Ieri abbiamo visto l’attacco coi droni in Arabia Saudita. Le prima tracce portano a Tehrean, via Yemen, che è da sempre sostenuto dagli sciiti. Da qui in avanti è terra di nessuno.
Chiaramente ora Washington dovrà serrare i ranghi, da qui in avanti i valori atlantici saranno un requisito essenziale. Ricordando che nelle due guerre mondiali l’Italia ha sempre iniziato coi tedeschi e finito con gli anglo-americani, ci chiediamo cosa succederà questa volta. E chi sarà la persona di fiducia degli atlantici in Italia. In tale contesto Matteo Salvini sembra davvero fuori dai giochi, avendo ancora oggi chiamato traditore Giuseppe Conte: il capitano è davvero a letto coi cinesi a questo giro?
Senza girarci attorno: Geraci è in quota Lega e Geraci è colui che ha organizzato la firma della Via della Seta. L’Italia è l’unico paese del G8 ad aver aderito al Belt & Road Initiative. Anche a fronte della firma del contratto con Alibaba il 18.12.2018 da parte del ministro Centinaio (…), oltre ad aver inviato Geraci a discutere anche i dazi USA contro l’Italia, tenendo conto delle esternazioni USA in riguardo, sembrerebbe che Salvini rappresenti la vera frangia italiana che resta a letto coi cinesi.
Visto che nella nuova guerra del Golfo si scrive Iran ma si legge Cina, c’è da temere che qualcuno a Roma sia a grandissimo rischio tradimento, vis a vis con gli americani. Mai infatti dimenticare che, da Cassibile in avanti, l’Italia si è arresa agli USA. Da qui la genesi delle 110+ basi militari americane in Italia. Ricordando che anche i servizi segreti italiani sono storicamente vicinissimi a Washington, vedasi il caso Abu Omar e le gesta indirette di Pollari all’ONU. Dunque oggi per l’Italia è impossibile andare contro gli USA, punto e finito. Può piacere o no, ma è così.
Anche i russi propendono per un attacco Houthi
Ieri abbiamo visto la scorribanda degli Houthi in Arabia (così dicono le news, anche italiane, e chi mancherebbe dicessero diversamente): questo è un game changer; da qui in avanti il rischio guerra con l’Iran diventa materiale. Ben sapendo che Pechino difenderà Teheran, ossia che lo scontro tra titani per mandato è dietro l’angolo. Tenendo presente che Berlino sarà sempre più favorevole agli sciiti che agli americani, giocando la solita doppia partita; dunque anche gli equilibri EUropei sono a rischio. Ora è più chiaro il motivo per cui è stato favorito un primo ministro senza dubbio atlantico, Conte, mettendo da parte il Matteo Salvini interessato alla Cina.
A partire da oggi dobbiamo iniziare a capire che le cose in Italia dovranno necessariamente cambiare, non si potranno più tenere i piedi in due scarpe. Anche perchè di scarpa l’Italia ne ha solo una, quella americana, scarpa n. 110. A guardare infatti, l’ex ministro leghista, a parte aver fatto una marea di promesse rinnegandone la maggior parte, alla fine ha aumentato le tasse agli italiani ed era anche pronto ad andare a letto anche con l’EU se gli avessero concesso un commissario di peso, altro che cambiare l’EU. Alla fine dei giochi, tragicamente, il risultato è stato che sia il commissario EU all’economia (senza deleghe, una vera persa in giro al Paese Italia, semplicemente pagare uno stipendio ad un politico “affidabile” e cooptato dall’EUropa senza dargli credito ovvero senza dargli l’autorizzazione di decidere alcunchè a vantaggio del proprio Paese, ndr) che il presidente del Parlamento EU appartengono alla sinistra italiana, un finale disastroso.
Se qualcuno ama davvero il sovranismo, ossia pensa di voler essere come Trump, allora costui/costoro deve/devono iniziare a comprendere che la logica da usare in questi casi è essere utile al dominus, ricavando propri interessi nelle pieghe degli interessi preminenti, in questo caso americani. Successe qualcosa del genere con il golpe permesso dall’Italia in Tunisia contro i voleri francesi ma con l’appoggio della CIA, con Craxi ed Andreotti.
Una volta l’Italia sapeva come fare. Oggi, no…
Ecco, in pratica oggi l’Italia non può stare contemporaneamente con la Cina e con gli USA, purtroppo.
Letta in altro modo, gli italiani devono cominciare a comprendere che se si vuole superare l’impasse attuale dell’assurdo governo giallo-rosso, ossia se si vuole davvero andare alle elezioni, bisognerà chiedere a Salvini di farsi di lato. Tradotto, bisognerà scegliere: tra le elezioni per mettere il popolo al centro, come il sovranismo vorrebbe; o continuare ad avere Salvini a capo del primo partito italiano ma senza elezioni.
Il motivo di tutto questo è che Salvini – anche visti i risultati del suo governo – si è dimostrato inadeguato per il ruolo, avendo per altro perso dichiaratamente il cruciale appoggio americano. Facile così. pensate solo agli investimenti strutturali gialloverdi, che erano a detta di Savona (licenziato) l’unico modo per uscire dalla crisi, investimenti invocati anche dagli economisti (veri) della gauche-caviar montiana: Salvini li aveva promessi ma non ne ha fatti (la TAV non porta impiego se non in modo molto marginale, ma porta molti solidi in cassa a Lunardi, amico della Lega salviniana, ndr)
La vera domanda da farsi è se gli Italiani preferiranno continuare a tenere Salvini a capo del primo partito italiano (che leggendo i fatti del Metropole sta facendo i suoi interessi e quelli della sua cerchia) senza andare alle elezioni; o preferiranno andare alle elezioni, ossia forzando Salvini verso una posizione secondaria, come dovrebbe essere da manuale del sovranista… [tutti siamo utili ma nessuno indispensabile]
Chi scrive, da mesi non fa mistero di ritenere necessario che Salvini si faccia di lato, ringraziandolo per il suo lavoro. Se il leader leghista non lo volesse fare, beh, a tale punto sarebbe responsabile lui stesso di tutto quello che verrà dopo (magari potrà farsi un suo partito; o magari fa prima ad aderire a quello del suo amico Matteo Renzi, ben ricordando che a Firenze si scrive “Verdini” ma si legge “Renzi”…).
Obama in Italia si dice Renzi. E verdini a Firenze si scrive sempre Renzi. Dunque, secondo voi l’amministrazione Trump accetterà mai Renzi al governo assieme a Salvini?
Faccio per altro presente come ormai è stato compreso da (quasi) tutti che il piano di Salvini, redatto sui tavoli del ristorante “da Verdini”, era quello di una coalizione di potere con Renzi, quel che resta di Berlusconi e la Lega come alternativa alla sinistra. Una Lega affarista insomma.
Capito il “rischio Renzi” (considerato nemico da Trump) la sinistra-caviale punta ormai su Draghi…
Gli USA di Trump – con supporto dato a Conte – hanno rotto le uova nel paniere, facendo ben capire che nè Renzi nè Salvini sono di loro gradimento. Dunque?
Vedremo chi avrà il coraggio di andare fino in fondo in questa roulette – permettetemi – russa.
Chi scrive resta dichiaratamente filo-atlantico.
Mitt Dolcino
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