Crisi Italia, Dal mondo, Geopolitica, L'Italia che si rompe
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La Cina ama l’Italia? (a parole, certamente)
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Esistono molte incomprensioni sul reale rapporto tra Italia e Cina. Incomprensioni pericolose. Anche perchè ormai si parla sempre più insistentemente di prossima guerra anche “calda” ossia militare tra blocco anglo-occidentale e Cina. La Penisola è precisamente sulla faglia non solo tellurica, sospesa tra occidente ed Impero Celeste, col Giappone categoricamente escluso dallo scontro. Le 110+ basi militari USA (ed i milioni di oriundi americani, come Mike Pompeo ad esempio) faranno la differenza, anche per “sponda culturale”, verso il solco tradizionale.

Chiaro, esiste una sfida cinese – a letto con Berlino – contro gli USA globali, ossia quelli che che hanno sconfitto per ben due volte la Germania pan-tedesca nelle guerre mondiali. Da qui la lotta tra la Cina e non strettamente gli USA ma per estensione l’Occidente uscito vittorioso dalla WWII, ossia con l’Europa campo di battaglia prospettico, certamente a livello economico, sempre più probabilmente anche militare. Difficile capire chi vincerà. Resta il fatto che agli USA – per l’Italia – non esiste alcuna alternativa valida, per questioni geostrategiche (…). Chiaro, la sfida USA-Cina è anche sfida Italia-EU franco-tedesca, oggi sugli schermi. Uno scenario altamente destabilizzante.

Ma, al di fuori della propaganda interessata, la Cina è veramente amica dell’Italia? O è solo un’amica interessata?

Chiaro, rompere il legame con Washington avvantaggia sia i franco-tedeschi a letto con Pechino – che potrebbero tornare agli assetti pre-1860 dove l’Italia a pezzi era di fatto la colonia d’Europa – che i cinesi, a cui verrebbe concesso di comprarsi un’Italia mezza fallita ed in ginocchio a prezzi di saldo, prima che gli USA annullino i Tbond detenuti da Pechino per i danni causati globalmente dal laboratorio militare batteriologico Wuhan col coronavirus.

Ben inteso, chi scrive non ha nulla contro i cinesi, che apprezza come grandi lavoratori, facendo la tara per le reciproche differenze culturali. Non fosse altro per il destino che teoricamente – dicono i cinesi – ci accomuna. Ad esempio la parola mafia, nata 2000 anni fa in Cina con le Triadi e solo mutuata in Italia, con l’innata tendenza a “usare” il governo, dove possibile, corrompendolo. Ecco spiegato perchè il governo cinese DEVE ESSERE AUTORITARIO, altrimenti verrebbe esso stesso corrotto dal suo stesso sistema sociale, delle “Triadi”. Da qui a trovare sponde nei paesi di interesse strategico per il sistema cinese in una novella forma di colonizzazione prima di tutto economica, ad esempio cooptando le elites locali, il passo è breve.

Notate bene, non bisogna vedere quanto sopra in termini criminali e nemmeno eccessivamente critici, sarebbe un errore strategico grave. Infatti i cinesi non si fidano dei governi in genere per questioni ataviche, rispettano solo “il loro” in quanto sanno essere un governo col pugno d’acciaio, con cui non esiste mediazione (certamente se si facesse un’analisi approfondita, anche il famoso familismo amorale di Bainfield sarebbe provato essere pavlovianamente ben radicato nell’ex Impero Celeste, ndr). Ben sapendo, lato governo di Pechino, che cedere spazio alle masse significherebbe implosione certa. Da qui l’atteggiamento cinese all’estero, di convivenza interessata, da millenni. Se poi il paese ospitante è prono ad incassare mazzette, allora per i cinesi è il paese perfetto: nel lungo termine verrà completamente cooptato agli interessi di Pechino, è cartesiano (solo un paese nazionalista può fare argine contro una società migrante al proprio interno che a livello strategico non ha nessuna intenzione di integrarsi prima di tutto culturalmente, ndr). Ben notando che i cinesi non sono un popolo guerreggiante ma soprattutto orientato a difendere le proprie tradizioni ed il proprio territorio, anzi il proprio Impero Celeste, oggi eventualmente da espandere principalmente causa sovrapopolazione ossia risorse tendenzialmente scarse a livello globale (…).

Quello che vediamo oggi a livello economico è certamente una primizia, ossia il voler imporre l’egemonia cinese nel globo, per necessità e anche per sopravvivenza se volete: tale egemonia ha per definizione i piedi d’argilla in quanto la forza bruta non sta nelle corde di Pechino, force de frappe che va di pari passi ai flussi finanziari ed il benessere economico. Ed è lì che purtroppo temo si arriverà alla resa dei conti con Washington, che invece sa benissimo essere (militarmente) spietata, con il retaggio delle centinaia di guerre fratricide europee ad esempio, da cui gli USA culturalmente derivano (Ursula Von der Leyen deriva da un famiglia che fu anche schiavista in USA, piantagioni di cotone, nel 1800, ndr).

Ma restiamo a bomba: una carrellata di immagini dice di più di mille parole, sopra.

Tradotto, oggi l’Italia è stretta nella propaganda interessata pro-Cina e gli interessi EU-tedeschi atti a tenere in piedi l’euro (ossia la pietra angolare del primo revanscismo tedesco del III millennio), nessun dubbio. Con Berlino e Pechino alleate, in sostituzione di Tokyo circa 75 anni fa. Propaganda atta, anche e soprattutto “ungendo le ruote” (…), a separare Roma da Washington. Semplice così.

L’errore che Pechino si accorgerà di aver compito, tragicamente, sarà essersi alleata con il nemico mortale non solo della Penisola, da mille anni, ossia la barbara Germania. Ma anche del nemico mortale dell’Europa pacifica, nel senso che negli ultimi 120 anni le guerre tedesche – scatenate dai tedeschi, anche contro gli USA, la sfida Giapponese infatti arrivò dopo – hanno fatto più morti di tutte le altre guerra passate del mondo occidentale.

Attenzione dunque, di questi tempi un passo falso può essere fatale.

Mitt Dolcino

*****

Le immagini, i tweet e i filmati pubblicati nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio (nessun visibile contrassegno di copyright). In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.

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Questo sito nasce dall’esigenza di poter condividere analisi e strumenti di analisi indipendenti senza alcuna affiliazione politica o di sodalizio in ambito economico o, utilizzando una aggregazione precedente, sociologico. crediamo infatti che la libertà di analisi e di critica – solo se costruttiva – deve restare la base di ogni contraddittorio pubblico, sempre in buona fede. L’ambito vuole essere economico, con lo scopo di di analizzare la società con un metro appunto di valorizzazione economica e/o sociologica.

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