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Home » Sull’irreversibilità dell’euro, impostazione ormai accettata da tutto l’arco politico nazionale: l’Italia imploderà economicamente ben prima della “ineluttabile” fine della moneta unica (senza che nessun politico italiano si impegni per terminare/ gestire tale epilogo)

Sull’irreversibilità dell’euro, impostazione ormai accettata da tutto l’arco politico nazionale: l’Italia imploderà economicamente ben prima della “ineluttabile” fine della moneta unica (senza che nessun politico italiano si impegni per terminare/ gestire tale epilogo)

mittdolcino by mittdolcino
18 Marzo 2022
in L'Italia che si rompe
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Sull’irreversibilità dell’euro, impostazione ormai accettata da tutto l’arco politico nazionale: l’Italia imploderà economicamente ben prima della “ineluttabile” fine della moneta unica (senza che nessun politico italiano si impegni per terminare/ gestire tale epilogo)
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Un indirizzo metodologico su come intendiamo affrontare le vicende future che riguarderanno non solo l’EU, ma anche i rapporti con gli USA e il caos politico imperante là da venire. Oltre alla crisi economica prospettica, per altro già annunciata da Giulio Tremonti

Anche Draghi, sostenuto come futuro Premier addirittura dalla Lega (Giorgetti, la scorsa settimana) vede l’euro “irreversibile”

Prima di tutto, rileviamo la voluta irreversibilità dell’euro anche in Italia, dopo che svariati politici nazionali che vanno dal Presidente della Repubblica, a Forza Italia al PD l’hanno dichiarato pubblicamente; pensate che anche Matteo Salvini, in virgolettato non smentito e non denunciato nel caso come falso all’ordine dei giornalisti, in una intervista a Il Foglio ha confermato la stessa versione sull’euro irreversibile. Sui significati di tale scelta non commento.

Faccio però presente che aspettare gli eventi, ossia attendere (sperando) che nel caso l’euro “cada” o meglio termini – intendendo come ineluttabile la sua caduta, senza però alcuna volontà da parte della politica italiana di incidere per far cadere la moneta unica (men che meno fare l’ITALEXIT) – nasconde un aspetto cruciale sottaciuto da quasi tutti. Ossia che l’EUro nel caso (se) cadrà sarà molto dopo il crack dell’Italia.

 Gli effetti della politica EU pro auto elettrica saranno pesantissimi in Italia…

Mi spiego meglio: l’inevitabile implosione italica che seguirà ad esempio ad una recessione il prossimo anno in Italia (con i conti dell’INPS che inevitabilmente salteranno) costringerà il governo di turno ad applicare misure emergenziali, casualmente proprio mentre Draghi diventerà  “disponibile” per un governo filo-EU grazie allo spettro dello spread BCE governato da Mme Lagarde. In tale modo si ucciderà la Penisola obbligandola ad accettare la troika o qualcosa del genere, sotto la minaccia della salita dei tassi di finanziamento del debito italiano! Ripeto, tutto questo ipotizzando l’irreversibilità dell’euro ossia negando di principio l’ITALEXIT, come è ormai è approccio condiviso da tutto l’arco politico italiano attuale.

Detto attacco all’Italia – che sembra davvero inevitabile ad esempio in caso di recessione il prossimo anno – servirà infatti per far in modo che i paesi egemoni nell’EU (Francia e Germania) e lo stesso euro possano sopravvivere ancora un po’, Giulio Sapelli lo ha detto chiaramente questa settimana, idem Tremonti sulla violenta recessione che aspetta l’Italia. Attaccando gli asset italiani ossia il risparmio delle famiglie prima di tutto con tasse stile Grecia.


Conti tedeschi: Berlino ha molto margine secondo i parametri di Maastricht per sostenere l’economia


Ricordo infatti che i due paesi che stanno più subendo la crisi Europea sono proprio Germania e soprattutto Italia. Il motivo è semplice: la sfida al mercantilismo imperante, anche grazie si limiti al commercio ossia al consumo di prodotti stranieri imposti prima di tutto da Donald J. Trump per l’America (vedasi i dazi), sta facendo male soprattutto i paesi esportatori. Visto che i principali paesi esportatori EU sono, a livello industriale, Germania e Italia ecco spiegato perchè la Francia sta affrontando relativamente meglio la presente recessione strisciante in quanto la sua economia si basa in misura maggiore sui consumi interni (idem la Spagna) rispetto ad es. all’Italia dove sono stagnanti se non in riduzione (notasi nella tabella sotto l’inflazione negativa in Italia, ossia deflazione). Secondariamente l’Italia è terzista in EU delle imprese industriali tedesche le quali stanno progressivamente tagliando, prima di incidere sule imprese locali, proprio i terzisti italiani – un vero ordine di scuderia! -.

