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Home » Con una Sentenza rivoluzionaria, la Corte Suprema Tedesca va allo scontro con la Banca Centrale Europea

Con una Sentenza rivoluzionaria, la Corte Suprema Tedesca va allo scontro con la Banca Centrale Europea

Franco Leaf by Franco Leaf
5 Agosto 2021
in Generale
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La decisione del Tribunale Tedesco mina la fiducia nell’euro, eliminando ogni speranza per le eurobbligazioni e l’emissione congiunta di Titoli

Ambrose Evans Pritchard per The Telegraph

Il massimo “organo giurisdizionale” tedesco ha sparato un colpo di cannone contro la BCE, accusando al contempo la “Corte di Giustizia Europea” di aver violato i Trattati, in uno scontro davvero epico sulla supremazia giudiziaria.

Con una sentenza esplosiva, la Corte Costituzionale tedesca ha stabilito che la BCE stia superando il suo “mandato legale” violando palesemente il “principio di proporzionalità”, conseguenza di un acquisto massiccio di obbligazioni che ha raggiunto i 2.200 miliardi di euro e che è destinato a crescere in modo drammatico.

La Banca si sarebbe allontanata dalla “politica monetaria” per avventurarsi nei meandri della “politica economica”.

Il Tribunale ha detto che la Bundesbank potrà continuare ad acquistare obbligazioni per un periodo di transizione di tre mesi, ma poi dovrà desistere da qualsiasi ulteriore ruolo nell'”attuazione e nell’esecuzione” di misure illegittime, fino a quando la BCE non giustificherà le sue azioni nell’ottica delle obiezioni del Tribunale.

Ha anche detto che la Bundesbank debba chiarire in quale modo venderà le obbligazioni che sono già in suo possesso.

“Per la prima volta nella storia dell’UE, la Corte Costituzionale ha sentenziato che le decisioni degli Organi Europei stiano travalicando le legittime competenze e che quindi non abbiano alcun valore in Germania”, ha detto il Presidente della Corte, Andreas Vosskuhle.

Nessun paese aveva mai osato tanto dalla creazione della Comunità, nel 1957. È un momento davvero rivoluzionario per il “progetto europeo”.

Secondo Olaf Scholz, Ministro delle Finanze tedesco, la Corte ha stabilito “confini molto chiari” e l’UE, di conseguenza, dovrà inventarsi qualcos’altro per mantenere sulla giusta strada l’Unione Monetaria.

La venerabile Istituzione di Karlsruhe (il Verfassungsgericht) si è ribellata alla “Corte di Giustizia Europea” [ECJ], sostenendo che il suo atteggiamento, sprezzante nei riguardi del “principio di proporzionalità”, è incomprensibile oltre che incoerente con  la prassi seguita in “tutti gli altri settori del Diritto Comunitario”.

I Giudici Europei, quindi, avrebbero agito ultra vires e al di là dell’autorità del Trattato.

In un passaggio a dir poco fragoroso ha ricordato agli euro-giudici che sono i paesi-membri ad essere i “padroni dei Trattati” (non il contrario!) e che, se i Tribunali Nazionali dovessero timbrare in modo automatico le decisioni dell’UE, questa si avvierebbe su un pendio scivoloso, minacciando il “principio di Democrazia”.

Il Verfassungsgericht non ha mai accettato la supremazia della ECJ e si è sempre riservato il diritto di annullare il Diritto Comunitario nel caso violasse la Grundgesetz tedesca — ma fino ad oggi non aveva fatto mai niente al riguardo.

Ha sottolineato che il Trattato di Lisbona non stabilisce tale supremazia e che l’UE non è uno Stato Federale. Il Tribunale Tedesco, quindi, non è “vincolato” alla precedente Sentenza della ECJ sull’acquisto di obbligazioni.

In altre parole, la Germania ha riaffermato la sua sovranità. Tutto ciò è francamente esaltante.

“Fa uscire dalla bottiglia tanti brutti geni. L’intera base costituzionale del ruolo della Germania nell’integrazione europea dev’essere rivista alla luce di questa Sentenza” — ha detto David Marsh, Presidente dello “Official Monetary and Financial Institutions Forum” e autore di una storia della Bundesbank — “La gente ha letteralmente cagato [sic] per anni sulla questione dicendo che sono argomenti supportati dai populisti e che non hanno alcuna importanza. Ma ora scopre che la Corte è d’accordo con loro”.

Andrew Duff, veterano di Bruxelles e Presidente del “Gruppo Spinelli”, ha detto che la Sentenza tedesca è scandalosa: “Sostenere, come ha fatto Karlsruhe, che la Corte del Lussemburgo stia agendo ultra vires e in violazione dei Trattati equivale al ‘bue che dà del cornuto all’asino’. Non è di sua competenza pronunciarsi sul Diritto dell’Unione Europea. Si tratta di una dannata sciocchezza”.  

Lucas Gutenberg dello “Jacques Delors Center” ha detto che, nel tracciare i confini all’intervento della BCE, la Corte Tedesca sia “diventata una minaccia nucleare. Non possiamo contare solo sulla ‘BCE che fa il lavoro pesante’ nella gestione della crisi. E’ il momento che i politici si facciano avanti”.

