Tom Luongo (sintesi)
Ci siamo a tal punto concentrati sui contrasti fra gli Stati Uniti e Davos, da trascurare alcune vecchie tesi sulla potenziale frantumazione dell’Unione Europea.
L’UE è in un brutto casino. Lo sanno tutti. Le sue banche sono degli zombie, i suoi mercati obbligazionari degli ossimori, le sue relazioni commerciali in pieno degrado.
Anche i rapporti con i suoi cittadini stanno diventando tossici.
Inoltre, è guidata da un gruppo di donne non elette, orribili ideologhe e prototipi della mediocrità.
Se qualcuno pensasse che il gentil sesso non dovrebbe mai dirigere un Paese, un’azienda o finanche un consiglio scolastico, potrebbe guardare ragionevolmente a questo gruppo di donne.
Diavolo, più invecchio e più penso — mettendo da parte mia moglie e la sua saggezza — che le donne non debbano votare [palese il fine ironico dell’autore].
[Immagine non riproducibile di Ursula von der Leyen, Christine Lagarde e Kristalina Georgieva-Kinova. H/T Martin Armstrong for the picture].
Onestamente, l’unica “donna” non raffigurata è il Presidente francese, Emmanuel Macron.
Queste donne sono state messe nelle posizioni che occupano da Klaus Schwab e George Soros, per trasformare l’UE in una sorta di “stato di polizia” tecnocratico.
I commenti di Armstrong (linkati sopra) portano a credere che non ci sia stata alcuna resistenza interna a questo piano:
“Hanno intenzione di non pagare il debito pubblico e di sostituire le pensioni con il Reddito di Base Garantito. Si stanno muovendo passo dopo passo verso l’obiettivo finale, in modo che il popolo non si renda conto di quello che sta accadendo.
Sul breve termine, c’è ancora il rischio che il dollaro possa salire perché l’Europa è stata completamente distrutta e Schwab ne ha il pieno controllo. Ogni persona che occupa una posizione-chiave è anche nel Consiglio del WEF”.
Non credo, tuttavia, che questo sia possibile.
Analogamente a quanto è successo negli Stati Uniti, con la nomina di vari leader in posizioni di particolare potere (perché agissero come guardiani del Nuovo Normale), Davos ha incontrato una forte opposizione ai livelli inferiori di governo.
Negli Stati Uniti ci sono alcuni Governatori, di solito ignorati, in posizione di aperta rivolta. Bene, la stessa cosa sta accadendo in Europa.
Ora, quelle streghe cattive stanno ignorando le persone che scendono in piazza in Francia o in Italia, ma anche le critiche di gente come il Primo Ministro ungherese Viktor Orban.
Lo fanno perché sanno che il sistema le protegge e credono che lo slancio del Great Reset sia maggiore di quello dell’opposizione.
Ma questa, da parte loro, potrebbe anche essere una cattiva supposizione.
Perché le cose sembrano capovolgersi proprio nel Paese dove pensavano di avere il controllo maggiore: la Germania.
Perché, quando lo house organ del Governo tedesco, il Die Welt, dichiara che combattere l’inflazione è più importante di quello che sta succedendo in Italia, c’è di mezzo molto di più della semplice isteria tedesca, come la stampa europea mainstream vorrebbe farci credere.
Il DW seppellisce la ragione del perché i tedeschi odino l’inflazione alla fine dell’articolo:
“I cittadini tedeschi sono particolarmente colpiti dalla svalutazione, poiché preferiscono mettere il loro denaro nel libretto di risparmio o nel conto corrente. Ma queste sono forme d’investimento dove l’inflazione colpisce senza ostacoli.
Gli economisti si chiedono, quindi, come reagiranno i cittadini tedeschi a questa situazione a loro poco familiare.
Quando il valore del denaro è minacciato dalla crescente inflazione, aumenta la propensione a spendere che, a sua volta, porta i fornitori ad aumentare i prezzi. In questo modo, cresce il rischio di una spirale inflazionistica”.
Visto che il contante, nell’UE, viene tassato allo 0,6% annuo, l’inflazione del 3% sta letteralmente spazzando via la classe media tedesca.
Il DW, inoltre, ricorda al Presidente della BCE (Christine Lagarde) di non aver nemmeno menzionato il fatto che l’inflazione stia andando oltre il suo obiettivo del 2%, perché … bé, come Powell, crede che sia “transitoria”.
Ma questo tasso d’inflazione non dovrebbe indurre la fine del QE, visto che è stato raggiunto e superato il suo obiettivo: il 2%?
