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Home » L’EU rende operativa la piattaforma INSTEX per far affari con l’Iran aggirando l’embargo USA (ossia in alternativa allo SWIFT, che ha detenuto centinaia di miliardi di bond americani, …). Gli USA obbligati a rispondere

L’EU rende operativa la piattaforma INSTEX per far affari con l’Iran aggirando l’embargo USA (ossia in alternativa allo SWIFT, che ha detenuto centinaia di miliardi di bond americani, …). Gli USA obbligati a rispondere

mittdolcino by mittdolcino
3 Agosto 2021
in Geopolitica
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L’EU rende operativa la piattaforma INSTEX per far affari con l’Iran aggirando l’embargo USA (ossia in alternativa allo SWIFT, che ha detenuto centinaia di miliardi di bond americani, …). Gli USA obbligati a rispondere
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  Rendiamoci conto dei fatti: gli USA hanno un solo obiettivo (economico) primario: mantenere l’impero del dollaro, questione di sicurezza economica (che viene addirittura prima di quella militare). Per mantenere il privilegio di avere la valuta di riserva globale- che permette di scambiare carta verdastra per preziosi beni fisici – il dollaro deve rimanere il primario mezzo di pagamento mondiale, punto. Per rimanere il primario mezzo di pagamento, il petrolio in particolare e le materie prime in generale DEVONO essere comprate in dollari; da qui la minaccia di un Iran che, assieme alla Cina, vorrebbe trattare il petrolio in euro o yuan.

Lo SWIFT è basato a Bruxelles…

Va sottolineato che per garantire il funzionamento del meccanismo che rende il dollaro centrale nella vita del mondo esiste un pre-requisito fondamentale: fornire sufficienti dollari al mondo affinché possa comprare materie prime in generale ed il petrolio i particolare in dollari. Ecco dunque perché la Cina vuole precisamente rompere tale meccanismo, il petrodollaro, alla base della disponibilità di dollari globali. E Pechino sta facendo questo perché sostanzialmente non può fare a meno dei consumi americani. Ossia, tradotto, un paese che vorrebbe essere egemone globalmente, la Cina appunto, dipende in realtà in toto dai consumi del proprio avversario, senza quelli muore visto che, come la Germania, trae il suo benessere in forma praticamente esclusiva dall’export. Tale situazione la dice lunga sull’impero di cartapesta che è Pechino, oltre a dimostrare plasticamente come Xi, l’imperatore cinese del III.millennio sia in realtà un giocatore di poker per giunta con brutte carte in mano.   Tornando al dollaro, è chiaro che se la Cina non rimette in circolo i dollari a disposizione del mondo, il dollaro diventa carente; dunque chi deve comprare petrolio deve comprare dollari facendo salire la valuta USA nel cambio contro lo Yuan. In tale maniera Pechino sta difendendo il suo export (tenendo il dollaro alto) e per fare questo, notare bene, sta dirottando i suoi dollari verso le azioni USA, che infatti salgono all’infinito (le sue banche di fatto comprano una montagna di azioni USA). Ma letteralmente “fottendo” la base manifatturiera oltre che sociale americana. Dunque capite come Trump sia la medicina necessaria, oggi. I metodi per rendere disponibili dollari nel mondo sono sostanzialmente due: il primo, indebitarsi, gli americani devono consumare prodotti stranieri, suicidandosi. Sono infatti 30 anni che vanno avanti a comprare beni stranieri in eccesso (dall’accordo del Plaza). Ma questa volta nessuno è più disposto a fare un accordo, dunque siamo alla sfida quasi calda. Il secondo metodo è fare guerra all’estero, facendo fluire dollari nei luoghi dove si fanno le guerre. Vi basti pensare che durante le varie guerre in medio oriente, ossia dal 1990 ad oggi, gli USA hanno investito circa 7 trilioni di dollari. Se fate un conto della serva, capirete che tale cifra è quella che più o meno è servita per permettere al mondo di comprare petrolio durante 30 anni, al netto dei costi materiali per le risorse belliche consumate. Or dunque, inquadrata la necessità primaria USA di far fluire dollari nel mondo anche via guerre, siamo ai giorni nostri: l’EU, teoricamente un alleato, è l’entità che oggi sfida gli USA al cuore dei suoi interessi, il dollaro. Si, perché se l’Iran, il paese più grande del medio oriente, uno dei principali produttori di petrolio al mondo, il primo partner petrolifero di Pechino assieme a Mosca (che invece NON vuole rompere il meccanismo del petroldollaro, si noti bene!) riesce a vendere petrolio in valute diverse del dollaro grazie al sistema europeo INSTEX, allora la faccenda si fa grave. Anzi gravissima (ed ecco perché un accordo USA con la Cina è semplicemente impossibile).   Se poi aggiungete che Teheran sta accumulando acqua pesante, ossia la materia prima per costruire bombe (con tecnologia tedesca, ndr) per costruire bombe atomiche senza fall-out radioattivo capite il livello di pericolo che il mondo stia correnti. L’importante è capire che il problema non sta a Tehran. E tutto sommato nemmeno a Pechino, che a guardare bene è un impero azzoppato se non morto, tempo 2 anni circa di cura Trump (…). Infatti il vero problema è Berlino, che sta utilizzando il suo enorme retaggio nazista sia a livello spionistico, che ideologico, che economico per sobillare il mondo contro il suo nemico di sempre, il potere anglosassone. Capito questo, signori, avete capito quasi tutto. Forse qualcuno dovrebbe anche dirvi che i recenti attacchi all’Italia da parte dei servizi segreti tedeschi e francesi in Italia travestiti da ONG fanno parte dello scontro globale tra USA e l’asse sino-germano EUropeo (la famiglia Rackete puzza come un cadavere di BND e di metodi Stasi, ndr; idem il deputato tedesco di sinistra Gysi, ex DDR, che finanzia Sea Watch, in odore anche lui di Stasi; mentre suo padre lo era ufficialmente un o “Stasi”, ben ricordando che detto padre del finanziatore attuale della Sea Warch fu addirittura ambasciatore in Italia della DDR durante il sequestro Moro, …). Infatti Roma è la testa di ponte USA in EU, dunque va messa in ginocchio da Berlino. Per fare questo sono stati comprati politici per venticinque anni lato EUropeo (il caso Enrico Letta è da manuale), ma ora non basta più. Chi scrive conferma e sottoscrive che l’Italia è già – di nuovo – diventata il terreno di scontro per procura tra impero USA e i suoi avversari. Ma al contrario della guerra fredda, quando Mosca era praticamente sola contro tutti, oggi le parti si sono invertite: Washington è stata tradita dagli alleati EUropei, per assurdo il suo unico amico è Putin. Dunque siamo arrivati oggi alla piattaforma INSTEX resa operativa dall’EU, in attesa del dietro front di Boris Johnson, se arriverà vivo a Downing Street. Trump, the King of the Deal, si sta purtroppo rendendo conto (suo malgrado) che essersi comportato come il presidente meno guerrafondaio da 100 anni con certi avversari non paga, anzi è controproducente. I metodi da signore penso verranno messi da parte a breve (meglio che l’Italia capisca in fretta cosa rischia, ben sapendo che qualsiasi scelta verrà fatta non sarà indolore, auguri all’Uomo della Provvidenza e ai suoi fidi “consulenti” del merito). Passate una buona estate, godetevela davvero. Mitt Dolcino ***** Le immagini, i tweet e i filmati (i contenuti) pubblicati nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio e quindi immediatamente utilizzabili. In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.
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