Margot Cleveland per The Federalist
Per più di tre anni i Democratici, i Repubblicani del “mai Trump” e i media che li hanno appoggiati sono sembrati disponibili a distruggere il Paese per distruggere un uomo: Donald J. Trump.
Dagli Affari Esteri al Controspionaggio e fino alle Forze dell’Ordine, dalla “governance interna” alla “supervisione del Congresso” sulla “separazione dei poteri”, i nemici di Trump hanno sempre cercato di ostacolare i suoi “poteri costituzionali”.
Tutto questo perché gli americani avevano osato eleggere l’uomo sbagliato!
L’assoluzione del Presidente sui due articoli spuri dell’impeachment ha messo fine (per ora) agli sforzi coordinati per realizzare il “colpo di stato”.
Ma, se Trump è sfuggito all’attacco, il danno inflitto al nostro Paese non sarà facilmente superato.
La disfatta dell’FBI nel lancio e nella gestione del “Crossfire Hurricane” [nome in codice dell’indagine di controspionaggio intrapresa dallo FBI nel 2016-2017 sui legami fra alcuni funzionari russi e “persone associate alla campagna Donald J. Trump”] fornisce l’esempio più severo dei danni che si possono causare quando si agisce senza tener conto delle conseguenze.
Gli americani non si fidano più della più importante autorità di Polizia Federale del mondo, l’FBI, per colpa di uomini come James Comey, Andrew McCabe e Peter Strzok — e di donne come Lisa Page.
Non credono più nella “Giustizia uguale per tutti” e rispettosa delle Leggi vigenti, nell’integrità delle “dichiarazioni giurate” e nella sorveglianza sui Documenti Classificati.
L’attuale Direttore dell’FBI, Christopher Wray, ha promesso un risanamento ma, probabilmente, non sarà sufficiente né per il pubblico né per il Tribunale FISA [Foreign Intelligence Surveillance Act — legge sulla sorveglianza e l’intelligence straniera — emanato nel 1978 dopo lo scandalo Watergate e modificato conseguentemente alle vicende dell’11 settembre 2001].
Il danno, ovvero la perdita di credibilità agli occhi della Corte FISA, è pericoloso molto più della fede che gli americani ripongono nelle Forze dell’Ordine, perché mette a rischio la vita stessa degli americani.
I Tribunali FISA esistono non per fare guerre politiche, ma per combattere il terrorismo. Un Tribunale FISA che diventasse diffidente nei riguardi del Dipartimento di Giustizia e dell’FBI chiederebbe di più e crederebbe di meno.
Vale la pena ricordare che quando l’obiettivo è un terrorista e non un oppositore politico, i risultati nel mondo reale possono significare la perdita di vite americane.
Questo, sempre che il Congresso consenta al Tribunale FISA di continuare la sua attività. A seguito della rivelazione di alcuni abusi del FISA [https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2019/11/19/russiagate-dicembre-senato-rapporto-horowitz_MTVffymNe2uin1mFMOXOiK.html], diversi Senatori stanno chiedendo la fine della “Corte Segreta”, invece d’introdurre delle riforme volte a proteggerla dalle violazioni.
Rimuovere la “Corte FISA” dall’arsenale degli strumenti antiterrorismo sarebbe devastante per il nostro Paese e, se ciò dovesse avvenire, la colpa resterebbe nelle mani dell’FBI di Comey.
Comey ha anche la responsabilità di aver irreparabilmente danneggiato il rapporto fra i futuri Presidenti, i futuri “politici nominati” e i Dipendenti in carriera.
Quale Presidente si fiderà più di un Direttore dell’FBI nominato dal suo predecessore dopo le acrobazie di Comey, compreso fra queste il riepilogo degli incontri privati con Trump, che fece trapelare alla stampa tramite un amico Avvocato?
E che dire del suo briefing con Trump, anch’esso lasciato trapelare per fornire alla CNN l’appiglio per trasmettere le salaci riflessioni di Christopher Steele?
Ma non è stato l’unico briefing che ha contribuito a distruggere la fiducia fra Politici e Dipendenti in carriera.
Come dettagliato nel rapporto dell’Ispettore Generale, l’FBI aveva incaricato un supervisore del team “Crossfire Hurricane” d’infiltrare il team del “Candidato Trump”, con il fine segreto di spiare Michael Flynn.
Quell’Agente, noto pubblicamente come Joe Pientka, si unì in seguito a Strzok per interrogare Flynn sulle conversazioni che egli aveva avuto con l’Ambasciatore Russo, anche se l’FBI ne conosceva già il contenuto.
