Redazione: Con una serie di articoli presentati in sequenza abbiamo cercato di offrire un quadro significativo della situazione negli Stati Uniti.
Importanti e non univoche le fonti americane che abbiamo utilizzato.
Con quest’articolo di Tom Luongo, cui siamo affezionati per la sincerità delle sue argomentazioni e la veemenza con cui le esprime, per qualche verso chiudiamo il cerchio.
Da questa vicenda ne esce tremendamente scossa la figura dell’ex Presidente che tutti, in un primo momento, ritenevano secondaria rispetto a quella dell’ex First Lady.
La certezza, in chiusura, è la vittoria di Trump e l‘infedeltà di alcuni Funzionari Pubblici.
Il dubbio, invece, è William Barr. Ci è o ci fa?
E, in quest’ultimo caso, lo fa per rendere inattaccabili le sue procedure o per pararsi prudentemente le terga?
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Tom Luongo per Gold Goats ‘n Guns
All’inizio delle “primarie democratiche” ho scritto ripetutamente che, dietro le quinte, si stava combattendo una triplice guerra civile per il controllo del DNC [Democratic National Committee].
Ma non si trattava di un triangolo equilatero.
Le due fazioni principali erano quelle dei Clinton e degli Obama, mentre i “sorosiani” spingevano entrambi più in là e più a sinistra, attraverso il finto “progressivismo” di Bernie Sanders ed Elizabeth Warren.
Con l’ascesa di Joe Biden è diventato palese che era stato Barak Obama a vincere la battaglia.
Hillary, alla fine, si è dovuta inginocchiare appoggiando Biden insieme a tutte le altre fazioni.
Dopo la sconfitta contro Trump (2016), fu subito chiaro che la “Gente di Davos” aveva scelto di consegnare gli Stati Uniti nelle mani di Obama piuttosto che nelle sue … perché debole, divisiva, sempre sui carboni ardenti e quasi irrimediabilmente impazzita di rabbia.
Per usare le parole di “Bush il Minore”: “Missione compiuta”.
Ma quello che mi è rimasto in testa per mesi è stato il tweet di Trump a maggio:
Donald J. Trump@realDonaldTrump OBAMAGATE!
Era un grido per indirizzare l’energia della sua base verso il “vero cattivo” del RussiaGate: Barak Obama.
Ora, se c’è qualcosa di veramente chiaro dopo le ultime declassificazioni (in particolare gli appunti scritti a mano dell’ex Direttore della CIA John Brennan su un promemoria dell’Agenzia), è che sia stato Obama a ordinare ai suoi di puntare il dito contro Hillary per il RussiaGate, cercando di tenerlo ben al di sopra di tutta la vicenda.
Questo documento è già di per sé un affronto al principio della “trasparenza” e della “lealtà”.
Queste persone devono lavorare per il popolo e la Costituzione degli Stati Uniti, non per interessi di parte.
Di conseguenza, non avrebbero dovuto preservare Obama per coinvolgere al suo posto la Clinton.
L’ultima declassificazione indica con estrema chiarezza che l’ex Presidente sapeva benissimo cosa stava succedendo … e che ha dato la sua benedizione perché ci ha visto l’opportunità di far fuori in un colpo solo sia Hillary che Trump.
Questa conclusione spiega la velocità con la quale Hillary è passata da “… sono parte di questa corsa” a “… sono qui se avete bisogno di me”, fino al “… sostengo Joe con tutto il cuore”.
Un autentico massacro che ha costretto persino Bill a cercare la rampa d’uscita.
La Clinton vuole disperatamente una vittoria di Biden semplicemente per non andare in prigione — è una precisa condizione posta a Obama per farsi da parte come leader del DNC.
Ricordate, non è stato un bene, per Obama, che Hillary abbia diretto il DNC durante la sua presidenza, perché sarebbe dovuto essere lui il leader del Partito.
Ma non lo era … e la Clinton lo trattava come una sorta di segnaposto in vista della sua futura incoronazione.
Oggi, tuttavia, Obama ha chiaramente superato Hillary (e, allo stesso tempo, ha quasi intrappolato Trump nel suo gioco), usando contro di lei la sua stessa cupidigia.
Ma Trump è persona troppo avveduta per cascarci.
