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Home » Dopo i danni fatti durante gli ultimi 300 giorni, il nuovo Presidente della Repubblica dovrà pensare prima di tutto a chi si è vaccinato contro la sua volontà

Dopo i danni fatti durante gli ultimi 300 giorni, il nuovo Presidente della Repubblica dovrà pensare prima di tutto a chi si è vaccinato contro la sua volontà

Innanzi tutto, la democrazia in Italia deve essere ristabilita: il primo pensiero del neo Presidente della Repubblica deve riguardare chi ha subito forzosamente - di fatto - la vaccinazione anti-COVID. Anche definendo un protocollo medico preventivo per gestire eventuali effetti collaterali, anche se solo teoricamente possibili e NON certi. Poi, l'enorme problema: quello economico, da affrontare "in tackle"...

mittdolcino by mittdolcino
27 Gennaio 2022
in Crisi Italia, Grandi Opere
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
Dopo i danni fatti durante gli ultimi 300 giorni, il nuovo Presidente della Repubblica dovrà pensare prima di tutto a chi si è vaccinato contro la sua volontà
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Deve essere chiaro che i vaccini non sono per definizione pericolosi. Lo sono però potenzialmente, ovvero possono avere effetti collaterali ad oggi sconosciuti visto che le fasi di test (del vaccino per il COVID) sono  incomplete e non standard, lato EMA (…). Il caso talidomide, tanto simile nella genesi quanto potrebbero esserlo i danni potenziali, ripeto, potenziali, è lì a testimoniarlo (relativi ai vaccini non testati in modo canonico dall’EMA contro il coronavirus).

Stante che chi si è vaccinato ha firmato il consenso informato, ossia – soprattutto all’inizio – ha proceduto alla vaccinazione prima di tutto per “tornare ad andare in vacanza e al ristorante” – ovvero non per ragioni di lecito ed educato dubbio (tali soggetti che volevano “tornare a fare festa” non sono quelli a cui mi riferisco, qui) -, andrà posta particolare attenzione ai vaccinati che sono stati obbligati all’inoculazione “per lavorare”, quelli degli ultimi 3 mesi intendo.

 

Tale costrizione è infatti inaccettabile, come obbligo surrettizio: l’assenza della Corte Costituzionale, oggi colpevolmente non interpellata sull’argomento, ha messo alla luce un colossale vulnus democratico – COLOSSALE – nella Costituzione Italiana; dunque la Suprema Corte dovrà essere immediatamente consultata in riguardo a quanto sopra, dal nuovo Presidente della Repubblica.

Ossia, va urgentemente richiesto il parere Costituzionale sull’argomento.

Tale passaggio, doloroso, va comunque fatto.

*****

E’ infatti indispensabile ricostruire prima di tutto la fiducia nelle Istituzioni, facendo presente, chiaramente, fin dall’inizio della presidenza Mattarella, che chi scrive ha giusto sopportato – sebbene in cauto silenzio (in materia) -, una Presidenza ritengo macchiata da intromissioni potenzialmente al limite dell’illecito in temi Istituzionali direi vitali (…).

Parlo della supposta ingerenza sulla nomina del ministro Paolo Savona, che pavidamente non si è voluta affrontare lato Lega nelle sedi dovute, una colpa innegabile purtroppo per chi la Lega ha votato (…).

Parimenti bisognerà capire cosa fare per evitare danni a coloro che, ripeto, hanno ceduto all’obbligo vaccinale forzosamente, ossia da una certa data in avanti; ovvero quando il vaccino era obbligatorio per lavorare. Questi sono stati gli ultimi 100 giorni di Draghi, circa, con provvedimenti democraticamente inaccettabili. Anche per tale ragione Draghi non può diventare Presidente della Repubblica (questo articolo viene scritto in anticipo, il 23.01.2022, causa impegni prossimi venturi).

Dunque, resta inimmaginabile per chi scrive pensare a cosa può andare incontro il Paese con un Mario Draghi al Quirinale.

Ricordo infatti che i liquidatori italiani nei fatti sono stati due “Mario”, intendo come crollo verticale del benessere nazionale dovutamente registrato dalle statistiche economiche ufficiali: il primo, Mario Monti, che precedentemente era costretto alle dimissioni da Commissario Europeo nelle more della compartecipazione come membro della Commissione Santer (assieme, lato italiano, ad Emma Bonino) nel più grosso scandalo corruttivo avvenuto in seno al governo europeo (la Commissione Santer: Commissione Europea in carica dal 1995 al 1999, costretta alle dimissioni perché travolta da uno scandalo di corruzione – ndr). Ossia dimissioni dell’intera Commissione con due anni di anticipo dalla scadenza del mandato, inclusi gli italiani, per motivazioni ignobili quali nepotismo, contratti illeciti, enorme buco di bilancio, come recita la Gazzetta ufficiale dell’UE (fonte al LINK).

Il secondo liquidatore, lo si capirà temo fra pochi mesi se non settimane, è da identificarsi – riteniamo – in Mario Draghi, che ha completamente fallito nel contesto che doveva essere per definizione suo “suo”, leggasi prevedere/contenere l’inflazione galoppante in arrivo.

