Interessantissima analisi di Ana Palacio ripresa oggi dal nostro bravissimo Franco, che non esito a definire addirittura esplosiva per i contenuti espressi: la ex ministra EUropea di origine spagnola ha avuto la freddezza e l’intelligenza per – prima di tutto – verificare come il piano inclinato che porta verso Pechino sia in realtà falsato. Ed assai pericoloso.
L’analisi dettagliata dell’ex ministra EU (“and very outspoken“) è riportata nell’intervento su Project Syndicate, da noi tradotto. Il vero problema sta nella constatazione della ex ministra spagnola, quasi una dichiarazione di colpevolezza dell’EU di tradimento anti-USA. Sostanzialmente la tesi sostenuta – la stessa che noi da tempo propugniamo – è che la Cina e gli USA siano pronti allo scontro, mentre l’EU (franco-tedesca) si sta ponendo nel mezzo della faglia che divide i due contendenti, nel più classico tentativo di dividi et impera per guadagnare spazio da entrambi, soprattutto a danno USA.
Ana Palacio, in sostanza, sottolinea che tale gioco è assai rischioso e potrebbe portare a conseguenze disastrose per l’EU. Noi concordiamo appieno e ci permettiamo di aggiungere alcuni particolari diciamo più “salati”.
Il modo in cui la Cina sta creando il “suo” sistema di ordine mondiale incentrato su se stessa sembra si basi su “apparentamenti” economici con leaders politici e lobbistici occidentali. Questi sfociano di norma in accordi commerciali. Di norma tale apparentamento avverrebbe – appunto – in forza di rapporti economici, chiamatele consulenze, chiamateli ruoli, chiamatele assunzioni, chiamateli contratti a latere. Ossia, mentre gli States hanno guadagnato il loro predominio sul campo, facendo combattere – e morire – propri soldati anche e soprattutto in EUropa per sconfiggere il tiranno nazi-fascista andato fuori controllo, oggi Pechino si appoggia all’arma sottile della funzione economica. Come fosse una corruzione, ma NON nel senso necessariamente illegale del termine, ma di cooptazione economica anche e soprattutto di leaders occidentali con il fine di indebolire il proprio avversario globale, gli USA. Ovvero di guadagnare spazio vitale per un paese con oltre 1.4 miliardi di persone che ogni santo giorno devono mangiare. Sappiamo infatti benissimo come la Germania sia abituata ad ingerire contro gli USA facendo alleanze con paesi terzi in veste di asse anti – USA (vedasi lo Zimmermann Telegram).
Le lezioni della storia…. che si ripete facendo la rima, ma in cinese!
Non è infatti un segreto per nessuno che le agende di Huawei, di Petrochina, di Alibaba ecc. sono di natura politica, essendo di fatto tali aziende di proprietà dello Stato Cinese ossia del partito comunista cinese comandato da un sovrano eletto a vita come Xi (!)(non è un dettaglio). Della serie, dopo aver combattuto – e vinto – il comunismo sovietico, il rischio di domani è consegnarsi ad altri comunisti ossia ad altri Stati centralizzati con ambizioni globali di potenza con il driver di far rubare spazio a colui che aveva liberato il Vecchio Continente dall’ultimo totalitarismo occidentale, anch’esso guarda caso con ambizioni globali. E tutto questo con l’obiezione russa sul tale “evoluzione”, grande Paese che resta – sebbene tecnicamente avversario di Washington – non nemico dell’Occidente, facendo parte a tutto tondo dell’enclave occidentale! (nei fatti concreti molto più di Berlino, che sono oltre 100 anni che sta minando l’asse a cui lei stessa sostiene di appartenere, … , ndr).
Certamente la cooptazione dei Dem USA [e dei suoi alleati nel mondo, vedasi Matteo Renzi ad esempio] da parte dei cinesi è stata cruciale, ben ricordando come lo stesso Donald Trump abbia pubblicamente enfatizzato come il figlio dell’ex vice presidente di Obama, Joe Biden, sotto osservazione e forse indagine per i suoi in affari in Ucraina, sia stato anche coinvolto in loschi affari in oro con la Cina (…) [vedasi anche il New York Times, al LINK]. All’uopo va ricordato come ad esempio Matteo Renzi sia stato letteralmente fagocitato dai cinesi nell’accordo con Alibaba, prodromico a quello della Via Seta solo alcuni anni dopo, dove l’eredità dell’accordo con il portale cinese è passata a coloro che hanno supportato il Geraci leghista nella preparazione del deal cinese (e che forse nel prossimo futuro saranno al governo con gli uomini dell’ex sindaco fiorentino, ndr). Ben ricordando,in base a rivelazioni di stampa di cui ai links seguenti, come sia il figlio di Joe Biden (figlio dell’ex vice Presidente USA con Obama, stranamente sparito dai radar, …), sia il figlio di Nancy Pelosi (Speaker DEM della Camera USA), sia il nipote di John Kerry (ex candidato Dem alla presidenza USA ed ex Segretario di Stato USA) che un ex collaboratore di Mitt Romney (ex candidato GOP alla presidenza USA diventato incredibilmente anti-Trump e nei fatti filo-Dem per le elezioni del 2016, infatti anche il suo staff era indirettamente coinvolto in Ucraina, una grande famiglia di miliardari a carro degli affari di Stato che gli USA sembrano dover mantenere, …) sembra siano stati coinvolti in loschi affari in Ucraina. Tutto da dimostrare, ben inteso, ma – a parte le info di stampa che hanno avanzato tali ipotesi – è impressionante la coincidenza di parenti o collaboratori strettissimi di svariati top brass Dem USA coinvolti in business certamente non molto chiari aventi come oggetto l’Ukraina ed il suo gas e, nel caso del figlio di Joe Biden, anche la Cina. Facendo presente come non solo il figlio di Joe Biden sia stato attivo in business in Cina (ma anche quello di John Kerry, ndr), eventi per altro oggetto di un famoso libro.
