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Home » Capiamo le coalizioni in campo: la memorabile sfida tra globalisti e mondo libero sta per avere inizio (in palio gli ideali economici ed elitari del fu Reich millenario, con 70 anni di ritardo)[reload]

Capiamo le coalizioni in campo: la memorabile sfida tra globalisti e mondo libero sta per avere inizio (in palio gli ideali economici ed elitari del fu Reich millenario, con 70 anni di ritardo)[reload]

mittdolcino by mittdolcino
2 Agosto 2021
in Crisi del globalismo, Dal mondo, Disuguaglianze, USA
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Capiamo le coalizioni in campo: la memorabile sfida tra globalisti e mondo libero sta per avere inizio (in palio gli ideali economici ed elitari del fu Reich millenario, con 70 anni di ritardo)
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Redazione:

Siamo in attesa degli eventi, da qui alle prossime 3 settimane avremo chiaro cosa succederà al nostro amato Mondo. Chiaro, tutto ruota attorno alla nomina presidenziale USA. Siamo dunque al bivio: forse tra transumanesimo e rivincita del mondo tradizionale. Chi vincerà? Approfittiamo di questo momento di stati (o Stasi…) per meditare.

Le alleanze in campo, almeno quelle, sono chiare: il vecchio mondo che non vuole morire è quello anglo, con l’esperienza di 300 anni tra impero britannico e Pax Americana. Il nuovo mondo che stenta a nascere è invece l’asse tedesco con Pechino a supporto, la sola variante rispetto a 75 anni fa (prima era Tokio). E con gli ariani-iraniani a supporto, assieme ai soliti turchi alleati dei tedeschi da 100 anni, con zoccolo duro sciita.

Il mondo anglo tutto sommato sta cambiando anche lui, con USA & Commonwealth, Giappone, India ed il novello asse Israele-mondo arabo sunnita aggregati.

Resta da capire cosa faranno le vecchie – in tutti i sensi – potenze coloniali europee, includendo l’Italia nel novero, forse il primo obiettivo simil-militare del neo asse tedesco se vuole veramente scardinare il potere anglo non solo in Europa. Ma la domanda vera è dove starà la Russia, ritenendo dubbio che accetterà uno stance “neo-globalista” che lo accerchi a ovest, est e sud.

Il condimento sono i valori, ormai poveri, direi appiattiti al globalismo grazie ad un supposto rappresentante di Pietro in terra eletto in modo che dire anomalo ed oscuro è davvero poco, soggetto per altro che sembra amatissimo soprattutto da chi non è cattolico (…).

Bene dunque chiarire le condizioni al contorno, per prepararci ali eventi. Inutile nascondere che, comunque vada, le cose non torneranno più come prima (…).

Chi scrive, dopo ampie lettura ed approfondimenti, soprattutto sul New Deal di F. D. Roosevelt (FDR), resta convinto che le assonanze tra Trump ed il suo illustre predecessore si sprechino: entrambi patrioti, ebbero a combattere aspre lotte interne, ben notando che i New Deals furono svariati e solo pochi funzionarono; alcuni come quello sull’agricoltura vennero contestati, uno anche dalla Corte Suprema USA che egli tentò addirittura di “modificare” negli equilibri, uscendone sconfitto. La realtà è che la depressione del 1929, meno pesante di quella che subirà il mondo occidentale post COVID, dopo quasi 10 anni non era ancora risolta, mancavano veri drivers di crescita. Ed infatti appena si cercò di normalizzare l’economia ed i tassi nel 1937 la crisi ri-iniziò a mordere. Va infatti detto chiaro e tondo che gli USA uscirono dalla depressione post 1929 solo grazie alla II guerra mondiale, in molti dicono guerra anche cercata da FDR, tramite il suo capo di stato maggiore Marshall, poi prestato alla ricostruzione (con il grandissimo oriundo Fiorello La Guardia a supportare incredibilmente la “sua” ex Italia con i fondi USA, assieme al discepolo De Gasperi, ndr).

