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Home » Dopo il golpe in Niger, è arrivato il momento di mettere in sicurezza la Libya. Grazie al Patto di Camp David

Dopo il golpe in Niger, è arrivato il momento di mettere in sicurezza la Libya. Grazie al Patto di Camp David

La storia la fa da padrona. Chi la conosce sa che le potenze veterocoloniali come la Francia fanno sempre fracassi nelle loro colonie ricche. Esempio plastico è Haiti, dove per liberare i locali dal giogo francese venne chiesto il pagamento di una sorta di enorme riscatto che distrusse il paese caraibico, coi tragici risultati che vediamo ancora oggi. Lo stesso non deve capitare in Libya ed in nord Africa. Dunque bene si ritorni allo status quo pre 2011, è arrivato il momento

mittdolcino by mittdolcino
31 Luglio 2023
in Mediterraneo e Libya
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
Dopo il golpe in Niger, è arrivato il momento di mettere in sicurezza la Libya. Grazie al Patto di Camp David
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Un’inchiesta del NY Times nel 2022, puntualissima, proprio mentre mezza Europa stava morendo senza gas, invece Francia (col nucleare) e Germania (col gas russo del North Stream fatto passare come test) restavano in piedi e il resto d’Europa affondava per costi energetici eccessivi, chiari’ al mondo i termini estorsivi della richiesta di indipendenza di Haiti dalla Francia del 1825, una vergogna cocente per tutto l’Occidente, ancora oggi.

Si, perché la richiesta di indipendenza haitiana di circa 200 anni or sono fu associata ad una strabiliante richiesta di denaro da parte di Parigi, pari a 150 milioni di franchi di allora, equivalenti a 20 miliardi di dollari attuali, circa.
Il problema è che, da una parte tale pagamento, trasformatisi in debito erogato dalle banche francesi ad Haiti stessa “per liberarsi da chi le offriva il prestito”, divenne impagabile col tempo, in forza della programmata rivalutazione del franco ed a problemi di export delle materie prime haitiane, ovvero da problemi di ordine interno (scatenati ad arte dai francesi). Fu così che il regime cleptocratico coloniale francese, col debito, ossia con minacce di intervento militare per richiederne il pagamento, divenne permanente, conducendo al disastro attuale.

Oggi come conseguenza di tale pagamento, che ha distrutto anche l’aspettò civile e sociale dell’Isola, corrotta ad arte dai possidenti francesi in situ, Haiti è nel caos più completo, il paese più povero del mondo, sebbene intrinsecamente ricco (il dittatore Jean Claude Duvalier, Baby Doc, si rifugiò, indovinate, in Francia, “The Duvaliers settled in France. For a time they lived a luxurious life, but eventually separated on 19 June 1990.” [22]”)


Haiti, la tragica violenza coloniale dei paesi Europei, un monito per il futuro, sulle conseguenze…


Proprio per colpa di Parigi la ricca Haiti resta oggi uno dei paesi davvero più poveri del mondo, dove i potentati parigini hanno provveduto in modo sistemico ad estrarre la ricchezza prodotta.

Se ci pensate tale schema non è molto diverso dal MES imposto dall’EU all’Italia, da attuare nei piani Euro-franco-tedeschi dopo il PNRR, in teoria: bastone (grosso) e carota (piccola), li fai indebitare e poi li colonizzi col tempo, rendendo in qualche modo il debito impagabile. Stesso trucco coloniale di sempre, dai…

*****

La Libya, come era e come è diventata (grazie a Sarkozy)

La Libya ad esempio, ricca e fiorente pre 2011, dove lo stato libico pagava con i proventi petroliferi gli studi all’estero ai giovani, il benessere diffuso aveva trasformato l’ex colonia italiana nel paese più benestante (per la popolazione) di tutta l’Africa: venne abbattuta come regime solo relativamente autocratico proprio dai francesi, ben sapendo che chi attacco’ Tripoli era un presidente francese, Sarkozy, la cui campagna elettorale era stata finanziata da Gheddafi. Tanto per farvi capire quanto è rischioso fidarsi di Parigi nei rapporti internazionali.


