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Home » BANG! Come previsto, la Francia apparecchia il blackout Italiano (taglia l’export nucleare long term all’Italia)

BANG! Come previsto, la Francia apparecchia il blackout Italiano (taglia l’export nucleare long term all’Italia)

A parte che il sito del MITE (a cui sarebbe stato comunicata l'interruzione contrattuale del nucleare francese all'Italia) all'atto di questo nostro intervento è inaccessibile. Detto questo, il taglio dei contratti lungo termine di EDF all'Italia, che datano dalla collaborazione di ENEL per il Superphenix, sono una mossa degna di una dichiarazione di guerra, oggi. Inutile giraci attorno: l'Italia deve costruire il suo nucleare, bastano 2 siti. Ma NON devono essere centrali francesi

mittdolcino by mittdolcino
17 Settembre 2022
in Colonialismo francese del III. millennio
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
BANG! Come previsto, la Francia apparecchia il blackout Italiano (taglia l’export nucleare long term all’Italia)
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In buona sostanza EDF ha deciso di tagliare fino circa 30 TWh (tutti i contratti long term; ma l’energia arriva in gran parte – di fatto sempre dalla Francia, anche per le frontiere svizzere) su un consumo italiano di 300TWh, variabile negli anni. Fino a circa un 10(15)% della disponibilità aggregata sono a rischio insomma.

Questo contratto non sarebbe dovuto essere tagliato: era un retaggio della collaborazione franco-italiana, quando l’Italia era avanti ai francesi in tema di nucleare (ovvero hanno così soffiato all’Italia le intuizioni giuste sul nucleare, ai tempi; oggi i nuovi mini-reattori si basano in buona parte sullo schema Superphenix, ossia raffreddamento con metallo fuso, ndr).

Ora, dopo il caso Ippolito, questo tradimento lato francese. C’era da aspettarselo, va detto, coi francesi soprattutto.

Siamo dunque certi che questo inverno ci sarà il blackout previsto da Giorgetti, in Italia. E più precisamente si tratterà di un blackout causa blocco dei flussi dalla Francia.

Fa sorridere che l’avessimo perfettamente previsto già ad inizio 2022.


Repubblica.it : al LINK


Eppoi, diciamolo, il 2003 ci dice molto.

Infatti nel 2003, anno caldissimo, primo anno di efficacia del Trattato internazionale “Open Sky” (tacciato, si dice, da alcuni, quale escamotage per la successiva modifica del clima? Complotttisti!!!), ci fu il periodo dei blocchi di produzione elettrica programmati in  Europa causa caldo, d’estate. E a settembre 2003, BANG ci fu il famoso blackout italiano.

Blackout avvenuto su una linea detenuta da una azienda compartecipata da EDF, in Svizzera. E a seguito e di errori marchiani nella gestione dell’emergenza in Italia, a Roma: mai fu indagato chi c’era nella sala controllo di ENEL quella notte, ad es., che so, ruoli successivi PPAA etc. (…).

Parimenti, nel blackout di settembre 2003, anche una seconda linea svizzera si sarebbe interrotta; guarda caso la linea che parte dalla centrale dal Lago di Lei, collegata una centrale svizzera costruita spostando i confini italiani, la KHR. Sapete chi è il maggior azionista di KHR, ancora oggi? Edison, 20%. oggi EDF (peccato ci si scordi di aggiungere che tale partecipazione maggioritaria di una azienda iconica ai tempi dell’Italia dipendeva dal fatto che tanti italiani morirono per costruire detta centrale; inoltre il territorio italiano dovette essere ceduto alla svizzera per tale impresa, ndr).

Insomma un intrigo internazionale quello del 2003, che vide il giorno successivo su repubblica, quello del buio, Licio Gelli pubblicare un famoso articolo-intervista: tutto sotto controllo.

Fino a qui i fatti.

*****

Il blackout che verrà, in Italia, in collaborazione con Parigi. Per salvare l’euro, attuale o futuro


18.12.2021: citato da intervento sopra, estratto, al LINK


Oggi, a settembre 2022 succede che la Francia, mossa prevista con precisione maniacale direi, taglia i contratti pluriennali di energia all’Italia e di fatto costringe ai blackout invernali la Penisola, prossimi mesi, come previsto da Giorgetti.

Dunque altro blackout di settembre

Cosa possa succedere poi nelle notti senza luce, soprattutto ai confini del nord ovest, beh, preferisco non pensarci…

Ricordo per altro che la Francia – che caso – si oppone ugualmente alla pipeline gas che porta metano dalla Spagna all’Italia (difende pavlonianamente i propri interessi? A danno di quelli italiani? Ma non mi dite….)

Sta di fatto che il piano di Reset sta andando nella direzione attesa: Italia primo obiettivo del Reset, anzi il primo premio.

Che poi sia necessario lato italiano costruire circa 3600 MW di potenza nucleare, SENZA CENTRALI FRANCESI, mi sembra palese (centrali francesi che sono un rottame, sempre ferme, in realtà una scusa, come nel 2003 – ricordo infatti che autorità francesi furono a stigmatizzare di fatto manipolazione dei prezzi in Francia, documento sparito dalla rete, ma in non ovunque, ndr).

Per ovviare a questi problemi basterebbe contrattualizzare le centrali giapponesi, che in assenza di tsunami sono perfette. E ci tolgono dai problemi che Parigi potrebbe creare ad un paese vicino per cui da sempre è invidioso. Anche le centrali USA sono ottime, al pari di quelle russe.

Ben essendo conscio che le case vista Colosseo acquistate a proprio insaputa forse/a volte non capitano veramente per caso.

MD

*****

Image: thanks to Ondrej Bocek, Unsplash.com, https://unsplash.com/photos/bj420Ypq0gg

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