L’altra assonanza sta nelle relazioni onternazionali: ai tempi esisteva una ampia fascia della popolazione USA che era pro neutralità. Tale fascia popolare trovava negli ideali suggeriti un grande finanziatore esterno, quanto meno nella classe politica USA che contava, ossia la Banca Thyssen di New York dove il capo era, pensate un po’, Prescott Bush, padre di George e nonno di G.W. Bush: il suo compito, più che fare affari, in fondo era prevenire che gli USA entrassero in guerra contro la Germania! Germania per altro ampiamente finanziata negli anni precedenti dagli americani, si sappia solo che i primi camion militari del III Reich avevano motore General Motors (…).

Oggi Trump ha contro le elites USA e globali che, guarda caso, negli interessi e nelle assonanze, sono cd. globalisti. Ossia filo tedeschi, mai infatti dimenticare il discorso integrale di Obama a Berlino a suo commiato come Presidente USA, dove l’ex Presidente uscente di fatto investì Angela Merkel della continuità – sotto Trump – degli ideali globalisti prima di tutto clintoniani. In tale contesto abbiamo ad esempio visto il governo tedesco coinvolto nelle proteste anti-Trumo finanziando Antifa. O nello Shadowgate, dove i dati sensibili di centinaia di milioni di americani venivano custoditi in servers in Germania (SHADOWGATE) fatto salvo poi scoprire che un hacker aveva disseminato tali dati privatissimi nel mondo e non si sa dove (!!!).

Un po’ come ai tempi dello Zimmermann Telegram, la Germania sta cercando di attaccare il suo nemico di sempre, gli USA, i grandi USA.

E’ ora di dirlo chiaramente: questa è una guerra, solo – per ora – combattuta senza armi militari. Ma con i dati, con i dossier, con i servizi segreti. E con l’economia e la finanza, oltre che la corruzione, in cui si sa i tedeschi sono maestri (vedasi la corruzione di Siemens in giro per il mondo, o le tangenti pagate ai governi greci per comprare beni tedeschi salvo poi incolpare nel 2010 ed oltre gli ellenici di essere corrotti, senza parole).

Sta di fatto che anche oggi la crisi è pesantissima, tanto pensate che molti ritengono che servirà una guerra schumpeteriana per risolvere la situazione, manca forse solo una sorta di Pearl Harbour.

Chiaramente, oggi il terrore dei globalisti è una nuova Yalta, che rimetta le cose a posto. Infatti gli attacchi alla Russia puntano proprio a questo, ossia USA e Russia ancora oggi sono in grado di decidere le sorti del mondo. Chiaramente i globalisti sono terrorizzati da questo, visto che un accordo USA-Russia sarebbe negli interessi non delle solite elites interessate nel nuovo feudalesimo, ma nell’interesse delle genti diciamo “reale”, o “normale” o “middle class”, da cui sia Putin che Trump prendono i voti per altro. Ecco pechè Mosca è regolarmente attaccata, prima via Syria, poi Ucraina ed ora Bielorussia.

Welcome, Barack and Crooked Hillary. See you on the field of battle! pic.twitter.com/ZrTKXcc6aU

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) August 19, 2020

E’ importante dunque capire le coalizioni in campo in modo di capire per sommi capi chi sta con chi. Da settembre prossimo infatti inizierà l’Obamagate. E se qualcuno avesse ancora dei dubbi sul fatto che, sì, l’Obamagate partirà, leggete il tweet sopra.

La più grande assonanza infatti tra Trump e Roosevelt è l’avere dalla loro parte i militari USA, che hanno metri di misura assai diversi di quelli ad es. massonici. Ossia, ad un certo punto il toro va preso per le corna. E lì tutte le mediazioni saltano, come per magia, basta un missile gettato anche solo in mare nel momento sbagliato.