Nostra analisi prima che i cd. leghisti tradissero gli impegni, all’immagine (LINK)


La caduta della Libya comporto’ sconquassi in zona: da una parte venne permesso ai russi, fatti entrare coi buoni uffici di Berlusconi in loco, di espandersi in Libya (direi senza capire che già allora esisteva un coordinamento tra russi, tedeschi e francesi, Berlusconi lo scopri’ anni dopo, così almeno si dice, ndr). Grave rischio permettere l’accesso alla Russia, aggiungiamo noi, in quanto Mosca ha interesse a limitare l’export locale/nord africano della stessa materia prima (gas) che normalmente fornisce al medesimo cliente, l’Europa, puntando dunque ad aumentare i prezzi a piacimento (…).

Dall’altra i migranti, prima bloccati categoricamente dall’alleato dell’Italia nella Sirte, iniziarono a fluire in Italia, diventando un’arma proprio contro la Penisola. Migrazione gestita, guarda caso, spesso proprio dai francesi, nascosti dietro l’EU ossia dietro ad ONG in realtà coordinate dai servizi segreti francesi, con il fine di indebolire il paese d’oltralpe italofono.

Alla fine l’obiettivo parigino era, prima di tutto firmare il Trattato del Quirinale [che il governo dovrebbe cancellare quanto prima, ndr], trattato che al momento opportuno avrebbe dovuto autorizzare le armate francesi a transitare e stazionare in Italia come per il Trattato di Fontainebleau del 1807 con la Spagna, direi quasi una fotocopia.
Poi imporre il MES a Roma, col supporto di Milano e Firenze, che assieme agli sconquassi creati dai migranti in eccesso avrebbe ingenerato il caos nel paese; dunque richiedendo un intervento manu militari di dissuasione a nome ed a difesa dell’EU, via appunto Trattato del Quirinale.

Più o meno queste erano le ipotesi di lavoro ideate dai francotedeschi, in cui capite bene che la Libya resta cruciale.

*****


Ora, il Niger…

Tale paese è fondamentale non tanto per l’EU, quanto per Parigi in quanto l’uranio usato da EDF proviene proprio dal Niger.
Date un anno senza intervento e le centrali di EDF avranno ben altri problemi rispetto ai fantomatici problemi tecnici da usare per giustificare accendi/spegni utili per far soldi col trading (DEOAAT).

Dunque, oggi sentite puntuale la campana dei media venduti e scriventi in italiano, anche comprati con la pubblicità di aziende francesi via aziende ex  italiane, ad iniziare a ripetere che il Niger è diventato un problema EUropeo…

NIENTE DI TUTTO QUESTO!

Il Niger resta un problema prettamente francese, che l’Italia deve gestire per liberarsi del problema dei migranti usati come arma (e del gas libico che non arriva, ma non del petrolio, notate bene, …). Problema creato ad arte dai francesi per di fatto – temiamo – prendere possesso col tempo, ossia sottomettere se non annettere l’Italia, in tutto o in parte (…).

Detta semplicemente, in base a quanto ci è dato sapere la situazione mediterranea è precisamente nei termini sopra descritti, noi abbiamo solo tradotto gli eventi in linguaggio che anche la pancia degli italiani forse può assimilare.

In mezzo, un sacco di soggetti apicali italiani cooptati dalla Francia, via titoli o prebende, per svolgere ruoli a beneficio della Francia, non dell’Italia (a osservare bene, forse una casualità, la famosa Legion d’Onore viene guarda caso conferita per servigi prestati alla Francia, andatevi a leggere la definizione precisa sul conferimento, motivi, ndr).
Non bisogna dunque stupirsi di certi andazzi romani, fiorentini e milanesi, almeno da 15 anni a questa parte (…).

*****

“L’Italia, che ripartirà da Camp David per il controllo del Mediterraneo, subisce le ripercussioni delle sue scelte?”, Mittdolcino.com, 7/25/2023 (LINK)


Viste le risultanze sopra descritte, è arrivato il momento di ristabilire lo status quo pre 2011, in cui la Libya era gestita dall’Italia per conto del patto di Camp David, poi annientato negli intenti dall’ascesa di Davos in America, con Hillary Clinton & friends.
In quanto oggi tale ritorno all’equilibrio passato coincide finalmente con gli interessi americani (passando, lo ricordiamo, per l’esautorazione in plancia del  capo di AFRICOM, gen. Carter Ham [sostituito col gen. David M. Rodriguez, ndr] che stava andando a salvare l’ambasciatore Stevens a Tripoli durante i giorni caldi del golpe libico, invece di lasciarlo morire come poi accadde, ndr).