La posizione ufficiale di Davos è riassunta nel tweet di un “giornalista economico” tedesco:
Il twitterer è un idiota che crede a tutti i dogmi di Davos, dal cambiamento climatico all’unità fiscale dell’UE.
Ignorate i suoi pregiudizi. Quello che è veramente importante è che il Die Welt stia parlando dell’inflazione in questi termini, a solo un mese dalle elezioni tedesche e con il sostegno ai Partiti davvero fluido.
Qualcuno ci ha fatto caso? Dal totale manca il 4%. Potrebbe essere un errore di arrotondamento, ma anche qualcos’altro.
L’obiettivo di Davos è quello d’installare al Governo Nazionale il Partito dei Verdi, dopo che Angela Merkel lo aveva imposto a livello statale per controllare la Camera Alta, il Bundesrat.
Da notare, tuttavia, che dopo il voto a valanga di maggio per i Verdi non ci sia stato alcun rimbalzo. L’argomento che la recente inondazione sia stata causata dal cambiamento climatico non ha funzionato.
L’aumento dell’inflazione e la sanguinaria politica estera dei Verdi li ha fatti arretrare di molto, rivelando cosa sia davvero importante per l’elettorato tedesco.
Con questi sondaggi, ammesso che siano veritieri, è probabile che non ci sia alcun modo per tener i Verdi fuori dal Governo, a meno che non scendano sotto l’abisso del 16%.
Nel frattempo, l’FDP e l’AfD sono entrambi in crescita, ma non così velocemente da cambiare materialmente il calcolo elettorale — a meno che i sondaggi, in Germania, siano falsi esattamente quanto quelli negli Stati Uniti.
Li prenderò quindi al loro valore nominale, per capire il molto che potrebbe succedere nelle prossime tre settimane.
Perché i sondaggi indicano che l’elettorato, semplicemente, non sa cosa fare.
Una sorpresa significativa potrebbe ancora verificarsi, com’è successo nel 2017, quando l’AfD sorprese i sondaggisti ottenendo il 3-5% più di quanto previsto, costringendo la Merkel a una lunga trattativa per formare un governo.
Il problema, per Davos, è che le persone non sono monolitiche nel modo in cui rispondono agli stimoli — come ho discusso a lungo nella News Letter di questo mese.
Ha fatto la cacca fuori dal vaso mettendo a repentaglio la vita delle persone, distruggendo il vecchio ordine economico per “costruire di nuovo e meglio”, al punto tale che ora tutto è possibile.
Perché, quando le persone sono veramente sotto stress per la loro vita, prendono decisioni lontane dalla normalità.
E, tutte quelle donne che Davos ha messo al comando, sono abbastanza intelligenti da far funzionare la linea di produzione, ma non sufficientemente da ripararla quando si rompe.
Davos, in effetti, non ci ha spinto con gradualità negli ultimi diciotto mesi. Ha letteralmente frantumato il mondo. Quello che spera è che il pregiudizio di normalità della gente smorzi la sua risposta a questi catastrofici cambiamenti.
Ovvero che gli elettori passino dall’equivalente tedesco dei Repubblicani (CDU) ai Democratici (SPD), senza nemmeno considerare i libertari (AfD).
Il popolo tedesco ha avuto la sua avventura di una notte con i Verdi nel 2020, ma ora è il momento di prendere decisioni serie.
L’effetto netto è stato quello di spostare l’SPD ancor più a sinistra: un governo con Die Linke, il residuo del vecchio Partito Comunista Tedesco.
In questo modo, Davos potrebbe ottenere il Governo dei suoi sogni.
Ma, se questo accadesse, la Germania firmerebbe proprio per la cosa che il popolo tedesco esplicitamente NON VUOLE — una massiccia inflazione per pagare i “peccati” di Paesi come Francia e Italia.
Anche gli industriali tedeschi, nonostante abbiano bisogno di un euro debole (per mantenere alte le esportazioni), non possono comunque accettare un’alta inflazione domestica, che porterebbe con sé l’aumento dei tassi d’interesse e la distruzione della classe media.
La Germania, in effetti, è a un bivio. Non può andare avanti senza tornare indietro.
Al contrario, Francia, Italia e Spagna hanno tutte bisogno di bassi tassi d’interesse e di un euro relativamente forte per restare dove sono.
Per restare solvibili, hanno anche bisogno di una Germania compiacente che monetizzi tutto il debito, con la BCE che agisce da intermediario.