Chiaramente la grande Cina, per altro una pessima combattente contro i nemici esterni a leggere bene la storia, sta dalla parte di chi vuole sfidare gli USA, per indirizzi ed interessi chiaramente geostrategici comuni, ossia con i tedeschi ed i suoi alleati.

Le coalizioni diventano dunque importanti, per capire chi sta con chi. Proviamoci, a definire tali coalizioni:


Fronte Globalista

    • USA (Dem) [all’opposizione] + Germania (Merkel)/Francia (Sarkozy/Macron) + Turchia (Erdogan)+ Iran (sciiti in genere) + Qatar (Al Thani) + Cina (Xi)

Fronte Sovranista

    • USA (Gop/Trump) [al potere] + UK (B. Johnson) + Brasile (Bolsonaro) + Grecia + Israele + Egitto (Al Sisi è vicinissimo a Tel Aviv) + Cipro + Arabia Saudita/EAU +Australia + Giappone

Non allineati

    • Russia (interessata alla nuova Yalta II)
    • India (filo anglo, ma interessata a difendere i suoi confini da Cina e Pakistan)

Una considerazione particolare è che gli alleati tedeschi di oggi sono praticamente gli stessi di 70 e 100 anni fa (Turchia neo-ottomana, Iran ariano e Francia di Vichy, …)

Voi mi chiederete, ma dove sta l’Italia? L’Italia da sempre è il darling degli USA anglosassoni in Europa, secondi solo a Londra per ovvie ragioni, ospita il maggior numero di testate nucleari USA fuori dai confini americani, ha il più grande deposito di armi convenzionali fuori in confini USA ed ci sono sul suo suolo attività e basi strategiche irripetibili in territorio estero non americano, in forza anche dei numerosi oriundi italo-americani di norma ancora molto legati alle loro origini.

In Italia oggi c’è Conte che è chiaramente filo USA ma in coalizione con il PD che invece è filo EU, ossia filo Germania e soprattutto Francia, da cui da sempre la sinistra italiana trae linfa, memento la scuola Hyperion: solo grazie al totale controllo sui servizi segreti italiani Conte riesce a tenerli a bada. Mentre la Lega, si sa, è d sempre filo tedesca e pro euro, oltre che con solide basi ex RSI, preferendo dunque all’uscita dall’euro la secessione. Resta Fratelli d’Italia che teme di staccare il proprio cordone ombelicale più da Berlusconi che da Salvini; ritengo infatti che sia proprio Putin che a questo giro dovrà consigliare il vecchio amico e Cavaliere di fare il nonno, evitando inutili ed ulteriori problemi di salute in vecchiaia (…)

E chiaro che in tale contesto, il principale pericolo per l’EU è proprio Roma, che non esitò a schierarsi con gli USA e gli UK nell’invasione dell’Iraq annichilendo gli ideali imperialistici dell’Unione Europea di Francia e Germania, memento l’uranio “del Niger”, ossia il paese dove Parigi da sempre si rifornisce di uranio per le sue centrali nucleare (dal 2010, previa l’incredibile rientro della Francia nella NATO lasciata con De Gaulle, l’EU filo tedesca con Obama al potere la fece pagare cara alla Penisola, ndr).

Da settembre le Fazioni si sfideranno, basta lasciar passare i prossimi 20 giorni per far sedimentare le nomination Dem USA e poi inizieranno i giochi

In tale momento sarà assai importante avere ben chiaro quali sono le coalizioni in campo, per capire.

MD

*****

Le immagini, i tweet e i filmati pubblicati nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio e quindi immediatamente utilizzabili. In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.

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Questo sito nasce dall’esigenza di poter condividere analisi e strumenti di analisi indipendenti senza alcuna affiliazione politica o di sodalizio in ambito economico o, utilizzando una aggregazione precedente, sociologico. crediamo infatti che la libertà di analisi e di critica – solo se costruttiva – deve restare la base di ogni contraddittorio pubblico, sempre in buona fede. L’ambito vuole essere economico, con lo scopo di di analizzare la società con un metro appunto di valorizzazione economica e/o sociologica.

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