La fuga di notizie sulle “conversazioni classificate” di Flynn — e quindi le successive accuse penali contro l’ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Trump — porteranno sicuramente ad una minore fiducia fra i futuri “politici nominati” e i Dipendenti in carriera.
Il fatto che l’ex Presidente Barack Obama avesse “fortemente consigliato” Trump di inserire Flynn nella sua Amministrazione, suggerisce che fosse in atto uno sforzo concertato per interferire nelle relazioni di Trump con i suoi Consiglieri.
Se aggiunti agli altri sforzi per eliminare Flynn, è probabile che i futuri Presidenti non saranno più disponibili a recepire i consigli del loro predecessore.
Molte delle rivelazioni degli ultimi due anni suggeriscono che gli illeciti si estendevano oltre l’FBI e la CIA, per abbracciare la più ampia Comunità d’Intelligence, anche se di quest’ultima non conosciamo appieno l’entità della connivenza, in attesa che il Procuratore Generale William Barr e l’Attorney John Durham completino le loro indagini.
Ma qualsiasi tipo di sfiducia fra il Comandante in Capo e le Agenzie d’Intelligence, conseguenza del loro ruolo nello spingere la bufala della collusione russa, potrebbe rivelarsi devastante per generazioni di americani.
Anche la partecipazione della stampa globalista a questa manovra è distruttiva per la nostra Repubblica: i media senza credibilità non sono in grado di controllare il potere o gli abusi del Governo.
La “caccia alle streghe” del “Crossfire Hurricane” ha fatto incredibilmente male alle relazioni interne e alla fiducia necessaria fra un Presidente e la Comunità dei Servizi Segreti e dei Dipendenti in carriera del Governo.
L’operazione contro Trump ha avuto tentacoli internazionali e quindi anche il fall-out di lungo termine ne avrà di analoghi.
Il Regno Unito, l’Italia e l’Australia sono tutti coinvolti nelle indagini degli investigatori. Indipendentemente dall’esito dell’indagine Barr-Durham, una certa tensione con i leader (di allora) di quei Paesi resterà a lungo.
Più devastante, tuttavia, potrebbe essere la lezione che la Russia e gli altri avversari del nostro paese hanno potuto trarre da questa debacle: è facile minare la Democrazia Americana, semplicemente fornendo false informazioni ai politici.
Non sappiamo se la Russia, nel 2016, abbia fatto esattamente questo — crediamo, in effetti, che Steele abbia grossolanamente mentito sulle sue “informazioni russe” — ma non c’è nulla che impedisca alla Russia, o alla Cina, di tentarlo nel 2020.
Il Consigliere Speciale Robert Mueller ha fornito il playbook: loro devono solo eseguire.
Persino il “Rapporto Mueller” (che descriveva dettagliatamente ogni connessione o pretesa di collusione della Russia), nonostante non avesse trovato alcuna prova della presunta cospirazione di Trump, ha messo fine agli sforzi per distruggere il Presidente — perché le indagini non hanno mai riguardato la possibile collusione della Russia. Si trattava sempre di Trump.
E’ poi arrivata la richiesta secondo cui Trump avrebbe minacciato di trattenere gli aiuti all’Ucraina, a meno che il suo neoeletto Presidente non avesse accettato di avviare un’indagine su Joe Biden.
Il sequel dei Democratici alla bufala russa ha fatto ancora più danni al nostro Paese, per aver utilizzato come un’arma la “procedura di denuncia” e per aver trasformato le “commissioni di controllo” del Congresso in un randello politico.
Di conseguenza, ne soffriranno gli Affari Esteri, con i Presidenti forzatamente cauti nell’avere franche discussioni con le loro controparti internazionali — e con i leader stranieri che saranno “trattenuti” nelle loro risposte, per paura che qualcuno in ascolto possa politicizzare la conversazione.
Adam Schiff, e chissà chi altro, ha fornito un appiglio per arrivare finalmente all’impeachment farlocco del Presidente, che i Democratici volevano abbandonasse la carica dal giorno stesso in cui vinse le elezioni del 2016.
Il degrado del concetto di “Alto Crimine o Delitto” potrebbe rivelarsi l’eredità più dannosa della farsa dei Democratici.
Nessuna elezione sarà mai più finita. Nessun presidente sarà mai più legittimo. E il nostro paese rimarrà diviso.
Per sempre? E’ questa la domanda che oggi dobbiamo porci.
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Link Orginale: https://thefederalist.com/2020/02/06/how-democrats-get-trump-crusade-has-irreparably-damaged-the-nation/
Scelto e tradotto da Franco
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