Da notare che quando verranno introdotti dazi USA alle auto EUropee – solo questione di tempo, dopo le provocazioni straniere in sud America atte ad instillare una primavera latina nel cortiletto di casa degli States del cono sud – l’onda sismica data da minor export sarà devastante per tutti i paesi esportatori dell’EU. E non c’è nulla che si possa fare per ovviare a cotanta spada di Damocle, visto che gli USA importano molto di più di quando esportano in EU.


Conti italiani: Roma  NON ha alcun margine secondo i parametri di Maastricht per sostenere l’economia


Da ciò si capisce che quali saranno le tappe dell’epilogo italico:

1.recessione prospettica dal 2020, a maggior ragione con una manovra economica non espansiva come l’attuale, praticamente uguale a quella elaborata (come tasse prospettiche sui 5 anni successivi) a quella dei gialloverdi l’anno scorso.

2.misure a compensazione per correggere i conti italiani, da Aprile 2020 da parte di Bruxelles (leggasi maggiori tasse, esponenziali)

3.impossibilità di Roma di attingere ad un deficit aggiuntivo, già prossimo al 3%  in presenza di un rapporto debito/PIL verso il 140%; invece Berlino potrebbe accedere immediatamente ad un deficit anche superiore al 3% in forza del raggiungimento di un rapporto debito/PIL inferiore al 60% nel 2019 (a fine 2018 era del 60.9%, ossia potendo mobilitare  senza sforare i parametri di Masstricht anche oltre 150 mld di euro annui di stimolo pubblico all’economia sotto forma di deficit statale, oggi in attivo dell’1.7%!!!)

4. in caso di negative feedback, ossia se lo shock recessivo in Italia dovesse far ulteriormente salire la disoccupazione italiana facendo parimenti scendere PIL e stipendi medi, l’INPS andrebbe in deficit, diventando una schema Ponzi, richiedendo dunque ulteriori interventi, ossia tasse straordinarie aggiuntive rispetto  ai ca. 108 mld con cui lo Stato già contribuisce annualmente prelevandoli dalle tasse degli italiani (…)

5.finalmente si arriverebbe alla Troika, passando per un aumento dello spread che comporterebbe far saltare il bilancio di molte banche italiane,che quindi ridurrebbero i prestiti erogati, peggiorando la situazione economica italiana ossia aggiungendo depressione a recessione e via dicendo.

6. si finisce con l’Italia diventata come la Grecia con taglio di servizi, trasferimenti, pensioni ed aumento esponenziale di tasse, ricattata dallo spread in caso di disubbidienza nel voler imporre nuove tasse; ben ricordando che durante una recessione globale non è nell’interesse di nessuno che l’euro salti, a maggior ragione se dovesse mettere a rischio anche i conti USA (in presenza di una recessione anche in USA nessuno si imbarcherebbe una imprevedibile fine della moneta unica, ndr).

Quella sopra vuole essere una semplice analisi prima di tutto metodologica e di sostanza, con il fine di chiarire cosa aspetta l’Italia nel triennio 2020-2022.

L’unica considerazione che mi permetto di fare è che l’Italia non ha statisti, infatti non esiste nemmeno l’ombra di uno statista all’orizzonte.

Non dire tutta la storia significa manipolare la realtà. Poi, chiaro, ognuno è libero di scegliere come morire: restando nell’euro o uscendo, io non commento su tale aspetto (avendo per altro deciso di uscire dall’euro tanti anni fa). Dunque, che tutti si assumano le proprie e rispettive responsabilità. Ben ricordando per altro che sono anni che qualcuno dice che “sarà la Germania ad uscire dall’euro“, a me sembra tanto invocare la Provvidenza visto che la Germania resta saldamento dentro la moneta unica….

Provvidenza….

Mitt Dolcino

*****

Le immagini, i tweet e i filmati (i contenuti) pubblicati nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio e quindi immediatamente utilizzabili. In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.

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