Leggete fra le righe quello ritenete più opportuno, sopra. Ma certamente molto sembra “puzzare”. E tanto (chi scrive non si stupisce di come Trump possa essere stato un costante fastidio per gli affari dei Dem clintoniani, a cui le “stirpi” sopra indicate innegabilmente riferiscono, …).
In tale contesto Ana Palacio sostiene oggi che questo gioco euro-(ucraino)-cinese sia di molto pericoloso per l’EU. Quasi mortale. Il motivo è presto detto: non abbiamo ancora visto la reazione USA [irretita – per ora – da una costante pressione mediatica fatta di scandali contro Trump creati ad arte e che poi sfociano in nulla, Russiagate in primis]; ma possiamo stare certi che sarà furente, nei tempi corretti. Della serie, appena assicurata la rielezione USA, Trump certamente vorrà (giustamente) lasciare il segno.
Prima di tutto bisognerà passare per un asse puramente anglosassone, come con Churchill; all’uopo attendiamo le elezioni inglesi e poi la Brexit di gennaio prossimo. Successivamente ritengo verranno destabilizzati gli ex alleati che sono andati a letto con il nemico asiatico; e lì sono curioso di vedere che succederà in Francia e Germania. In Italia invece il gioco sarà certamente sottile ma anche – nel caso – tanto, tanto facile: con 110+ basi miliari USA, con le forze armate nazionali per lo più storicamente schierate a favore degli apparati NATO ed americani, insomma nel momento in cui dovesse essere necessario “fare banco” le cose saranno rapide, veloci e assai chirurgiche. La via Boliviana non può essere un riferimento da non considerare (…), dove Evo Morales per raggiungere il Messico, ilpaese dello Zimmermann Telegram, ha dovuto fare un giro dell’oca che ha comportato 2 giorni di viaggio, fatto mai visto, a causa dei dinieghi di sorvolo imposti da metà Stati centro americani al buen retiro del deposto Evo Morales in Messico passando addirittura per il Paraguay prima di arrivare nella capitale messicana, guardate la cartina e capite cosa intendo (la strategia cinese sembra si stia concentrando nel destablizzare la rete di protezione dei paesi filo USA attorno ai confini americani per evitare che Washington si impegni in azioni lontane dai suoi confini, …, ndr). [la sig.ra Fernandez Kirchner sembra sempre più oggetto di cooptazione da parte dei capitali cinesi, vedremo quanto dura…].
Le parole di Ana Palacio potrebbero essere dunque interpretate nel senso di un macro evento eterodiretto che possa – nei tempi opportuni – ad es. far saltare l’EUropa (ben ricordando come gli USA abbia vinto tutte le sue sfide globali prima di tutto in termini economici, solo dopo in termini militari, ndr). Tale macro evento potrebbe ben essere il crack italiano, successivo ad esempio al crack di Deutsche Bank orchestrato da Londra e Washington (ecco perchè l’asse con BoJo è cruciale; infatti solo la chiusura delle linee di credito/trading delle banche USA e UK possono fare saltare il colosso tedesco, ndr): è infatti facile prevedere che in caso di crack del colosso tedesco le obbligazioni italiane verranno travolte da un’ondata di vendite, per una semplice questione di risk-off su un asset come le finanze pubbliche italiane che implica rischi intrinsechi enormi di “sostenibilità democratica” (nel senso: per rendere forzatamente sostenibile il debito pubblico mantenendo lo status quo attuale l’Italia dovrà necessariamente, stando nell’euro, mettere in discussione la democraticità del proprio ordinamento, …).
