Questo blog sta sostenendo da tempo che non c’è alternativa all’Italexit spiegato in tutte le salse.
Ultimo articolo estremamente concreto e senza colore politico è quello pubblicato da Mitt Dolcino ieri suggerisce un costante sistema premiante dello “spread” della UE nei confronti di Francia e Germania che si “indebitano” guadagnando perché hanno tassi negativi sul decennale, ovvero vengono remunerate per potere ottenere prestiti a discapito di un declino inequivocabile dell’Italia che si indebita costantemente in perdita con un divario netto crescente tra la prima coppia di Paesi e l’Italia.
In capo a 10 anni saremo colonia francese. Le banche italiane già lo sono. E, per conseguenza, anche il debito pubblico italiano “in pancia” di cui sono già ricche.
Ora l’Italia è undicesima potenza mondiale in termini di PIL incalzata dalla Turchia di cui si attende a breve termine il sorpasso. Ricordiamo che nel 1991 l’Italia era quarta potenza mondiale davanti nientemeno che la UK e guardacaso la Germania. Poi nel 1992 avvenne tangentopoli. Che perfetta coincidenza.
Ma ora cerchiamo di ricapitolare brevemente quanto successo in questi ultimi due mesi e puntualmente non spiegato/raccontato bene dalla stampa del quartierino che, purtroppo è ancora impegnata a scandalizzarsi del fatto che esiste uno “scandalo di Bibbiano”. Per chi non ci crede, andare a rivedere l’intervista di Renzi su LA7 del 23 luglio 2019 disponibile su Youtube.
In giugno Salvini va in America, ma non vede Trump perchè “indisponibile” all’incontro, vede solo Pompeo che lo bastona sonoramente per le “belinate” fatte in politica estera da quando il suo partito è al governo e torna in Italia non solo con la coda tra le gambe, ma anche un po’ spaventato. Forse è stato minacciato? Forse è andato oltre e qualcuno gli ha “consigliato” che se ne deve andare e che l’Italexit s’ha da fare, ma deve solo trovare il momento giusto per far saltare il governo? Spiegherebbe il suo approccio successivo “bipolare” con il partner di governo, che risponde a tono sulla stessa lunghezza d’onda.
Nel viaggetto, lo segue a ruota Renzi qualche settimana dopo. Chissà perché?
Sono segnali deboli. Ma non troppo.
Un Renzi che, quasi scomparso dalla vita politica, ricompare in queste settimane mostrando contrarietà e attacchi insoliti ed apparentemente ingiustificabili contro Salvini e Di Maio, quasi come fosse già in campagna elettorale e come volesse riconquistare un terreno perduto contro il primo o mettere i paletti contro i grillini per evitare possibili quanto minacciosi (per lui) accordi imminente grillini-dem. Meglio un Renzusconi? Ma i numeri sembrano non esserci più ora che Berlusconi pare essere piuttosto un “visconte dimezzato”.
In Russia si è consumato nel 2018 un tranello tutto italiano per incastrare Salvini insieme al quasi omonimo Savoini e tutta la Lega al momento opportuno – luglio 2019 – per cercare di far cadere il governo, ma il bluff non riesce a mettere in campo alcuna prova concreta e lo “scandalo” si ammoscia nei giorni successivi.
Sono segnali deboli. Ma non troppo.
A Roma viene ucciso un carabiniere ma il contesto, i personaggi coinvolti, le videocamere che lasciano spazi vuoti, una foto-messaggio cifrato dell’americano bendato che prima appare on-line mettendo in risalto sullo sfondo Falcone e Borsellino ed il generale Dalla Chiesa, foto che poi viene ritagliata, corretta e ripubblicata
tagliando i tre eroi che il Paese non ha difeso, armi che spariscono e riappaiono raddoppiate e pulite, 11 pugnalate forti e precise in punti chiave del corpo e tanti altri dettagli lasciano trasparire un incidente “diplomatico” voluto e cercato tra l’Italia e gli USA.
