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Home » Un incendio doloso durante le manifestazioni in Cile distrugge il palazzo di ENEL Chile a Santiago. I manifestanti antiglobalisti contro le multinazionali (ma proprio il palazzo di ENEL doveva bruciare?)

Un incendio doloso durante le manifestazioni in Cile distrugge il palazzo di ENEL Chile a Santiago. I manifestanti antiglobalisti contro le multinazionali (ma proprio il palazzo di ENEL doveva bruciare?)

mittdolcino by mittdolcino
18 Marzo 2022
in Attacco all'Italia?
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
Un incendio doloso durante le manifestazioni in Cile distrugge il palazzo di ENEL Chile a Santiago. I manifestanti antiglobalisti contro le multinazionali (ma proprio il palazzo di ENEL doveva bruciare?)
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I media italiani non hanno il coraggio di dirlo, quelli cileni si: “Incendio intencional” ossia doloso!

A qualsiasi latitudine la si guardi il problema della disparità di ricchezza accumulata tra classe media, gente normale, e miliardari-ultra ricchi possidenti fa sempre più paura (con la sparizione progressiva della classe media non si parla più di destra contro sinistra, ma piuttosto di una sorta di neofeudalesimo, con pochissimi a beneficiare di tassi bassissimi ed inflazione a zero ed il resto della popolazione a diventare criceto con consumi sempre più obbligati, che diventano vieppiù cari). In tal contesto, ieri ENEL Chile, la sussidiaria italiana del gruppo elettrico romano, ha pagato le intemperanze dei manifestanti cileni – dovrei dire guastatori – predominantemente (sembra) di sinistra con un incendio che ha distrutto proprio la sua sede a Santiago del Chile.

Incendio scoppiato prima in alto in un palazzo di circa 20 piano, saranno stati i manifestanti al piano terra?

Prima di tutto, da dove nasce la protesta cilena? Ufficialmente dall’aumento del ticket del metro usato per andare al lavoro da milioni di cileni. Ma questo nasconde ben altro, ossia – appunto – la classe media che sta scomparendo, non solo in Cile. Quando il limite di una popolazione che non riesce arrivare a fine travalica aumentando un costo obbligato, magari a fronte del mancato taglio dei privilegi delle classi percepite come agiate e anche della politica immancabilmente in mano ai grandi possidenti, ecco scoppiare la rivoluzione per le strade. Questo è quanto accaduto a Santiago del Chile, magari fomentato da qualcuno, troppo presto per dirlo. Però con una strana coincidenza: è stata data alle fiamme la torre ENEL, ossia quella di una impresa sistemica italiana presente da decenni che da una parte dà da lavorare a molti cileni. Ma che dall’altra comunque sfrutta il vantaggio delle tariffe, ossia dei costi della vita imposti per legge, classico esempio di costo obbligato.

La sinistra cilena fortemente coinvolta nelle manifestzioni di piazza

ENEL ereditò la sussidiaria cilena da Endesa, la compagnia spagnola acquistata nel 2006 dopo una aspra contesa con la tedesca E.ON se ricordo bene, quando l’Italia contava, non come oggi (l’impresa tedesca cercò poi di acquisire ENEL durante il governo di Mario Monti, che era favorevole ma – si dice – il tentativo fallì per l’intervento di persone non tedesche interne al gruppo tedesco che boicottarono l’acquisto, …). Le sussidiarie sud-Americane erano infatti il gioiello della corona di Endesa, con i lauti dividendi di attività poste in paese comunque in forte crescita e sempre a letto coi governi locali. Dunque, che oggi proprio l’edificio di ENEL venga attaccato sembra foriero di problemi là da venire per l’Italia in generale, visto che gli appetiti per le attività italiane nel mondo sono proprio alla base degli attacchi di francesi e tedeschi, da anni (ed oggi forse anche di spagnoli, a cui fu sottratto l’osso). Ritengo che continueremo a vedere questo trend anche nei prossimi anni, rispetto a tutto quello che è “asset italiano”.

Cile seconda patria di ex nazisti

Per vostra informazione il Cile è la patria di elezione di gran parte di ex gerarchi nazisti, che si reinsediarono in loco sia prima che dopo la fine della scorsa guerra mondiale, fuggendo dai processi post-bellici per le nefandezze compiute. La grande diligenza cilena negli affari oltre al dirigismo spinto,quasi fosse di matrice teutonica (…), ha permesso da una parte un relativo successo dell’economia locale rispetto a quella dei paesi limitrofi. Perimenti ha però allevato tendenze estremistiche nella gestione governativa sfociate prima nel regime di Pinochet e poi nella repressione attuale che – lo ricordo – usa le stesse norme emergenziali via carabineros messe temporaneamente in soffitta dopo la fine della dittatura cilena, ossia dopo l’epilogo del famoso Piano Condor. Sta di fatto che oggi il cattedratico all’Università di Bologna, Loris Zanatta su Rai Radio 1 di stamane, ha indicato come una rete organizzativa soprattutto sui social sia molto prbabilmente dietro alla protesta di piazza, in tutto il sud America, sebbene il forte coinvolgimento dei movimenti di sinistra sia praticamente certo.