A tal punto si dovrà vedere cosa faranno i governi italici, anch’essi travolti dagli eventi: o sceglieranno per un’uscita non pianificata dall’euro, evento impossibile ad es. in presenza di materiale compromettente a danno dei leaders dei principali partiti come PD, Lega e M5S.
O, più propriamente, le forze politiche italiane al governo in Italia dal prossimo anno prenderanno spazio con l’EU per fare più debito, portando il rapporto debito pubblico/PIL oltre al 160-170% con il fine di restare nell’EU, ossia concretizzando la scusa di “cambiare l’EU dal di dentro” di una particolare fazione politica oggi molto in voga [permettetemi: bugia pazzesca, in realtà lo si dice solo per restare attaccato alla cadrega a tutti i costi, ndr]. A tal punto l’economia italiana sarà già saltata per aria in quanto non sostenuta dai consumi interni [in contrazione da anni, causa austerità ossia tasse elevate] ma solo da export visto che ogni azione straordinaria di supporto economico ad es. con investimenti pubblici avrebbe un ritardo strutturale di 9 mesi-1 anno prima di vederne gli effetti sul PIL, nel caso.
Da lì in avanti sarebbe terra di nessuno. A tal punto un eventuale tentativo di destabilizzazione italica sarebbe oltremodo semplice, quasi automatica: con una disoccupazione galoppante le manifestazioni di piazza dei disoccupati assieme alla criminalità da protesta unitamente ai migranti certamente attivi alla bisogna (…) esploderebbero/esploderanno, soprattutto nelle grandi città. Con l’inevitabile intervento di polizia e soprattutto militare a sedare i bollenti spiriti. In tale contesto sarebbero proprio le forze (militari) storicamente vicine agli USA ed alla NATO ad essere coinvolte nel riportare ordine. Ovvero, la sostituzione “costi quel che costi” di un governo nel caso troppo filo-EU, a chiaro danno degli italiani tutti (DB fallita sarebbe comunque colpa dei tedeschi e non colpa di Trump), diventerebbe cosa buona e giusta, ben sapendo che tutte le rivoluzioni degli ultimi 150 anni sono avvenute grazie al sostegno esterno di grandi potenze straniere, unitamente a stress economico-sociali come combustibile della protesta (…).
In tale contesto, finalmente, l’EU imploderebbe facendo prima saltare l’euro grazie ad una uscita forzosa stile kamikaze dalla moneta unica da parte dell’Italia. Ovvero, l’Italia nel caso si suiciderà – comunque – annientando il risparmio degli italiani; ma anche la Germania vedrebbe fracassare il suo substrato socio-economico e con esso le sue ambizioni geostrategiche in forza di un marco riapparso nottetempo scambiato ad un livello insostenibile per la bilancia dei pagamenti e per la competitività tedeschi.
Queste sono le basi principali USA, di cui almeno 2 con ordigni nucleari oggi “in storage” – Aviano e Ghedi – (e forse anche 4 con Sigonella e Vicenza); tutte le installazioni USA in Italia sono almeno 110 (…)
Ritengo che a tal punto Parigi e Berlino non avrebbero altra scelta che impegnarsi “per procura” sul suolo italiano per evitare che l’Italia fracassi il progetto EU, facendo diventare appunto l’Italia un campo di battaglia, anche con tentativi di annessione mirati ad est ed ovest (…). O, per evitare tale deriva, con sublimazione dell’ignavia italica, autonomamente l’Italia si romperà, evitando lo scontro.
Fonte al LINK; che una certa eversione del passato fosse compresa nel triangolo Padova, Vicenza, Verona era forse casuale?
Forse adesso capite perchè lo scrivente spinge da tempo per avere a capo del primo partito italiano NON un impreparato (e vedremo se nel caso anche corrotto, il giudice De Pasquale sta indagando) come Matteo Salvini, di fatto in coppia con Matteo Renzi nelle more di un renzusconi sempre più evidente; ma un duo super come i due Giulio, Tremonti e Sapelli, solidi filo-USA. Onde evitare danni irreparabili.
Le strane convergenze Lega-Renzi, sempre più evidenti, si moltiplicano
Restando lo scrivente convintissimo che non esiste nessuna possibilità di emancipazione italica dall’Alleanza atlantica, fattualmente, vedasi il numero di basi e le infrastrutture USA in Italia, nessuno Stato fuori dai confini degli States ne ha tante… Ben capite che in tale contesto supportare il Salvini di turno – certamente oscillante tra interessi renziani, filo-EU, filo cinesi e Metropolitani – da parte USA sarebbe assolutamente un dettaglio e forse anche un errore; da qui la chiara lontananza di intenti tra il neo-Salvini nei fatti pro-EU (e anche pro PPE e pro “euro irreversibile”) e gli interessi USA in EUropa ed in Medio Oriente
Spero che ora gli enormi i rischi che l’Italia correrà nel triennio 2020-2022 siano più chiari.
Mitt Dolcino
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