Ossia senza prendere contromisure serie; anzi continuando con l’accumulo di debito statale anche come conseguenza delle tragiche e folli misure restrittive contro il virus che ormai non uccide(va) se non marginalmente; governo Draghi per altro primo della classe come restrizioni anti-libertarie in EU (appunto, vedasi anche il vaccino obbligatorio per lavorare).

Ma, soprattutto, per non aver applicato misure atte a contenere lo tsunami inflattivo, vedasi l’ambito energetico che si fa finta no esista, con effetti catastrofici che invece vedremo a partire dalla prima bolletta del 2022 (molte aziende chiuderanno, almeno temporaneamente, causa bollette impossibili da pagare, ndr).

Ossia con aumenti dei prezzi dell’energia che vanno anche  oltre le 3, 4 5, 6 volte il costo di inizio 2021/fine 2020.

Per un economista non aver visto tale “valanga” è e sarà sempre PER DEFINIZIONE una macchia indelebile nel suo operato, null’altro da aggiungere.

*****

Ci auguriamo dunque che il nuovo Presidente, ritenendo di sapere di chi si tratterà fin da oggi, si attivi in tal senso.

Per inciso, ci sono numerose competenze e capacità che l’Italia, nella sua classe dirigente e nella società civile, può esprimere, enormi competenze. Il problema sarà soprattutto coordinarle, non tanto a livello politico, ma amministrativo negli indirizzi da perseguire.

In un certo qual modo, la via tracciata dal Movimento 5 Stelle poteva anche essere intelligente nel cercare forze nuove da inserire nell’agone politico, per rinnovarlo: il vero, enorme e tragico errore pentastellato fu quello di mettere – come al solito, in Italia – degli “Yes Men” in ruoli chiave. Ossia “incaricando” per ruoli importantissimi delle persone con competenze così basse da poter essere manovrati, facendo loro vedere contropartite diciamo politiche personali mai viste in vita loro dai soggetti, nel caso (…).

La disintegrazione dei fini nobili del movimento è derivata da tale innegabile contingenza, prima vengono “le famiglie” e poi il Paese.

Ecco, questo errore NON deve essere ripetuto: bisognerà trovare gente in gamba disposta a rimetterci anche qualcosa pur di servire lo Stato per un tempo limitato. Chiaramente tali soggetti dovranno dare più importanza ai ruoli che agli interessi, vedendo l’impegno come sacrificio, chiaramente remunerato, ma magari non tanto come nella loro vita diciamo “precedente”, il prezzo del loro impegno intendo. A fronte di onore istituzionale se arriveranno i risultati (…).

Gli “Yes Men“, o anche i bibittari al potere se volete, con massimo rispetto per tutte le professioni italiane, questa volta non dovranno essere messi a capo di funzioni strategiche e delicatissime in cui è prevista competenza specifica per il ruolo; o quanto meno alta preparazione in ambiti complessi (giusto per fare un esempio, al di fuori del CV, mi aspetterei che un ministro degli esteri sappia quanto meno un paio di lingue decentemente oltre all’italiano – i dialetti regionali non sono inclusi nelle lingue -, ndr).

E’ arrivato il momento di ricostruire: diamoci 7 o 10 anni di duro lavoro, con forze nuove, per poter accumulare le energie e le risorse che poi, eventualmente, potranno essere di nuovo sperperate dalla solita politica romana, come troppe volte fatto in passato. Ossia, 7 o 10 anni per guadagnarne 30, ovvero 37 o 40 anni di vita aggiuntiva del Paese Unito.

Notate: non parlo di Italexit o di altro, sarebbe prematuro. E’ per altro chiaro che la permanenza in questo euro per l’Italia sarà totalmente da ridiscutere. Ripeto, totalmente.

Infatti tutte le deroghe e le possibilità, oltre che i margini di manovra, che sono ad esempio a disposizione degli altri paesi EU (…) devono esserlo anche per l’Italia. E non parlo di debito ulteriore “concesso” dal centro dell’Impero, debito marginale che anzi dovrebbe essere limitato, no! Anzi, il debito in moneta straniera non dovrà più essere accumulato dall’Italia in assenza di mutualizzazione tout court, nuda e cruda, del debito EU.

Ovvero, per chiarire, meglio:


il debito imposto dal 2011 all’Italia in forza della crisi euroimposta dello Spread, facendo dimettere il governo Berlusconi, crisi innescata dalla lettera impropria nella forma, nella sostanza e nel merito firmata a 4 mani da Trichet e, udite bene, da Mario Draghi quando era condirettore della BCE, dovrà in qualche modo essere rinegoziato (…).


Ricordiamo che l’euro doveva servire prima di tutto per non avere inflazione, fra le altre cose (…): se con l’euro si ha anche l’inflazione, come è il caso oggi, allora questo euro non ha più senso di esistere e va rinegoziato se non bellamente sostituito con altro, là da venire.

“Conosco modi migliori per suicidarsi“, questa frase è il punto di partenza da cui ripartire.

MD

*****

Image: thanks to Wells Baum, https://unsplash.com/photos/zjQZgslA0M0

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