Pat Buchananan sostenne, all’inizio della sua presidenza, che Trump non si sarebbe fatto da parte come Richard Nixon, “per il bene del Paese”.
Trump, al contrario, “per il bene del Paese” gli si è opposto, costringendo Obama e i suoi tirapiedi a mettere in mostra la verità, anche se ora stanno cercando di offuscarla con la complicità dei media, sperando di evitare le conseguenze delle loro azioni e di riprendere il controllo della Casa Bianca.
Per quattro anni abbiamo visto un muro di pietra alzarsi sistematicamente per proteggere Obama ad ogni passaggio delicato, bloccando gli sforzi dell’Amministrazione Trump.
Come spiegare altrimenti il comportamento del Giudice Emmit Sullivan nel caso di Michael Flynn?
O la notizia-bomba che il Direttore della CIA, Gina Haspel, è personalmente intervenuta nelle attività extracurricolari dell’FBI per creare la “Carter Page”, alla base dei mandati FISA per la sorveglianza del “team di transizione” di Trump? [https://www.mittdolcino.com/2020/10/08/la-direttrice-della-cia-gina-haspel-e-il-ruolo-britannico-nel-complotto-anti-trump/]
Tutto questo è stato fatto perché il tempo passasse, nella speranza di deporre Trump e nascondere la sporcizia sotto il tappeto.
L’hanno quasi fatta franca. Mancano meno di 30 giorni alle Elezioni e non è successo nulla di concreto, anche se tutto è alla luce del sole.
Il problema per Obama e i suoi subalterni è che Trump, il prossimo mese, vincerà le Elezioni a valanga ed è chiaro, dal modo in cui si stanno comportando, che lo sanno benissimo.
Obama è stato protetto dal più alto livello dell’”oligarchia globale”, che ha usato il Coronapocalisse per accelerare i piani del Grande Reset.
L’ostruzionismo è venuto da tutte le parti e in particolare da alcuni membri del Gabinetto di Trump, che hanno fatto gli straordinari per farlo sembrare debole e sprovveduto, mettendo il coperchio su tutto questo casino visto che molti di loro sono coinvolti.
La Palude, inoltre, per proteggere sé stessa, ha rifiutato di dare a Trump qualsiasi reale opzione per i membri del Gabinetto, che fossero in grado di portare la palla in avanti ed emettere rinvii a giudizio.
Tutti noi ci siamo chiesti perché certe orribili persone, da Gina Haspel a John Bolton, fossero state messe attorno a lui quando c’erano disponibili dozzine di opzioni migliori.
Era per garantire che potesse esserci l’illusione di un’indagine o di un cambiamento della politica, ma senza che si realizzasse nulla di concreto.
E ora che è giunto il momento, William Barr sta mostrando quali sono i suoi veri colori, facendo camminare le accuse molto lentamente, più che altro per pararsi il sedere nel caso in cui Trump, il prossimo mese, dovesse perdere.
Per questo motivo la “Pelosi & C.” vuole modificare il “25° emendamento”, per “aiutare” il Gabinetto e il Vicepresidente a prendere la decisione giusta: proteggere la continuità del marciume nel nostro Governo.
Traduzione: se Trump dovesse vincere, ci saranno forti pressioni per rimuoverlo dall’incarico e portare a termine il “colpo di stato” iniziato nell’estate del 2016, ancor prima che il pensiero di una sua vittoria fosse preso sul serio, tranne che dagli analisti più esperti.
Ma tutto questo potrebbe essere solo un passaggio della procedura che Barr ha messo in moto per bastonare l’ex Presidente?
Può darsi. Svegliatemi, allora, quando il sogno si avvererà.
Conosciamo tutti il detto: “… se volete uccidere il Re, avete una sola possibilità”.
Bè, hanno cercato molte volte di abbattere Trump, ma lui è ancora in piedi.
Quindi, chiaramente, non è lui il Re.
Il Re è Obama.
Ma il tempo è poco, le opzioni per fare ricorso sono scarse e la fine di questo patetico passaggio nella storia degli Stati Uniti dipende interamente dalla lunghezza del periodo immediatamente successivo alle Elezioni … che saranno degne, sicuramente, delle manovre che l’hanno preceduta.
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Link Originale: https://tomluongo.me/2020/10/11/obamagates-endless-saga-none-dare-call-it-obstruction/
Scelto e tradotto da Franco
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