Tyler Durden per Zero Hedge (estratto)
La Corte Costituzionale Tedesca ha stupito i mercati stabilendo che alcuni provvedimenti della BCE siano incostituzionali e che, salvo che la BCE non dimostri entro tre mesi che il PSPP sia “proporzionale”, la Bundesbank non debba più parteciparvi.
Nella loro Sentenza (7 a 1) i Giudici hanno detto che il programma di QE non sia affatto sostenuto dai Trattati dell’UE. Di conseguenza, le Autorità Tedesche hanno agito in modo incostituzionale non contestando il piano da 2,7 trilioni di euro.
La Corte ha sostenuto che la BCE avrebbe dovuto valutare l’influenza del QE su un’ampia fascia dell’economia. Compresi gli azionisti, gli affittuari e gli acquirenti di polizze assicurative.
Solo la revisione di questi aspetti e la proporzionalità del QE renderebbero il programma conforme al Diritto dell’UE.
La Corte ha ritenuto che il Governo Federale e il Bundestag Tedesco abbiano violato i diritti dei denuncianti ai sensi dell’Art. 38, prima frase, combinato con l’Art. 20, paragrafi 1 e 2, e l’Art. 79, paragrafo 3, della Legge Fondamentale (Grundgesetz – GG), non avendo preso provvedimenti per contestare le decisioni della BCE sull’adozione e l’attuazione del PSPP, né avendo valutato e dimostrato se le misure previste da tali decisioni fossero conformi al principio di proporzionalità.
I Giudici hanno aggiunto che:
La Bundesbank non può più partecipare all’attuazione e all’esecuzione delle relative decisioni della BCE, a meno che il suo Consiglio Direttivo non ne adotti una nuova nella quale dimostri che il PSPP non sia affatto sproporzionato rispetto agli effetti della politica economica e fiscale.
Inoltre, visto che il PSPP abbassa i “tassi d’interesse generali”, permette ad aziende economicamente non redditizie di rimanere sul mercato.
Infine, più a lungo il programma continua, maggiore è il rischio che l’Eurosistema diventi dipendente dalle politiche degli Stati Membri, perché non potrà più semplicemente porre termine e annullare il programma senza compromettere la stabilità dell’Unione Monetaria.
La Bundesbank deve inoltre assicurare che le obbligazioni già acquistate e detenute nel suo portafoglio siano vendute sulla base di una strategia — possibilmente di lungo termine — coordinata con l’Eurosistema.
Tuttavia, la Corte ha anche affermato che la sua decisione non si applica all’ultimo programma di stimolo della BCE, volto a sostenere l’economia nella lotta contro il Coronavirus — pari a 750 miliardi di euro.
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““La Sentenza riguarda solo il dovere della BCE di controllare le sue iniziative sulla base del principio di proporzionalità e di fornirne documentazione. In questo modo la BCE, di per sé, non è in alcun modo bloccata””, ha detto il presidente del Tribunale Andreas Vosskuhle.
Che ha aggiunto: “Dipende da come vengono impostati i provvedimenti”.
“”La Corte Costituzionale Tedesca non vede alcuna violazione del ‘divieto di finanziamento monetario dei Governi’, ma sostiene che il Governo e il Parlamento Tedeschi avrebbero dovuto contestare le decisioni della BCE”” — ha detto Carsten Brzeski, capo-economista di ING Germany — ““La qual cosa è divertente perché, se la BCE volesse impegnarsi nel finanziamento degli Stati, lo farebbe monetizzando il loro debito, ovvero finanziando i deficit. Ed è esattamente quello che sta facendo in questo momento””.
La Sentenza infligge un duro colpo al QE — tramite il quale la BCE ha tenuto a galla l’economia dell’Eurozona nel corso delle diverse crisi — e prospetta un nuovo conflitto fra la BCE e il suo maggior azionista, la Germania, la cui Corte Costituzionale ha ripetutamente drammatizzato la monetizzazione del debito dell’Eurozona, considerato un atto tecnicamente proibito.
In ogni caso, la Sentenza non cambia nulla sul breve termine: non è vincolante per la BCE — solo per la Bundesbank — e, alla fine, sarà la Corte di Giustizia Europea — che finora è stata un po’ più indulgente — ad avere l’ultima parola.
La BCE può continuare i suoi PSPP e PEPP, ma ora dovrà fornire delle convincenti “prove di proporzionalità”, o diventare più innovativa nell’allentare le sue regole.
