Karl Marx, il geniale filosofo tedesco che seppe catalogare il socialismo come nessuno prima, coniò sapientemente un aforisma, che poi era frutto di mera osservazione storica. Ossia che la storia se non si ripete, comunque fa la rima. Dunque, si ripresenta due volte, di norma: la prima come tragedia, la seconda come farsa.
A giudicare dai fatti italiani attuali e di appena prima dell’inopinata nascita della Repubblica Italiana senza Re, le assonanze appaiono incredibili, anche e soprattutto nei personaggi; tutto sommato non in gran parte nell’epilogo infausto, atteso.
La storia in fondo, pur matrigna, ci insegna: il caso più eclatante fu Napoleone e Napoleone III, tragedia e farsa unite anche dal nome, la seconda certamente farsa, la prima tragedia nell’epilogo e nella gestione dei possedimenti oltre che per l’enormità del sangue versato.
Caso 1: il “prima”…
Italianamente, in modo assai più modesto, bisogna per ora accontentarsi di un surrogato, sulla base dei fatti vissuti nella tragedia del fascismo – dovrei dire del secondo fascismo, visto che il primo non era poi così deprecabile se fece uscire l’Italia dalla distruzione anche morale post bellica, post WWI, oltre che permettere alla Penisola di superare unita gli effetti del 1929 e pur anche di uscire indenne dall’iper-inflazione tedesca degli anni ’20 -. L’era dell’atletico ed aitante Mussolini finì comunque in tragedia per il Paese, con anche sangue per le strade e guerra civile, dopo un vissuto imperiale e comunque grandioso; oggi si è invece tragicamente passati alla farsa di non aver proprio nulla di cui vantarsi, soprattutto in tema di politici sformati nella loro disfunzione appunto politica, ma che comunque si atteggiano a novelli Dux sebbene di cartapesta; solo per terminare la loro storia con il solito, inevitabile botto. Del Paese.
Caso 1: il “poi”… (e poi non ditemi che Marx non aveva le sue ragioni)
Alla fine anche per la Francia fu circa lo stesso, con Napoleone III dopo Napoleone: infatti la sconfitta nella guerra franco-prussiana di fine ‘800 condusse al crollo economico francese che portò, circa un doppio ventennio dopo, allo sconquasso della WWI e poi post bellico; solo per rifarsi su Berlino in modo talmente radicale, vendicativo e fesso da condurre inevitabilmente ad una seconda guerra mondiale, solo 20 anni dopo (notare sempre i multipli che si dimezzano nei tempi della degenerazione, è una sorta di legge di Weibull a cui anche la società umana non sembra sfuggire, ndr). Perdendo poi miseramente contro gli avversari di sempre anche in termini di dignità storica, con Vichy, che oggi guarda caso sembra ripetersi anche lei in farsa in veste EU.
Resta la tragedia politica di avere oggi un capo della coalizione italiana del centro destra che si chiama – e si comporta con fare da – Salvini. Ossia – così sembra – non avendo proprio nulla da offrirci a supporto della propria causa anche politica, se non vacue, assolutamente vacue – e fluttuanti – parole, indirizzi variabili ed opposti, fin anche fidanzate improbabili che vanno e vengono, senza una famiglia unita a supportarlo (e a supportarci, indirettamente) nei momenti difficili, bassa preparazione di base, nè accademica nè sul campo in ruoli di rilievo dell’intelligentia del Paese (Mussolini fu il direttore dell’ “Avanti!”, ndr). E anche senza alcun status symbol con cui vestire il proprio essere dominante, men che meno in termini di ideologia. Basti pensare alla sua protegè emiliana candidata alla presidenza della regione Emilia Romagna, che «Non leggo un libro da tre anni» (LINK).
