Personalmente sono indignato. E dispiaciuto. Infatti, anche noi solo con colpevole ritardo siamo riusciti a comprendere come l’Italia stesse per fallire per colpa di Mosca. O meglio, la Russia di Putin nei fatti ha buttato sotto il treno l’Italia preferendo il piano revanscista pan EU dell’asse Franco-tedesco.
L’unico vantaggio (nostro) è che comunque siamo stati i primi a scrivere in lingua italiana di tale supposto tradimento.
I prodromi
Come sapete noi guardiamo all’interesse del Paese che ci ha dato i natali. In base a tale ipotesi, possiamo dire che storicamente abbiamo avuto molti vantaggi, chiaramente, ad esser liberati per mano USA dai nazitedeschi, con il nord Italia diventato addirittura il fedele stato fantoccio hitleriano al sud delle Alpi: si divenne, incredibilmente, partendo dalla fame nera del 1920, addirittura la quarta potenza economica mondiale. In soli 70 anni!
Dal 1990, ossia dalla caduta del muro di Berlino, arrivarono i problemi: Roma venne messa in mora dal nascente asse Franco-tedesco, complice Londra sempre perfida Albione, in forza degli accordi del Plaza. Infatti 6 anni prima un pan tedesco in USA, Paul Volcker, ottenne il salvataggio USA – ancora non uscita dalla palude conseguente alla caduta violenta di Richard Nixon – a fronte dell’impegno a costruire l’Unione Europea incentrata sull’euro dopo la caduta dell’Impero comunista sovietico.
Infatti, con tale evento storico, gli USA vennero salvati dalle regole del capitalismo grazie alla prima deliberata manipolazione dei mercati della storia. Ovvero grazie ad un accordo politico, al Plaza, gli USA poterono – con l’accordo di Germania, Francia, Gran Bretagna a nome dell’Europa, in aggiunta al Giappone – mantenere il dollaro artificialmente svalutato nonostante la salita monstre dei tassi avvenuta con l’accordo dei suddetti paesi.
Il fine era appunto sconfiggere l’inflazione USA senza far collassare l’economia USA, ovvero evitare di portare gli States fuori mercato in forza di un dollaro troppo forte figlio di tassi al 10% ed oltre.
Tra le contropartite idealizzate ai tempi ci fu anche la spartizione dell’Italia, a termine: da una parte Londra avrebbe tratto profitto dell’acquisizione di pezzi dell’apparato industriale italiano a prezzi di realizzo (Britannia al largo di Civitavecchia, Elisabetta II incredibilmente sul luogo dell’attentato a Falcone, Beppe Grillo futuro capo del M5S si dice invitato con Draghi sul panfilo reale ecc.), con la complicità dei propri sodali locali. Dall’altra Parigi e Berlino avrebbero ottenuto l’euro a termine, all’avvenuta caduta del muro di Berlino.
La Prima Repubblica sapeva di quanto sopra, dunque fece accordi preventivi con l’amico Bush, soggetto dentro mani e piedi all’affaire JFK, con la complicità dei mafiosi americani. Dunque ci fu l’uscita concordata da Gladio, onde evitare problemi di destabilizzazione interna manu militari: peccato la caduta totalmente inattesa di George Bush, che portò il clan Clinton da sempre filo europeo al potere (Hillary ai tempi era nel cda del più grande cementiero francese in America, Lafarge, ndr).
Con tali contingenze derivò la genesi della firma forzata del trattato di Maastricht con governo decaduto da parte di Guido Carli (interessanti le parole di Carli in riguardo a come gli tremava la mano che doveva firmare, ndr), nei prodromi di Tangentopoli, ossia durante l’ennesimo tentativo di impeachment di Cossiga e appena prima della stagione delle bombe.
Vi basti che l’Italia non venne fatta a pezzi solo in forza dell’intervento dei militari USA che fermarono la deriva italica, ossia Tangentopoli, in quanto la portaerei italiana nel Mediterraneo era considerata già ai tempi insostituibile (cfr. Amb. Reginald Bartholomew, in Rome, andate a guardare che ruoli aveva avuto nella dissoluzione dell’URSS, ndr).