Detto questo, i Politici Tedeschi e la BCE dovranno ora scambiarsi delle spiegazioni, rischiando errori di comunicazione sulla solidarietà intraeuropea e sulla fiducia nella BCE, intesa come ultima barriera per combattere gli spread.
Così, se è vero che la Sentenza presa in sé stessa non cambia il gioco, mette comunque in evidenza le difficoltà politiche che l’Europa dovrà affrontare per la ripresa del post Coronavirus.

Se è improbabile che la Sentenza possa avere un impatto sul QE nella sua forma attuale, la ING ha comunque detto che la decisione ””potrebbe rappresentare un vero e proprio programma che la BCE dovrà adottare nella prossima fase della crisi, quando inizierà la ripresa””.
I Giudici hanno aggiunto che la Bundesbank dovrà anche vendere sul mercato le obbligazioni che ha già acquistato, sulla base di una strategia possibilmente di lungo termine, coordinata con il resto dell’Eurozona.
Per inciso, i Titoli Tedeschi acquistati nell’ambito del PSPP, a fine aprile, ammontavano a 533,9 miliardi di euro.
La decisione è stata accolta dai politici con un certo sgomento. Il Vicepresidente della BCE, Vitor Constancio, ha chiesto su twitter quale legge vietasse espressamente il QE.
Vitor Constâncio@VMRConstancio
“”Sì, vogliono che la Bundesbank venda le obbligazioni che ha acquistato, in ‘cooperazione con l’Eurosistema’ e con un piano di lungo termine. Lo Statuto della BCE permette operazioni di ‘mercato aperto’ con obbligazioni sovrane, senza menzionare limiti o ingiunzioni di vendita. /1 https://twitter.com/fwred/status/1257602920821948417 …””.
Frederik Ducrozet@fwred
“”Si parla di effetti retroattivi. Immaginate se la Bundesbank fosse costretta a vendere i Bund … oh cavolo””.
Vitor Constâncio@VMRConstancio
“”Aumentare le dimensioni del bilancio come strumento di politica monetaria è vietato dalla Corte Tedesca … ma in base a quale Legge? O, per dirla in modo diverso: quali Leggi devono essere cambiate per porre fine a queste assurde visioni economico/monetarie?”
Luis Garicano, uno Spagnolo liberale e membro del Parlamento Europeo, ha affermato che la Sentenza rappresenta una minaccia per il futuro delle Istituzioni paneuropee:
“”Sono molto preoccupato per il futuro dell’Europa del post-verdetto. L’Europa non può funzionare se le Corti Costituzionali nazionali decidono in modo unilaterale … Siate pur certi che quella Ungherese e Polacca seguiranno il precedente””.
Attraverso l’acquisto di quasi 3.000 miliardi di euro di obbligazioni, a partire dal 2015, la BCE ha sostenuto l’economia passando attraverso le crisi e la minaccia di deflazione.
Il caso, in realtà, ebbe inizio tre anni fa, quando la massima Corte Tedesca sollevò obiezioni sulla partecipazione della Bundesbank al PSPP.
Il PSPP fu lanciato nel 2015 e rappresentava circa il 25% degli acquisti mensili di assets da parte della BCE. Finora, gli acquisti tramite il PSPP sono stati pari a 533,9 miliardi di euro (fine aprile).
La causa fu intentata da un gruppo composto da uomini d’affari e accademici assai critici nei riguardi dell’UE. Sostenevano che la BCE stesse conducendo la politica economica in modo improprio, invece di limitarsi alla sua sola definizione.
””Presumo che la BCE seguirà la linea-guida, seppur senza entusiasmo”” — ha detto Joachim Wieland, Professore di Diritto all’”Università delle Scienze Amministrative”, che vede nel prossimo futuro delle continue sfide fra la “Corte di Giustizia” dell’UE e i “Tribunali Nazionali — ””È un invito per gli altri Paesi ad ignorare le decisioni che a loro non piacciono””.
L’euro è crollato di circa 80bp rispetto al dollaro, mentre i mercati stanno esaminando con attenzione la decisione del Tribunale.
L’indice azionario tedesco DAX è crollato, salvo recuperare rapidamente la maggior parte delle perdite.
I Titoli Italiani sono stati i più colpiti dalla Sentenza, con il rendimento del BTP a 10 anni che è salito di 15bp nel corso della giornata.
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Link Originale: https://www.zerohedge.com/markets/top-german-court-tells-ecb-justify-stimulus-program
Scelto e tradotto da Franco
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