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Home » Visto che anche a votare “giusto” gli italiani poi non ottengono quello che gli era stato promesso, fattualmente in Italia votare NON serve . E se il partito dell’astensionismo, magari al 50%, facesse saltare il banco (con aiuto esterno)? [Fossi umbro non andrei a votare a ‘sto giro]

Visto che anche a votare “giusto” gli italiani poi non ottengono quello che gli era stato promesso, fattualmente in Italia votare NON serve . E se il partito dell’astensionismo, magari al 50%, facesse saltare il banco (con aiuto esterno)? [Fossi umbro non andrei a votare a ‘sto giro]

mittdolcino by mittdolcino
18 Marzo 2022
in L'Italia che si rompe
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Visto che anche a votare “giusto” gli italiani poi non ottengono quello che gli era stato promesso, fattualmente in Italia votare NON serve . E se il partito dell’astensionismo, magari al 50%, facesse saltare il banco (con aiuto esterno)? [Fossi umbro non andrei a votare a ‘sto giro]

L'affluenza dalle politiche del 1948

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L’affluenza dalle politiche del 1948

E’ fattuale, i fatti ci dicono che è inutile votare quanto meno in Italia. Si parla in questi giorni addirittura di un ennesimo governo tecnico, ma senza elezioni. Una farsa. Anche perchè a guardare bene gli Italiani alle europee hanno votato in modo diciamo “giusto”, ossia per il “cambiamento” rispetto ad un declino pluridecennale,ma certamente dal 2008-2011. Ed anche nelle elezioni prima. Cambiamento che doveva voler dire stop austerità, meno tasse, più crescita. Ed ITALEXIT, come strumento per uscire dal giogo EU (i migranti erano solo una piccola soddisfazione, infatti gli italiani non fanno figli perchè manca crescita e la crescita assente dipende dalle tasse troppo alte; da qui i migranti che arrivano per compensare la mancanza di prole degli italiani, alla fine dovuta a problemi economici)-

Una domanda a cui vedremo come gli umbri risponderanno la prossima settimana, visto che Draghi vive in Umbria quando viene in Italia, mi sembra…

Come risultato gli italiani hanno avuto solo piccole e tutto sommato inutili soddisfazioni, senza però cambiare nulla di sostanziale: vada per i migranti bloccati sulle spiagge, ma le tasse sono salite, l’austerità non è stata rinnegata, ci si è di nuovo calati le brache con l’EU (2.04% di deficit ecc.), la crescita non c’è, gli investimenti strutturali nemmeno. E l’ITALEXIT è diventata una vera e propria menzogna, usata a fini elettorali e voi rinnegata facendo finta di nulla, sapete a chi mi riferisco. Or dunque, sono costretto a concludere che, personalmente, ritengo sia inutile andare a votare (oltre che tremendamente difficile rispetto ad altri paesi EU*), almeno mi evito la delusione che quelli che ho scelto – una volta vittoriosi – poi non mantengano le promesse. Fossi registrato in Umbria per il voto semplicemente me ne starei a casa*, anche perchè, assieme agli enormi disagi – e costi – per l’espletazione del voto perchè farsi sangue amaro sperando in qualcosa che poi, pur avendo l’impressione di aver vinto, comunque non succede? Evidentemente l’Italia conserva poco di democratico, quanto meno con l’esempio innanzi della cugina Spagna che si fa in un quattro, come numero di elezioni sovrapposte e ripetute, per cercare una maggioranza che governi a tutti i costi; mentre l’Italia fa di tutto per negarla, la maggioranza che governi davvero.

L’Italia non è un paese serio, a me sembra fattuale. Dunque, visto che non c’è serietà anche e soprattutto in politica, perchè impiegare tempo e risorse per andare a votare? Non sembra servire. Anche perchè nell’ipotetico caso che il voto fosse risolutivo, alla fine salta sempre fuori un ostacolo insormontabile, anche un Presidente della Repubblica che, in dissonanza addirittura con un padre costituzionale come Costantino Mortati, dice incredibilmente che egli ha facoltà di non accettare una scelta di ministri. E chi ha subito il supposto danno, invece di lamentarsi nelle maniere dovute – ossia andare innanzi alla Corte Costituzionale per sollevare il caso – preferisce tacere, ossia inciuciare con l’opposizione, senza per altro cambiare nessuno dei ministeriali in quota PD pre-esistenti dentro le stanze del potere romane, come dipendenti. Un inciucio continuo.