Sono segnali deboli. Ma non troppo.
La Meloni incalza Salvini in modo sempre più pervasivo ed insistente per abbandonare la “zavorra” grillina e fare il “grande salto gettando il cuore oltre l’ostacolo”.
Berlusconi dice che il suo nuovo partito (L’altra Italia) è pronto. Come pure Toti (L’Italia in crescita).
Per i DEM tutti pazzi per Alcide De Gasperi e Aldo Moro vestiti d’estate sobriamente , dimenticando che anche Togliatti lo è stato.
Forse ci siamo. Ovvero alla frutta.
Riassumiamo qualche aspetto di asimmetria programmatica che ci conduce alla crisi.
La Lega di Salvini che da NoTav prima delle elezioni del 2018, è diventata magicamente SiTav, quasi fosse cooptata o ricattata da qualcuno che si chiama Berlusconi. La dinamica della votazione sulla TAV da parte di entrambi i partiti di governo è una farsa gattopardesca.
La Lega di Salvini che da Italexit prima delle elezioni del 2018, sembra esser diventata totalmente Noexit. Di modifiche dall’interno UE, tanto care a Salvini, vediamo solo in prospettiva, per ora, solo l’avvicendamento dei commissari UE e del presidente BCE in chiave sado-sarcastico-kafkiana nei confronti di un’ Italia sempre supina alla resa dei conti. Forse non basta essere solo il partito più rappresentativo d’Europa. Magari serve un po’ di intelligenza politica nonché sapere fare di conto?
La Lega di Salvini che da Si-Autonomia sembra essere diventata No-Autonomia.
Grillini scomodi o “emergenza tattica”? o Lega affarista?
La Lega di Salvini che sventola i miniBot come panacea di tutti i mali, ma senza comprenderne il vero significato.
La Lega di Salvini che dapprima cerca accordi prelettorali con gli USA e poi, quasi inconsapevole della sempre più crescente efficacia della politica trumpiana e delle 113 basi-nato in Italia, va in Cina a cercare una “Belt & Road Iniziative” (BRI) con l’avallo dei grillini e per emulare i tedeschi che però sono ben radicati sul territorio giallo. Forse per l’affinità di colore?
Lega mal consigliata? o masochista? o affarista?
Magari è giunto il momento di dire stop?
Forse qualcuno sta dicendo a Salvini di lasciare e gettare la spugna per “passare all’incasso”?
Servirebbe infatti ora piuttosto un personaggio alla Tremonti. Serio, determinato, provato combattente in quel di Bruxelles, meno selfie e “poche chiacchiere e distintivo”, economista, scrittore e studioso con grande esperienza sia professionale che politica. Quindi politico che lavora dotato di intelligenza e conoscenze utili al Paese, merce rara.
Detto ciò passiamo ai numeri. I sondaggi sono tutti concordi per dare la coalizione Lega-FDI-Totiani oltre il 46% e qualcuno ventila pure la maggioranza assoluta.
La Lega doppia i 5S e raggiunge il 38%.
FDI supera Forza Italia e punta al 7% in attesa di imbarcare Toti e discenti.
I numeri attuali in Parlamento dicono che ci sono buone possibilità che il Renzusconi non sia possibile con FI che sta andando in pezzi e con Renzi in cerca di consensi (intorno al 10%, ovvero meno della metà del 22% attribuito al PD) ed in netto contrasto sulle posizioni di Zingaretti, il quale è contrario rispetto al primo a sfiduciare Salvini mentre è favorevole ad un inciucio con i grillini in quota Fico e dintorni.
Quindi neanche PD-5S sembra più una strada percorribile. Scissioni in vista.
I segnali dicono che siamo pronti ad andare alle elezioni. Salvo Presidenti a gamba tesa.
8 agosto 2019
Chicco Valli
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