Redazione: Pubblichiamo quest’articolo più che altro per dire che è proprio finita.
Almeno per il momento, c’è poco altro da aggiungere.
Abbiamo pubblicato quasi quotidianamente gli articoli di coloro che si rifiutavano di accettare il verdetto, imponendo a noi stessi di credere alle loro parole, dando spazio all’ottimismo della volontà e non al pessimismo della ragione.
Siamo orgogliosi di aver tenuto questa posizione, anche se gli occhi bendati non li abbiamo mai avuti, dimostrandolo con i vari redazionali.
Torneremo su quest’argomento, ovviamente, domani e nei prossimi giorni. Abbiamo tante cose da dire.
Oggi è il momento della tristezza, ma anche quello della consapevolezza. Non avevamo che la tastiera di un computer. L’abbiamo usata.
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Jeremy Beaman per The Washington Examiner
Il Presidente Trump ha concluso la sua amministrazione con un discorso relativamente tranquillo (quello di ieri sera).
Ha ricordato i risultati della sua Amministrazione, condannando la violenza e parlando molto bene di questa “repubblica di cittadini orgogliosi”.
Ci sarà tempo per continuare a parlare di tutto questo ma, con il giuramento del Presidente eletto Joe Biden, le ultime parole di Trump meritano attenzione.
“Me ne vado da questo luogo maestoso con il cuore leale e gioioso, con spirito ottimista e comunque fiducioso che per il nostro Paese e per i nostri figli il meglio debba ancora venire”, ha concluso Trump prima di invocare la benedizione di Dio.
Chissà se Trump creda sinceramente che “il meglio debba ancora venire”.
Spero di sì, ma questo non ha comunque molta importanza.
Ciò che importa è che quelle parole le abbia dette e, se non ci fosse motivo per crederci, allora non ce ne sarebbe nemmeno per continuare a batterci.
Anche i sostenitori neri di Trump sono “suprematisti bianchi”, dicono i media … e questo sarebbe un ossimoro.
In questi giorni pieni di rabbia, pochi sembrano in grado di esprimere una diffidenza che sia ragionevole nei confronti delle politiche della parte opposta.
Fra i repubblicani, quando i democratici prendono il sopravvento (e viceversa), torna costantemente un qualcosa di simile al terrore esistenziale.
Tutti coloro che sono preoccupati per la direzione verso la quale Biden e un Congresso Democratico porteranno il Paese, hanno molte buone ragioni per esserlo.
Io ho certamente le mie.
Biden, ad esempio, non condivide le preoccupazioni per la libertà religiosa che erano preminenti sotto Trump.
Semmai, quello in cui Xavier Becerra (scelto da Biden per la “Salute e i Servizi Umani”) ha dimostrato di credere è che la coscienza meriti di stare sul sedile posteriore, lo Stato davanti [https://www.washingtonexaminer.com/opinion/becerra-for-hhs-means-biden-is-dead-serious-about-sticking-it-to-religious-freedom].
Ma nessuno potrà porre fine alla libertà religiosa.
Possono farla retrocedere, ma i religiosi possono comunque ricorrere presso i Tribunali — e le loro argomentazioni si sono già dimostrate vincenti.
Poi, nel 2022 ci saranno le elezioni di metà mandato.
Nel frattempo, i repubblicani e i conservatori dovranno fare affidamento sulla persuasione e potranno esercitare il potere politico che continuano ad avere, con un Senato diviso a metà e il controllo delle legislature di numerosi Stati.
In mezzo alle divisioni, dovranno trovare una causa comune.
C’è un personaggio in uno dei film di Woody Allen, un ripugnante medico edonista, il cui mantra è: “Il matrimonio è la morte della speranza”.
Nella politica americana, il tono delle voci che stiamo ascoltando suggerirebbe che le sconfitte elettorali siano la morte della speranza.
Ma pensare questo è malsano. Il meglio deve ancora venire.
Se non domani, allora arriverà a un certo punto del cammino. Se non credete in niente, almeno credete in questo.
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Si è appena concluso l’ultimo discorso del Presidente. Niente altro da aggiungere.
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Link Originale: https://www.washingtonexaminer.com/opinion/trump-leaves-saying-the-best-is-yet-to-come-may-people-believe-in-that
Scelto e tradotto da Franco
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