Sarà mica un paese serio questo? Sappiate che ultimamente faccio anche fatica ad andare a Roma: non so voi, ma la sensazione di repulsione burocratica e istituzionale (alcuni dicono anche – più semplicemente – schifo volendo, vedere voi, non vi dico dovessi andare nella Capitale con il disastro della viabilità locale e della spazzatura) ha raggiunto livelli che non pensavo possibili. Inutile cercare le cause, che secondo me comunque passano per una eccessiva concentrazione di ministeri a Roma, un luogo che da 2400 anni vive gestendo ricchezze non sue, ma tant’è, è inutile indagare a questo punto. Infatti, a che serve? A scoprire che l’Italia una volta era un grande paese? Lascio a voi tale esercizio teorico….


 

 

Vi lascio con un paio di riflessioni interessanti, che dovrebbero spingervi a capire come il ragionamento sopra, riferito inizialmente alle mie circostanze personali, che mi porta ad essere votato personalmente all’astensionismo rischi di essere l’unica risposta razionale alla decadenza imperante della Penisola (non solo per il sottoscritto, temo). Da una parte oggi vediamo il Portogallo di Costa, un politico socialista, di fatto rivincere le elezioni, sebbene in coalizione, rifiutandosi di eseguire gli ordini dell’EU – in democrazia, non è mai un male, intendo la coalizione –. Ben ricordando che Costa – pur da sinistra – rinnegò l’austerità nel 2015 imposta da Bruxelles ipotizzando crescita col suo programma “disallienato“, crescita che poi arrivò (guarda caso proprio come voleva fare Paolo Savona, che prima fu boicottato da Mattarella e poi venne mandato via dagli stessi che lo avevano voluto come ministro, una specie di nemesi al contrario). Alla fine, con un mix di politica di sinistra, di stimolo all’imprenditoria e di boost economici vari, oggi la disoccupazione portoghese è al 7% e Costa ha un miracolo economico al suo attivo.

Sopra il deficit statale in % del PIL del Portogallo negli ultimi 10 anni; sotto quello dell’Italia (per forza il Portogallo è cresciuto e l’Italia no! In Italia nessuno ha chiesto di fare lo stesso di Lisbona…)

Notasi bene: tutto questo senza litigi, anche se si aveva in coalizione l’ex partito comunista. Ciò significa che in Portogallo c’è uno spirito nazionale che supera gli interessi dei singoli, in Italia invece NON esiste.

Pensate che, riconoscendo il deficit di competenze portoghese causato dall’emigrazione forzata dei portoghesi preparati durante la crisi bancaria globale post-2008 [crisi che, faccio notare, non coinvolse gli istituti italiani, ndr], con conseguente abbassamento del QI – Quoziente Intellettivo medio nel paese luso, ndr, oggi Costa sta cercando di fare tornare i cervelli e gli imprenditori emigrati in Patria, riconoscendo laloro l’utilità per fare business e dunque crescita (mentre l’Italia fa ponti d’oro agli ereditieri soprattutto italiani che rientrano in Italia per vivere di rendita, chiamasi legge sui Paperoni, voluta dal PD, ndr) [il caso portoghese del basso QI causa emigrazione è comune alla Grecia, che però resta al palo].