Ricordate, la BCE non può mantenere i suoi vari programmi (che si riducono all’acquisto di debito) senza il consenso della Bundesbanke in Germania.
I sondaggi politici, quindi, sono in contrasto con le esigenze del potere politico tedesco.
Perché, il Die Welt che pubblica un articolo che definisce l’inflazione tedesca più importante del futuro dell’Italia, è come il New York Times che spinge Jerome Powell ad alzare i tassi d’interesse di 200 punti base domani stesso.
Quindi, cosa significa tutto questo?
Significa che ci stiamo rapidamente avvicinando al momento di cui Jim Rickards parla da più di dieci anni, la divisione dell’Unione Europea in un blocco valutario del Nord (guidato da tedeschi, olandesi e danesi) e un blocco valutario del sud (composto dai Paesi finanziariamente indeboliti dalla struttura instabile dell’euro: Italia, Francia e Spagna).
L’Italia è il “premio”: l’unico Paese che entrambe le parti vorrebbero con sé per convalidare la loro visione del futuro.
Non so se possa esserci un compromesso che permetta di rottamare il sistema attuale, sostituendolo con un euro digitale emesso dalla BCE, che sia accettabile anche dai tedeschi.
Per la Germania sarebbe possibile solo se fossero i tedeschi a controllare i cordoni della borsa ma, con la Lagarde a capo della BCE, questo non sarebbe possibile.
Il piano della Merkel era di svendere la Germania a Davos, manipolando l’elettorato tedesco per fargli prendere una decisione disastrosa alle prossime elezioni.
Alla fine potrebbe anche esserci riuscita. Staremo a vedere.
Ma non sarebbe in ogni caso un accordo stabile se i Partiti della sinistra — SPD, Verdi e Die Linke — non si assicurassero la maggioranza nel Bundestag (la Camera Bassa tedesca).
Se non ci riuscissero — e se l’AfD e l’FDP conseguissero un risultato a sorpresa — la CDU/CSU dovrà necessariamente essere coinvolta nelle trattative per il nuovo Governo.
Questo dicono i numeri.
Non che la CDU/CSU gestita da Armin Laschet possa dare una grande scossa, per nessun motivo. Voglio dire, anche Die Linke capisce che è l’UE il nemico della Germania.
La vera minaccia è quella che la Merkel ha affrontato nel 2017: se la CDU/CSU non riuscisse a trovare un accordo di governo, i sondaggi l’allontanerebbero ancora di più da qualsiasi ipotesi di ri-votazione.
In quel caso, FDP e AfD conseguirebbero dei guadagni reali e duraturi. Quindi, non aspettatevi assolutamente niente di questo.
Le prossime elezioni saranno la migliore occasione perché Davos possa ottenere il controllo finale sulla Germania.
Perché, quest’articolo del Die Welt, sta dicendo che i capitali che sostengono la CSU/CDU non andranno d’accordo con quelli ai cui fini la Merkel li ha manovrati.
Credo fermamente che la Merkel abbia pensato di corrompere i sostenitori della CDU/CSU con il Nordstream 2 ma, come sempre, ha sottovalutato l’antipatia del popolo tedesco sia per l’inflazione che per il totalitarismo strisciante, specialmente nell’ex Germania dell’Est.
Ecco l’ultimo sondaggio INSA. Dal totale manca il 7%. Gli indecisi sono in aumento:
Altri cinque punti ad AfD/FDP e le elezioni tedesche saranno dirompenti — a meno di qualche imbroglio.
Detto questo, se il piano di Davos facesse la sua strada, avremo una ripetizione di quello che è successo quando Helmut Kohl portò la Germania nell’euro per Decreto — perché sapeva che il popolo non avrebbe mai votato a favore.
Questa volta potrebbe votare per la sua stessa distruzione semplicemente perché non può liberarsi dalla propaganda che sta pervadendo tutta l’Europa.
Quando guardo i sondaggi sul secondo turno in Francia, dicono tutti la stessa cosa: “Chiunque, tranne Marine Le Pen”.
Persino Macron è tutt’ora preferito alla Le Pen, nonostante le proteste contro quest’uomo siano l’unica industria in crescita nella Francia di oggi.
Ma, anche se i tedeschi votassero male, il Governo sarebbe comunque così debole da non poter sopravvivere a lungo.
E poi, vedremo fino a che punto i tedeschi preferiranno ascoltare le arringhe delle arpie non elette di Bruxelles, piuttosto che i loro desideri.
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Link: https://tomluongo.me/2021/09/06/will-germany-finally-start-eu-breakup/
Scelto e tradotto da Franco
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