 

Faccio presente che l’attuale presidente cileno, Sebastian Pinera, è una delle persone più ricche del Cile, da qui la radice degli attacchi. Pinera è un politico democristiano, che è succeduto alla presidenza di Michelle Bachelet, icona della sinistra locale. Tale Bachelet, va ricordato, è un politico appunto di sinistra che ai tempi Pinochet si rifugiò in Germania, ma non dell’ovest, no, in quella dell’est, con Honecker, protetta dalla Stasi. Poi rientrata nel proprio paese è arrivata ad essere presidente del Cile, prima di Pinera, alla testa di una coalizione di sinistra. Ricordo che Angela Merkel, nata Kesner nella RFT emigrò “al contrario” nella DDR, diventando responsabile della sezione agitazione propaganda de partito comunista della Germania dell’Est.

Molto strano però è il passato della Bachelet, di fatto oggi il riferimento politico della sinistra cilena: oltre ad essere protetta dalla Stasi nella DDR, studiò assieme a funzionari della Stasi, o supposti tali, alla Max Humbolt University di Berlino. Ad esempio più o meno in concomitanza con il deputato tedesco Gregoz Gysi, sospettato di fare parte della polizia segreta della DDR. Il padre di Gregoz Gysi, Klaus, fu ambasciatore in Vaticano ed in Italia durante il rapimento Moro, oltre ad essere ufficialmente parte della Stasi (Klaus Gysi lasciò l’Italia appena dopo l’epilogo del rapimento Moro, ndr). Ricordo per altro come Gregor Gysi si sia esposto pubblicamente ad aiutare Michelle Bachelet presidente nazionale nel 2015 in una controversia tra Cile e Bolivia per problemi di diritti marittimi, evidente i vecchi amici non si lasciamo mai soli in certi ambiti.

La Stasi fu la vera erede della polizia segreta nazista, la Gestapo. Poi fusa con il BND per mano di W. Schauble come ministro dell’Interno dopo la caduta del muro (tutto torna?)

Dulcis in fundo, come avete letto sopra, Michelle Bachelet, lasciata la presidenza del Cile, divenne alta responsabile dell’ONU per i diritti umani. Appena eletta non perse tempo a criticare l’Italia per la crisi dei migranti mandando gli ispettori ONU, supponendo addirittura razzismo, quasi in un piano preordinato di attacca alla Penisola. Ricordo per altro come Gregor Gysi figurasse tra i finanziatori della ONG Opena Arms, quella di Carola Rackete per intenderci (il padre della Rackete era colonnello della Marina tedesca, in odore di servizi segreti tedeschi per il ruolo ricoperto, ndr).

Incredibile, il padre del deputato tedesco Gregor Gysi, che finanzia la ONG Sea Watch fu agente Stasi, ministro della cultura ed anche ambasciatore in Italia della DDR durante il rapimento Moro! Non è che dietro la ONG ci sono agenti ex Stasi italiani?

Ricordo per altro come anche un’altra ONG tedesca, la Jugend Rettet, fosse finanziata da nipoti di altissimi gerarchi nazisti, vedasi sotto.

https://scenarieconomici.it/ong-jugend-rettet-finanziata-ex-nazisti/

Spero abbiate colto il messaggio.

Oggi il palazzo di ENEL brucia nel mezzo di una manifestazione atta più che a combattere il globalismo, a mettere in difficoltà un governo di destra locale vicino anche ad ENEL nel suo sviluppo sudamericano, in generale cercando di creare il caos nel Paese. In tale contesto lo zampino tedesco sembra se non evidente quanto meno probabile, con i suoi tentacoli (…). Certo, che un palazzo bruci a partire dai piani alti significa che la cosa è stata pianificata nei dettagli, non potendo essere un “incidente” dovuto alle manifestazioni.

Che sia anche questa una forma di guerra asimmetrica? La cosa certa è che gli asset italiani fanno gola a molti. Oltre al fatto che l’Italia è e soprattutto sarà sotto perenne attacco franco-tedesco neiprossimi tempi (un asse in cui oggi l’addendo spagnolo ha sostituito quello italiano e britannico).

Il messaggio che derivo è che, ancora una volta, senza un vero asse Italia-USA gli interessi italiani in Italia e nel mondo saranno certamente compromessi, per mano di chi derivatelo voi.

Mitt Dolcino

*****

Le immagini, i tweet e i filmati (i contenuti) pubblicati nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio e quindi immediatamente utilizzabili. In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.

 

 

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