Ben ricordando invece come Mussolini, ad esempio, mentre faceva del suo essere macho un marchio di fabbrica, si circondava di gente eccelsa come cultura, preparazione e competenze, come Gentile, D’Annunzio e fin anche Guglielmo Marconi…
Al massimo il nostro Salvini, dopo averci raccontato sonore balle con l’Italexit “solo a parole”, ovvero solo per carpire il nostro voto (e qui si capisce perchè non lo sopportiamo proprio, visto che ci ha bellamente traditi sulla sfida all’EU/ITALEXIT, ndr), potrebbe tranquillamente – senza generare rimpianti quanto meno nei votanti che sanno pesare i fatti e le parole, separatamente – andare a lavorare per qualche catena di supermercati tedesca o francese, a pubblicizzare (o meglio, ad assaggiare) i prodotti culinari italici, sarebbe certamente un drago in tale ruolo. Peccato che, di questo passo, di grande aziende italiane ce ne saranno sempre meno, tutte o quasi svendute agli stranieri, solo questione di tempo con gente come la suddetta al comando, questo è quanto rileviamo (“la farsa”, che sconfina nella tragedia prima economica e poi sociale, …).
“Operation Sunrise – The Secret Surrender”, Bradley F. Smith, E. Agarossi
Resta la costante del nord Italia ieri filo-nazi-tedesco; oggi, casualmente filo-EU-tedesco.
Ossia, c’è sempre un Otto (o un Wolfgang) di troppo a nord del Po. Essendosi evidentemente dimenticato, il nord Italia, soprattutto tra la Lombardia ed il Friuli, che il piccolo lombardo-veneto pagava dal 25 al 30% di tutte le tasse del grande Impero austroungarico ai tempi degli Asburgo*. E che i tedeschi, nella loro smania di sterminio soprattutto di memoria dei popoli che non riescono a soggiogare, a sfregio, arrivano anche a bruciare la nave di Caligola antica circa 2000 anni sul lago di Nemi durante la ritirata del centro sud Italia nell’ultima guerra mondiale (in una mossa che nulla c’entrava con la guerra; oltre a far minare tutte le dighe del nord Italia e gran parte delle fabbriche, piano nichilista sventato solo corrompendo lato USA/OSS il capo delle SS del Nord Italia, Karl Wolff, nella mirabile Operazione Sunrise, ndr).
Gente senza sensibilità alcuna, degni eredi di Attila, verrebbe forse/quasi da dire.
Dunque, pari sensibilità – a voler a tutti i costi stare con quello eticamente zoppo – sembra dimostrare oggi la classe politica partorita dal nord Italia, ben sapendo che tale classe politica ha mentito apertamente e spudoratamente ai propri elettori, che invece volevano a stragrande maggioranza (quando votarono, tre anni fa) qualcosa di MOLTO diverso: l’uscita da questa trappola chiamata euro, chiaramente a vantaggio franco-tedesco.
Ma, si sa, da sempre in Italia si tende a pesare i voti, non a contarli….
Dunque, se ieri la RSI era a Salò e la X Mas – di fatto un’armata segreta usata spessissimo per uccidere gli oppositori del fascismo anche all’estero – a Milano (poi nella Repubblica Italiana gli stessi della “X” diventarono attori della strategia delle tensione, deriva inevitabile, vista la radice degenere, …), oggi casualmente il fulcro dell’Italia pro-€ e pro-EU sta più o meno dove l’abbiamo lasciato la scorsa volta: a Pontida, ossia tra le province di Bergamo, Brescia e Cremona, forse non casualmente l’epicentro dell’epidemia di COVID, le cui pagine di indicibile realismo sembrano essere ancora tutte da scrivere, soprattutto nella genesi (…). Forse gli italiani sono vittime di uno strano scherzo del destino (…).
Restiamo dunque ad osservare gli eventi: oggi tutto sembrerebbe perduto, per noi della stirpe che si è opposta con i nostri avi all’invasore straniero nell’ultima grande guerra. Sappiate che ogni giorno che passa riteniamo invece – oggi – di essere prossimi ad una decisiva levata di scudi. O meglio, che prima dell’epilogo ci sarà uno scontro tra poteri e contro-poteri, chiaro, inevitabile, come sempre succede in casi simili, la storia insegna (nessuna transizione di dominus è avvenuta in pace, MAI).
Solo dopo potremo trarre le conclusioni.
MD
*Chi scrive è del profondo nord, tifando dalla parte di Pietro Micca
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