La Russia rientra nel “grande giro” grazie all’Italia
Saltiamo la caduta della Russia e l’ascesa al trono dello zar Vladimir Putin, la grande storia è ancora troppo fresca per poterla scrivere in modo esauriente (…).
Partiamo dunque dell’accordo di Pratica di Mare, con il figlio di George Bush, G. W. Un cruciale passaggio ritardato per tutta la durata del terrificante regno dei Clinton, per l’Italia: così Mosca rientro’ finalmente nel grande giro dei potenti, da grande Paese imperiale quale è sempre stato, non molto dissimile dagli USA (anzi, molto simile direi, al contrario della Cina, ndr).
Il problema sullo sfondo fu il criptico accordo, sempre presente, tra apparati ex DDR integrati nel BND tedesco da Schauble (ministro degli Interni alla caduta del muro, ndr) e il colonnello del fu KGB di stanza passata a Dresda, Vladimir Putin, lui stesso membro apicale della Stasi in DDR e ex collega di Angela Merkel (Agitprop, partito comunista della DDR): passò poco dall’avvento di Putin che Angela Merkel divenne cancelliera, con un lunghissimo mandato di una quindicina d’anni.
In tale lasso di tempo maturò il progetto geostrategico del North Stream, la mossa euro-germano-tedesca per superare col tempo MacKinder. Ponendo parimenti un limite lato EU, dato dall’Ucraina come baluardo inviolabile, all’espansionismo NATO in est Europa. I paesi nordici attorno San Pietroburgo divennero invece paesi che rientrarono nell’orbita tedesca più che EU (…).
Evitando le speculazioni, restiamo ai fatti: la sfida a MacKinder, ovvero il North Stream costruito di concerto tra Germania e Russia, nasce precisamente in tale contesto (per fondere economicamente e strategicamente Russia e Germania), un progetto lungo quasi due decenni. Chiaramente tale progetto tutti sapevano, soprattutto in Germania, che avrebbe determinato una dura reazione lato USA. Reazione che culminò nel North Stream bang…(euromaidan avvenne tre anni dopo la nascita del North Stream, come progetto approvato ed in opera con l’approvazione del clan Obama, ovvero cancellando il South Stream facendo quasi fallire Saipem, colpevole di aver chiesto i danni a Gazprom, ndr).
Compreso quanto sopra torniamo al titolo.
Rammentando che, quasi fosse un thriller alla Le Carre’, Angela Merkel si ritirò dalla politica appena in tempo per vedere l’attivazione della più grande infrastruttura gas con la Russia, che nelle ipotesi avrebbe emancipato geopoliticamente Berlino dal protettorato di fatto del potere americano in EUropa.
https://strategic-culture.org/news/2023/03/20/nazi-roots-of-eu-fuhrer-ursula-von-der-leyen/
Mosca, a letto con Berlino per il North Stream, sacrifica l’Italia
Complice gli accordi con soggetti politici apicali in Italia per vendere il gas russo in Italia (…), superando i vincoli a Gazprom dell’era Mattei sulla vendita del gas russo nella Penisola solo tramite ENI ( era il periodo di Paolo Scaroni, che infatti non otterrà alcuna nomina di peso oggi in Italia, ndr), la Russia ebbe certamente una special relationship con Roma. Soprattutto con il clan Berlusconi, meglio detta (…).
In parallelo l’EU forzosamente tagliò i contratti gas lungo termine in EU, provate ad indovinare chi era il più grande beneficiario storico di tali contratti, specialmente se russi (ENI?)(…).
Resta che, al di fuori di enormi fortune accumulate da pochissimi Benedetti soggetti, l’Italia perse il grande vantaggio competitivo a lei quasi esclusivamente riservato del gas russo a basso prezzo.
