Piers Morgan fu il primo intervistatore a cui Trump concesse un’intervista dall’inizio del suo mandato. Stessa cosa accade oggi, durate l’importante visita a Londra del “capo del mondo libero“, come lo hanno definito alcune testate inglesi. Piers Morgan è molto importante in quanto è stato anche redattore di importanti tabloid. Visto che le cose non capitano mai a caso nella Perfida Albione, ciò significa che Piers è molto supportato dall’establishment anglosassone, quasi la voce ufficiale in assena di governo di fatto, a Downing Street(…).
Ossia, Trump è stato incontrato nella War Room di Churchill, luogo molto significativo, addirittura un messaggio agli astanti, forse. A Trump è stato addirittura presentato un cappello di Churchill che lui si è provato durante l’intervista, altro messaggio in codice secondo molti. Il presidente USA è stato addirittura “protetto” da Piers dalle solite critiche populiste, ovvero grossolane, da parte di alcuni presentatori pubblici: la visita di Trump in UK – ha detto Morgan – è stata un successo fragoroso come non se ne vedevano da tempo, con l’intera Corona a rendergli omaggio. Un segnale fortissimo. Di più, un taglio col passato.
Ma la citazione più forte arriva sul climate change: Trump usa i guanti di velluto, ma con la solita ironia:
“Don’t forget: it used to be called ‘global warming’ – that wasn’t working. Then, it was called ‘climate change.’ Now, it’s actually called ‘extreme weather’ – because, with ‘extreme weather,’ you can’t miss”.
“Non dimenticate: si chiamava” riscaldamento globale “, non funzionava.Quindi, si chiamava “cambiamento climatico”. In realtà, in realtà si chiama “clima estremo”, perché, con “condizioni meteorologiche estreme”, non puoi sbagliare“.
[or ora RAI 1 cita le esternazioni di Trump sul cambio climatico in termini completamente diversi, per questo allego il video, che non mente (le parole della RAI invece possono mentire, eccome)]
Trump ed il Climate Change, June 2019 – fare click sull’immagine per il video
Ossia, Trump ci dice che il riscaldamento globale NON esiste nei termini che ce l’hanno raccontata e ce lo raccontano, soprattutto in USA , dove il freddo ormai è apertamente discusso come il trend del futuro, NON il riscaldamento climatico. Riscaldamento che invece è ancora evidente in EUropa, soprattutto a sud delle Alpi, anche se stanno ormai emergendo i veri trend di fondo, ossia la tendenza globale verso il raffreddamento a causa della riduzione delle macchie solari. Ed anche l’uso di spray in alta atmosfera per riscaldare il pianeta, come da ampia letteratura scientifica ormai, anche Harvard recentemente si è dichiarata per l’aperto intervento climatico (ormai sono portato a considerare che siano plausibili le correlazioni tra riscaldamento climatico e scie chimiche provenienti da aerei jet commerciali, appositamente per scaldare certe aree del pianeta dove il traffico aereo è più intenso in quanto aree più popolate – supportando il progetto di auto elettrica, e qui va ricordato il nesso storico tra la dinastia Windsor e il Principe Carlo in particolare e la nobiltà tedesca, ricordando che il mentore e zio di Carlo, conte Mountbatten, fu un aperto supporter di Hitler nella seconda guerra mondiale).
Il Principe Carlo sbaglia: è la propaganda sul clima che ha causato la guerra in Syria, ossia gli aspetti economici, non il riscaldamento climatico (che in USA ormai sembra NON esistere più, …)
Interessante rilevare come queste affermazioni sul clima arrivino dopo l’incontro privato tra il Principe Carlo, tra i fondatori del WWF e alfiere del riscaldamento climatico, e Trump. Una sorta di pace armata, dopo un meeting della durata tripla delle attese, un accordo forse.
Quanto sopra, anche a fronte delle offerte USA di un accordo commerciale in caso di Hard Brexit depongono per la formazione di un nuovo asse USA-UK, come ai tempi di Churchill. Il nemico potrebbe sembrare la Germania, come 80 anni fa. In realtà non è solo Berlino, ma soprattutto la Cina con cui i tedeschi ormai sono a letto da tempo.
Il futuro dell’EU dipenderà dall’esito di tale accordo, che diverrà pienamente operativo in caso di nomina di Boris Johnson a capo del fronte conservatore.
Mitt Dolcino
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