“La Grecia non ha mai recuperato dalla crisi finanziaria (del 2008)”: la causa è l’austerità EUroimposta, che nessuno ha mai avuto voluto combattere, in Grecia…

Citazione, dall’articolo sopra:

“…Sfortunatamente, la qualità dei lavoratori potrebbe peggiorare: circa 400.000 greci sono emigrati negli ultimi otto anni per lavorare all’estero, la maggior parte di loro non solo laureati, ma anche titolari di un master. Questa fuga di cervelli ha un enorme impatto sulla crescita economica in quanto influenza la produttività e l’innovazione, entrambe significative per la crescita economica. Ci sono molti fattori che influenzano la produttività, ma sicuramente l’educazione è uno di questi. Inoltre, secondo la Commissione europea, le prestazioni di innovazione della Grecia dal 2010 al 2017 sono diminuite dello 0,9% e la Grecia è considerata un modesto innovatore. Inutile dire che è lo stesso periodo in cui la fuga di cervelli è stata più intensa. Viene portato di seguito un esempio della riduzione alla partecipazione al lavoro dei greci, che è crollata causa emigrazione…”

Appunto, il Portogallo è il perfetto contrario dell’Italia (che invece è molto simile alla Grecia). Stamattina su una importantissima radio nazionale ho addirittura sentito la pubblicità di un conosciuto supporter sovranista spesso in TV, un gruppo della pianura padana lombarda, ossia di un parron che pur risiedendo all’estero fino a qualche tempo (forse ancora oggi) fa ha aziende attive in Italia che si dedicano al più triste dei lavori: anticipare i soldi alle famiglie di Milano che non arrivano a fine mese causa tasse elevate ed austerità (imposte anche dai sovranisti) acquistando la nuda proprietà del luogo dove vivono. Sapete che fine farà detta nuda proprietà, dopo? Verrà venduta ad aziende – udite udite – francesi e tedesche che, alla fine, con un tortuoso giro, cederanno finalmente detti immobili di residenza ad anziani nord europei, poi fatti emigrare in Italia per passare gli ultimi anni di vita. Facendo una barca di soldi sulle miserie della gente (se non sbaglio la vendita della nuda proprietà fu un trend iniziato proprio da Renzi, oggi prossimo al renzusconi). Basta aspettare per verificare la bontà della suddetta tesi…

Ditemi voi se io devo andare a votare con enormi disagi in Italia* per permettere – nonostante le mille parole di circostanza pre-elettorali, nel caso dei sovranisti – a queste persone di fare una montagna di soldi sulle spalle delle famiglie italiche che potrebbero essere anche le mie, intendo la famiglia allargata. E che stranamente votano il partito sovranista per eccellenza…

Verrebbe da dire, Italia paese di badanti, servi ed ignavi, oltre che di traditori di se stessi. Potendo scegliere vi dico che non fa per me.

Mitt Dolcino


* Qualcuno dovrebbe spiegarmi perchè in Italia per votare per le elezioni EUropee risiedendo abitualmente e continuativamente all’estero in un paese extra EU con accordi con l’Europa (parlo della Svizzera), l’Italia preveda che si faccia richiesta espressa di votare, mentre ad esempio la Spagna prevede che si voti di default senza nessuna richiesta previa, si riceve tutto a casa. O che nelle elezioni regionali l’Italia preveda che ci si rechi obbligatoriamente in Italia al proprio seggio per votare, mentre la Spagna previa richiesta preveda il voto postale all’estero via consolato (…). Come vedete è fattuale anche in questo caso che il voto degli italiani all’estero sia degradato rispetto ad un altro paese EU molto simile all’Italia, in teoria (in realtà l’unico paese simile è ormai la Grecia). Dunque, in tale contesto, viste anche le promesse non mantenute dei vari politici, io personalmente mi chiedo quale sia l’utilità di “sbattersi” per votare, in Italia, che dite? Ossia, vale la pena secondo voi di fare centinaia di kilometri per andare a votare in Italia per le elezioni regionali, con costi rilevanti, quando amici e parenti di altri paesi invece comodamente ricevono tutto a casa? Perchè di questa asimmetria? Dunque, vale la pena votare?

*****

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Questo sito nasce dall’esigenza di poter condividere analisi e strumenti di analisi indipendenti senza alcuna affiliazione politica o di sodalizio in ambito economico o, utilizzando una aggregazione precedente, sociologico. crediamo infatti che la libertà di analisi e di critica – solo se costruttiva – deve restare la base di ogni contraddittorio pubblico, sempre in buona fede. L’ambito vuole essere economico, con lo scopo di di analizzare la società con un metro appunto di valorizzazione economica e/o sociologica.

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