Così i russi grazie all’Italia sbarcarono pure in Libya, da Gheddafi. Poi Gheddafi cadde (non protetto da russi, guarda il caso), il North Stream venne approvato e poi costruito, dal 2011. E l’Italia fini’ nella spirale EU targata Merkel fatta di austerità e declino. Poi la caduta di Cameron, un filo EU aperto ai partiti cd. insulsi in Italia, non ho detto M5S (…), post Brexit. Dunque la caduta di Hillary, con la complicità dei militari USA; poi Trump, Conte ecc.
Arriviamo al 2021: eletto Biden alla Presidenza eliminando l’ostacolo Trump, sempre contrario al North Stream, l’EU incredibilmente sembra coordinare il mancato riempimento degli stoccaggi gas in EU, con errori tanto marchiani e convergenti quanto improbabili, non apparendo per nulla casuali: il prezzo gas decolla nel Vecchio Continente giustificando a breve l’apertura in emergenza del North Stream II (l’azienda è diretta da un ex Stasi; mentre il North Stream I dall’ex premier tedesco, Gerhard Schroder, ndr). Poi, improvvisamente, scoppia la guerra in Ucraina, dopo l’ennesima provocazione Ucraina sotto deliberata spinta anglo e supporto israeliano nel ruolo di Zelensky. I prezzi gas stradecollano, fino a livelli incredibili ed insostenibili.
L’Italia, già castrata dal gas libico che non c’è più – ormai il paese africano senza governo non riesce più ad inviare metano all’Italia (invece invia migranti, quasi fossero coordinati nell’opera da un nugolo di ONG francesi e tedesche, ndr) – rischia il crack, con prezzi che rasentano i 500 euro.MWh.
Il gas russo intanto viene fermato. E il North Stream è pronto, sarebbe dovuto partire in emergenza. Ma la guerra ha aggiunto l’addendo geostrategico imprevisto, che impedisce l’attivazione della pipeline (…).
Le contingenze portano quasi per caso, velocizzando il processo, all’All In contro l’Italia: prezzi altissimi del gas conducono il paese a forma di stivale vicino al crack. La Germania rischia di subire lei stessa gli effetti dell’addendo geostrategico, con i flussi di metano bloccati per decisione geopolitica.
In tale contesto qualcuno decide di usare il North Stream in transitorio, ossia sotto traccia, vestito come test di flusso, miliardi di metri cubi di gas necessari alla Germania come l’ossigeno, per stare in piedi industrialmente.
Parallelamente l’Italia, complice un governo Draghi che ha il mandato di approvare il trattato del Quirinale che permetterà l’accesso in Italia dei soldati francesi a semplice chiamata romana (lo approverà qualche giorno prima delle sue dimissioni, a luglio 2022, ndr), magari con l’ipotesi di supportare un futuro governo italiano pro EU grazie alla chiamata in Italia dei soldati francesi durante l’implosione economica per mantenere l’ordine, evita ogni misura di contenimento della crisi, leggasi Price Cap ad esempio, come invece fa la Spagna con successo.
L’elezione di Giorgia Meloni sarebbe dovuta essere un danno controllato e controllabile per il piano EU-franco-tedesco a letto con la Russia. Ovvero l’Italia sarebbe dovuta implodere, trasformando il governo di Giorgia Meloni nel governo ex fascista che avrebbe tenuto l’ordine in Italia prendendosi tutte le colpe (…). I basisti Forza Italia e Lega, da sempre pro EU e pro Russia, d’accordo con ex segretari del PD entrati nell’orbita del centro destra (che sembra andranno neutralizzati politicamente, vedremo, andiamo a poco) sarebbero stati funzionali al piano.
Montecassino, nel mare del nord
Fino al colpo di scena: il North Stream bang, lo stesso giorno dell’elezione di Giorgia Meloni, un segnale fortissimo.
A Roma si scatena il panico, l’EU inizia davvero a balbettare. La CIA, avendo già avvertito la Germania da fine luglio scorso dei rischi attentato al North Stream, viene messa da parte, parlano i militari da lì in avanti.