È chiaro infatti che, dopo aver cercato di affossare detto patto di Camp David, con l’eliminazione contemporanea di Mubarak e Gheddafi, patto a cui l’Italia partecipava e partecipa (e che fu salvato dal Mossad, tra il 2011 ed il 2016, molti scandali mediatici dei tempi effettivamente servirono, ndr), oggi detto patto riprende enorme vigore, addirittura allineando tutto il Nord Africa, dal Marocco, all’Egitto.
Non sono infatti casuali i tentativi di avvelenare i pozzi in Tunisia da parte dell’EU, abortiti dopo il mutuo riconoscimento di pochi giorni fa tra Marocco ed Israele (…).

E senza dimenticare che i servizi di sicurezza arabi ed israeliani sono ormai integrati, l’ultimo regalo pacificatore al mondo da parte di Donald J. Trump.

Capite dunque che sterilizzare l’addendo Niger, ossia la presenza francese in loco, paese usato come testa di ponte dai francesi per destabilizzare l’Africa a nord (operazione Barkhane), ossia l’Italia, in collaborazione coi russi di stanza nei pressi del confine libico-nigerino, giacimento Elephant, diventa una necessità esistenziale del patto di Camp David, non dell’EU, direi anzi il contrario.

E per arrivare in Libya ben sappiamo che c’è solo un paese da cui è possibile farlo: l’Italia.
In tale contesto si capisce il rinnovato interesse americano ed israeliano, oggi, ben sapendo che l’EU francotedesca non perderà mai occasione di sfidare chi si oppone alla sua estensione verso il medio oriente, impossibile senza l’Italia, oggi addirittura di nuovo associata a detto Patto, si chiamava “spazio vitale” (…).

Dunque, dopo l’alleanza di fatto Germania-Francia-Russia nel North Stream, dopo gli attacchi EUropei/di Davos a Trump, dopo la serie interminabile di attentati su suolo americano che ricordano tanto Gladio in EUropa (attentati che parlano di molto tedesco, si dice), è giunto il momento di sigillare il Niger, che non ha sbocchi al mare.

Ovvero, leggete bene, alla luce degli eventi attuali, bisogna sanificare la Libya a nord, il Burkina Faso ad ovest, il Chad ad est, il Mali e l’Algeria a nord ovest. Spero percepiate l’integrazione tra il cd. Piano Mattei ed i recenti eventi in selezionati paesi dell’Africa subsahariana sopra citati. La grande Nigeria chiaramente resta un baluardo a sud, interessato a non farsi coinvolgere negli scontri in fieri. Aggiungendo il fattore Prigozhin, come per magia ha concentrato Wagner attorno alla Russia, mimando il back to basics del 1917.

Manca solo la Libya. Ecco perché l’Italia deve intervenire, oggi, a nome e per conto di detto Patto. Ma, notate, senza l’EU. E dico questo sebbene tale intervento sia anche e soprattutto a garanzia della sicurezza Europea (sottolineo Europea)

Che poi così facendo i piani francotedeschi di sottomettere l’Italia, ossia di dominare l’EUropa, vadano letteralmente a ramengo, non può che essere una buona notizia.
Per una Libya di nuovo filo italiana, di comune interesse tra i due paesi dirimpettai nel Mediterraneo, come ai tempi di Gheddafi (non come quando di mezzo ci sono di mezzo i francesi). E guardando ad un nord Africa moderno, riserva di cibo, ed accessi al continente Africano.

——-

Addendum: contemporaneamente, l’Italia opererà riteniamo una grande esercitazione militare sulle Alpi Graie e Marittime, possibilmente con partecipazione esterna. Che poi l’EU sia costretta ad incendiare i pozzi a lei accessibili, vista la sconfitta che va delineandosi, ossia vedendo fallire i suoi piani egemonici ed esistenziali, è un rischio calcolato che nel caso affronteremo quando si presenterà.

MD

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