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Home » Nel silenzio generale la Libya torna ad essere primo fornitore di petrolio dell’Italia (che, al contrario di Francia e Germania, non resterà senza energia)

Nel silenzio generale la Libya torna ad essere primo fornitore di petrolio dell’Italia (che, al contrario di Francia e Germania, non resterà senza energia)

Come da attese l’Italia non resterà senza petrolio a prezzo ragionevole, via Libya. Discorso diverso per il blocco tedesco e francese, sotto minaccia di restare senza gas russo il prossimo anno. La Libya è cruciale: infatti permette di rompere l’EU! (senza la Libya soggiogata dagli anti italiani, la Francia perde l’accesso all’Africa subsahariana ossia anche all’uranio del Niger = fine della transizione Green dell’EU)

mittdolcino by mittdolcino
6 Giugno 2024
in Geopolitica
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
Qualcuno avverta Draghi che la capacità di import gas dell’Italia è oltre 120 bcm/anno (e la Russia ne vale meno di 30)
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Ottime notizie per il sud Europa: bisogna dire che il governo Meloni sta facendo cose straordinarie in politica estera, fattuali, vedasi al titolo e oltre, giudicate gli atti. Ovvero, questione di fatti, non di parole.

Ricapitoliamo: tutto era pronto per la riappacificazione della Libya nell’ottobre scorso, via CVN Gerald Ford a Trieste e dintorni. Peccato che, a settembre, strani problemi di salute di Putin lo misero ko, in parallelo all’accordo di pace di Mosca sull’Ucraina con gli USA (…).

Cio’ causo’ l’inferno: l’ashkenazita Zelensky perdeva infatti, in tal guisa, la sua funzione di coadiutore pro cd. “II. Israele”, in loco, sud-Ucraina; idem la Francia si vedeva affossata, senza più accesso all’Africa, ossia senza sia senza uranio che senza petrolio africani. E Tel Aviv doveva a ruota trovare un soluzione alternativa ai problemi di iperpopolazione locale, in Terra Santa (…).

Il risultato è stato l’attacco di Hamas di ottobre 2023, puntualissimo, quasi fosse stato invocato da Davos che altrimenti con il blocco libico avrebbe visto tagliati fuori i soci francesi (leggasi clan Macron). Ripeto, sia dall’uranio che dalle risorse africane in genere, visto che gli algerini odiano Parigi (la Francia fece scoppiare una bomba atomica di test nel deserto algerino, ai tempi, tanto per far capire come Versailles tratta le proprie colonie, a sfregio, ndr).



Sta di fatto che, a seguito della la caduta di Gheddafi voluta da Sarkozy e Merkel nel 2011 (poi soci nel North Stream, nulla capita a caso, ndr) l’export di gas e petrolio dalla Libya verso l’Italia crollò e mai si riprese, fino ai nostri giorni. Tornando solo oggi – 10 anni dopo – ad essere il primo fornitore italiano di greggio, vedasi immagine di cui al titolo (tale notizia è stata accuratamente nascosta dalla stampa mainstream italica, sistematicamente pro-EU francotedesca: ci rendiamo infatti conto che nessuno vuole far oggi capire alla gente, pre-elezioni, che Giorgia Meloni e Guido Crosetto stanno facendo davvero benissimo in politica estera, ndr).

Tradotto:

grazie ai buoni uffici americani, ben ricordando che il gen. Haftar è cittadino USA (si, avete capito bene, viveva in Virginia), l’Italia torna finalmente ad essere la prediletta, oltre che super-tutelata, nel Mediterraneo.


Check the dates….


In soldoni, con la chiusura prevista e programmata del vecchio gasdotto ucraino per scadenza dei termini di utilizzo a partire dal 2025 (il nuovo accordo vedrà inevitabilmente il coinvolgimento americano, ndr), unico gasdotto che ancora porta gas in Europa dalla Russia, miracolosamente risparmiato dalla guerra [per ora], l’Italia nei prossimi mesi sarà prospetticamente l’unico paese EUropeo a non avere comunque problemi di approvvigionamento energetico, assieme alla la Spagna (…).

Dunque, il sud EUropa si salverà dalla prossima crisi energetica, ma Francia e Germania no.

Ecco, perché il prossimo capo dell’EU facilmente sarà filo-USA e addirittura filo-Trump, per gli italiani sarà una vera e totale sorpresa, nel caso (…).

Lasciamo perdere che ENI alcuni anni fa cedette (2022) un’area pari a quella del Belgio a BP, o meglio i due gruppi diventarono soci, tanto che un ex capo del MI6 (former MI6 chief Sir John Sawers) siede nel board del colosso inglese del petrolio, indovinate un po’, con delega a gestire tale asset libico in condominio con ENI!

Accordo pubblicato a Dicembre 2022, pensate voi, controllate le date cosa capitò circa due mesi prima, parlo del giacimento di Ghadames e Sirte con ENI operatore primario (…).

*****

Come dire, l’alleanza di Camp David si sta consolidando. E, comunque vada, l’Italia si salverà dal blocco eventuale dell’export di gas russo via Ucraina (salvo guerre dichiarate al Belpaese dalla Francia, ndr).
Il resto dell’EU NO.

Tutto questo succede, si noti bene, con protezione americana alla Penisola, troppo strategica per chiunque (NON necessariamente con protezione inglese, notate bene).

Aggiungiamoci che le scorte di uranio del Niger a basso prezzo di EDF sono ormai quasi terminate [dopo un anno di stallo] e capite che siamo all’alba di una crisi energetica mai vista in tutto il Vecchio Continente, ma con l’Italia esclusa.

Con buona pace di chi ancora pensa che stare con tedeschi e francesi, nell’EU, sia meglio della sponda atlantica (ma si sa, gli italiani non studiano; dunque ragionano come gente che – di norma – non ha quasi mai preso un libro in mano, a pancia; ovvero tendono a farsi fregare più e più volte piuttosto che ammettere di essere stati fregati, Prezzolini docet).

La strategia anti Davos comunque è chiara: oggi siamo a Camp David contro l’EU revanscista, che si legge Davos. Parlo di coloro che vorrebbero attentare all’Italia ovvero cacciare gli USA dall’EU da almeno 75 anni.

Il nemico prospettico dell’alleanza di Camp David, che esclude l’EUropa dal Medio Oriente, manco a dirlo, sta secondo noi addirittura all’interno della colazione anglo.
Vedasi lo stesso David Cameron (hard core pro-Davos), lo stesso che non a caso avallò la caduta di Gheddafi e di Berlusconi nel 2011, oggi incredibilmente tornato al Foreign Office con R. Sunak (che infatti sta facendo di tutto per mollare la patata governativa inglese, sempre più bollente, convocando elezioni nel giorno della festa dell’Indipendenza americana [dagli inglesi] che già sa di perdere, !, ndr).

Sembra per altro palese che Hamas e Davos hanno molti punti di contatto tra loro, per altro, direi anche enormi attinenze. E che anche a Tel Aviv le elites davosiane sono molto ben rappresentate nel clan ashkenazita da sempre al potere – sebbene in minoranza numerica – in Israele.

Restando ai fatti concreti, di oggi, ci limitiamo a considerare che la Libya torna ad essere il primo fornitore di petrolio dell’Italia dopo circa 10 anni di travaglio interno post caduta del Rais. Qualcosa vorrà pur dire….

Vediamo se dura (o se i poteri veterocoloniali EU dichiareranno guerra all’Italia, per evitare che la Penisola diventi “the last one standing“).

MD

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