Il prezzo del gas invece di salire dopo il bang, come avrebbe dovuto, incredibilmente scende, al TTF: per forza, l’EU e soprattutto la Germania non potendo più far conto sul gas russo importato di nascosto, coordinano una incredibile discesa dei prezzi al TTF, che in fin dei conti segue le stesse folli logiche del system marginal price, ossia il gas più caro fa prezzo nelle borse locali.
Emerge sempre più la tresca russo-tedesca sul gas, tresca dinamitata dal North Stream bang.
La guerra in Ucraina diventa dunque merce di scambio, anglo vs asse russo-franco-tedesco per superare MacKinder col gas. Di fatto gli USA dicono, più o meno: “O Mosca si separa dall’asse con la Germania, o la guerra si estenderà all’Europa”.
Putin non può lasciare, è lui stesso All In, assieme a Berlino. La Cina, interessata al piano di emancipazione EUropea dagli USA, sapendo che l’EUropa sta distogliendo RISORSE USA da Taiwan, cautamente parteggia per Mosca, ben sapendo che il primo investitore diretto in Cina è proprio la Germania, dal 2017.
Ultimo passo è il tentativo disperato di far cadere Giorgia Meloni per mano di Lega e Forza Italia, circa due mesi fa, ossia i partiti a letto con l’asse russo-tedesco.
Il tentativo fallisce grazie all’opera dell’abile Guido Crosetto, che porta addirittura il gen. Milley a Roma, con un messaggio, più o meno: non toccate il governo Meloni o il post Ustica verrà ricordato come una passeggiata di salute al confronto di cosa rischia di accadere.
Nel mentre l’Italia viene accolta nel 6EYES+, con USA, UK, Australia/NZ, Canada, Israele, Giappone. E l ’accordo Tempest supera ogni accordo militare EU.
La Germania, che annega nell’inflazione, senza gas, si prepara invece ad un autunno caldo; idem la Francia.
L’Africa nel mentre si sta defrancesizzando, si va a poco che l’ennesimo incidente nello stretto di Sicilia determinerà la necessità di intervento italiano protetto in Libya (…).
Si prepara insomma il momento della verità: intendo, arrivare a spiegare agli italiani che la Russia vis a vis con l’Italia si è comportata da nemico, preferendo l’asse euro-franco-tedesco all’amicizia della Penisola.
Penisola che per colpa russa stava davvero per fallire. A poco o nulla è valso il tentativo in extremis di benedizione russa del gas in arrivo dall’Algeria: la verità è che tutti sapevano che la Francia avrebbe dovuto fare il take over dell’Italia a nome dell’EU (…), anche Mosca…
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In tale contesto va letto l’articolo di Strategic Culture citato nel sottotitolo, organo di stampa per altro affermato e rispettato sebbene collegato agli apparati russi, in vista dell’annuncio popolare (in arrivo) sulla di fatto collusione russa nel piano di fracassare l’Italia col gas a prezzi folli stando a letto coi franco-tedeschi.
Oggi tale testata cerca di mescolare le carte sul nazismo famigliare di Ursula von der Leyen: notizia vera ma vecchissima, rilanciata da questo sito addirittura l’anno scorso, ad agosto (la notizia invece era di Foreign Policy, del 2021, vedasi sopra).
In realtà Strategic Culture, ossia la Russia, intende rinfocolare proprio oggi, per il volgo, l’idea che nazismo è male: chiaramente lo è!
Peccato che – lo ricordo – furono proprio i russi ad allearsi coi nazisti nel patto Ribbentrop-Molotov. Oggi tale patto può essere tranquillamente ridenominato “patto Merkel-Putin”, nei termini sopra indicati.
Entrambi i patti, rileviamo essere stati/essere a danno degli interessi italiani.
Sinceramente, spiace davvero rilevare il tradimento russo all’Italia, tradimento che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche per la Penisola.
Mi aspettavo più amicizia di Mosca al popolo italiano: essere amici di Berlusconi, caro Vladimir, non equivale necessariamente ad essere amici del popolo che il tycoon italiano (oligarca?) forse dice di rappresentare .
Anzi, direi piuttosto il contrario.
MD