Nonostante la Sentenza si riferisca ad un precedente “programma obbligazionario” (PSPP), solleva implicitamente alcune domande sull’ultimo programma, pari a 750 miliardi di euro (“QE pandemico”), lanciato a marzo per arginare la depressione economica.

Questi nuovi acquisti stanno coprendo i deficit di bilancio dell’Italia e di quegli altri Stati che rischiano di essere tagliati fuori dal mercato dei capitali.

Il “QE pandemico” scade a dicembre. Tuttavia, è considerato troppo piccolo per tenere assieme l’Unione Monetaria davanti ad uno shock economico così massiccio.

I mercati si erano tranquillizzati, la scorsa settimana, dopo che Christine Lagarde aveva promesso di aumentare gli acquisti “di quanto e per tutto il tempo necessario”, ma si tratta di una vuota retorica senza il pieno appoggio tedesco.

Nonostante le Banche Centrali del “sistema BCE” possano sostituire temporaneamente la Bundesbank (un concetto sponsorizzato dai francesi), resta il fatto che la fiducia globale nel “progetto euro” crollerebbe rapidamente se il “potere economico dominante” dell’Eurozona, nonché “principale creditore”, si rifiutasse di partecipare.

Non è chiaro, inoltre, se la Bundesbank possa continuare a concedere “crediti” a tempo indeterminato alle altre Banche Centrali attraverso il sistema Target2 — i crediti tedeschi stanno per superare i 1.000 miliardi di euro!

Tutto questo sta assumendo il carattere di un “salvataggio fiscale” che entra dalla porta di servizio. Qualsiasi mossa della Bundesbank atta a sospendere il Target2 farebbe precipitare l’UE in una crisi sistemica di liquidità.

La BCE è in difficoltà. Il suo capo-economista, Philip Lane, ha dichiarato apertamente, la scorsa settimana, che il “QE pandemico” viene utilizzato per abbassare gli spread nei “singoli mercati sovrani” — ed in particolare in quelli a rischio. 

E’ quasi un’ammissione che la BCE stia salvando l’Italia. La Goldman Sachs ha detto che fra il 35pc ed il 45pc degli ultimi acquisti sono serviti a sostenere i suoi mercati del debito.

Il Verfassungsgericht ha detto che la BCE è passata ad occuparsi di “politica fiscale” ma che gli acquisti di obbligazioni non violino di per sé l’art. 123 del Trattato (divieto di finanziamento del deficit).

Il Verfassungsgericht, in effetti, ha respinto la principale lamentela dei contendenti, un gruppo di industriali, accademici e politici euroscettici.

“La sentenza è migliore di quanto pensassi: il Tribunale è sostanzialmente d’accordo con la nostra denuncia, ma non ha il coraggio di spingersi in profondità e di far rispettare la Legge. Noi tedeschi non abbiamo più il coraggio di farlo” — ha detto il Prof. Gunnar Beck, Deputato al Parlamento Europeo per il Partito anti-euro AfD e Avvocato delle parti in causa — “La prossima fase consisterà nella spinta a cambiare il Trattato, per legittimare le azioni illegali”.

La questione della proporzionalità sull’acquisto di obbligazioni è fondamentale.

Più il QE si trasforma in un plurimiliardario “salvataggio fiscale”, più usurpa le prerogative fiscali e di spesa del Parlamento Tedesco, la linfa vitale della Democrazia.

Il Tribunale ha ripetutamente affermato che il Bundestag non possa cedere questi poteri ad alcun organismo sovranazionale, perché violerebbe la Legge Fondamentale tedesca.

Il Verfassungsgericht ha detto, inoltre, che gli acquisti di obbligazioni saranno considerati inaccettabili se la BCE superasse la regola dei 33pc per ogni serie di obbligazioni e si discostasse dal “Capital Key” (che riflette il Pil di ogni paese-membro), oppure se acquistasse debiti dal basso rating.

“Questo limita le possibilità d’acquisto dei Titoli di Stato italiani”, ha detto Clemens Fuest, Direttore dell’Istituto IFO.

La Sentenza elimina ogni residua speranza sulle eurobbligazioni e l’“emissione congiunta di debito”, perché comporterebbero una modifica dei Trattati e della Grundgesetz.

Il sostegno fiscale per gli Stati del Club Med potrebbe essere fornito solo sotto forma di “prestiti formali” tratti dal “Fondo di Salvataggio dell’UE”, il MES, soggetto al “cilicio” del Fiscal Compact una volta superata la crisi.

È una questione aperta se un Leader italiano possa attivare questo Fondo e sopravvivere nella sua carica. Il meccanismo è visto come un “Cavallo di Troia” per’ingresso della Troika.

I mercati hanno accolto la Sentenza con uno sbadiglio. Gli spread italiani si sono mossi appena un po’ ed anche le Borse Europee hanno mostrato un forte ottimismo sul post-lockdown.

Gli investitori scommettono che l’UE tirerà fuori un trucco che permetterà alla BCE di continuare ad acquistare volumi illimitati di debito italiano.

Ma, forse, non hanno ben compreso l’enormità del giudizio.

————

Link Originale: https://www.telegraph.co.uk/business/2020/05/05/germanys-top-court-clashes-european-central-bank-revolutionary/

Scelto e tradotto da Franco

*****

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