Redazione:
Interessante analisi sui Brexiters di spiked-online, che ci ascia perplessi sulla complessità del fenomeno. In fieri. Da approfondire sul sito citato, qui una parte.
Ella Whelan per spiked online (Sintesi)
Il tweet “La vendetta delle secchione” ha fatto tendenza su Twitter.
Per aver sanato il colpo inferto da Boris Johnson a David Cameron, i Parlamentari anti-Brexit e i commentatori politici stanno celebrando le tre “eroine” della Sentenza della Corte Suprema: Lady Hale, Gina Miller e Joanna Cherry MP.
La Hale, in particolare.
La prima Presidente-donna della Corte Suprema è stata quasi santificata dai social media dopo l’emanazione del verdetto sperato da tutti gli odiatori della Brexit: “….. il Governo ha agito in modo illegale quando ha prorogato il Parlamento”.
I sostenitori hanno persino elogiato la scelta della Hale d’indossare una spilla (tempestata di diamanti) rappresentante un ragno mentre leggeva la Sentenza — paragonandola ad un personaggio de “Il Trono di Spade”.
Conosciuta come la “Beyoncé della professione legale” per la sua popolarità fra i giovani avvocati e gli studenti, la Hale è conosciuta per la sua tendenza ad infrangere le convenzioni — rifiuta, ad esempio, d’indossare le “sciocche” parrucche giudiziarie — e ha anche acute visioni femministe.
C’è anche un libro per bambini che parla di lei, scritto da Afua Hirsch e Henny Beaumont.
Ma, conseguenza della Sentenza della Corte Suprema, si parla di lei come se fosse una specie di Che Guevara dei giorni nostri.
Ci sono finanche delle t-shirt a tema (con il disegno di una spilla a forma di ragno) vendute a migliaia.
I Remainers hanno insistito sul fatto che la Sentenza della Corte Suprema non aveva niente a che fare con la politica.
Ma l’entusiasmo per Lady Hale ha chiarito che la Sentenza non è stata, per loro, il freddo e asettico esame di una Legge.
“Tanto amore per Lady Hale”, ha twittato il leader democratico-liberale Jo Swinson.
Anna Soubry, Ian Blackford, Caroline Lucas e altri esagitati attivisti anti-Brexit sono usciti dalle aule della Corte Suprema, dopo la Sentenza, alzando un pugno verso il cielo.
Quando dicono che tutto questo non ha niente a che fare con la Brexit, francamente mentono.
Accanto all’adorazione della Hale c’è la continua adulazione di Gina Miller, la ricca imprenditrice anti-Brexit che portò il Governo in Tribunale.
Quando è stata intervistata dalla BBC News sulla Sentenza, alla Miller è stato chiesto del “costo personale” che aveva affrontato nella sua lotta per la “Democrazia”.
Ma non le hanno posto domande sul ruolo che ha svolto nella politicizzazione della Magistratura e nella frustrazione del voto sulla Brexit.
I commentatori chiedono che le venga eretta una statua nella Piazza del Parlamento, altri dicono che dovrebbe diventare una “Dame” [titolo onorifico al femminile presente in molti paesi del Commonwealth].
Nel frattempo anche Joanna Cherry, Avvocatessa e Parlamentare dello Scottish National Party, che aveva sottoposto il caso della “proroga” ad un Tribunale scozzese, è stata elogiata per essere stata la terza donna “coraggiosa” a sfidare l’establishment.
Il commentatore politico della ITV, Robert Peston, così ha twittato al loro riguardo: “Un trio di donne straordinarie che ha cambiato in modo fondamentale il corso della politica britannica: Gina Miller, Joanna Cherry e Lady Hale. Qualsiasi posizione abbiate sulla Brexit o su Johnson, non potete non esserne colpiti”.
Ma tutto ciò pone una domanda: colpiti da che cosa?
Che tre donne — di cui due non elette — esercitino il loro considerevole dominio legale, politico e finanziario su questioni legate alla Democrazia?
Che tutte e tre abbiano avuto un ruolo nel trascinamento senza precedenti della Legge nella politica?
Che i loro attributi ci abbiano accecato al punto tale da ignorare la sostanza di quello che è successo?
Sappiamo benissimo cosa sta succedendo. Gli elogi sperticati per Hale, Miller e Cherry sono un tentativo per sorvolare sul fatto che la Magistratura sia intervenuta nel dibattito sulla Brexit per volere di persone ricche e potenti.
La “proroga” del Parlamento fatta da Boris Johnson era dunque sbagliata. Ma le azioni di queste tre donne e delle influenti persone che le hanno incoraggiate hanno fatto danni molto più gravi al nostro sistema politico e legale.
La Sentenza di ieri ha già smorzato la fiducia nell’indipendenza del nostro apparato giudiziario.
Il tentativo, poi, di dare a questa storia una svolta femminista è disgustoso.
È l’ennesimo esempio di come la politica dell’identità possa essere utilizzata per deviare le critiche dalle persone veramente potenti.
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Link Originale: https://www.spiked-online.com/2019/09/25/the-cult-of-lady-hale/
Scelto e tradotto da Franco e Grunt von Grunf