Situazione in Medio Oriente – Operazione Rising Lion
13 Giugno 2025 – Lt. Gen. Michael T. Flynn
Prima di tutto, un promemoria sulla guerra… non è giusta, non è gratis e più tempo ci vuole per terminarla, più tutti perdono.
Infine, parlando per me, sono contro la guerra stupida (non contro la guerra). Tuttavia, quando la leadership di una nazione (l’Iran) chiede l’annientamento di un’altra nazione (Israele e America), alla fine ci sarà un prezzo da pagare. Devo dire che Israele ha dimostrato non solo grande moderazione e pazienza per molti anni nel prendere questa decisione monumentale di condurre questa serie di attacchi offensivi decisivi e molto strategici, ma anche un livello di prodezza e capacità militare storicamente senza pari.
A partire dal 13 giugno 2025, Israele ha lanciato un’operazione militare su larga scala denominata Operazione Rising Lion (Leone Levante) contro l’Iran, prendendo di mira i suoi impianti nucleari, i programmi di missili balistici e i principali vertici militari e scientifici. L’operazione è iniziata nelle prime ore del mattino del 13 giugno, con attacchi aerei in tutta Teheran e in altre città, colpendo il principale impianto di arricchimento dell’uranio iraniano a Natanz, i programmi di armamento nucleare e le infrastrutture militari.
Tra le vittime di rilievo figurano il Magg. Gen. Hossein Salami, capo del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC), e Fereydoun Abbasi, ex capo dell’Organizzazione per l’Energia Atomica iraniana, oltre ad altri alti funzionari.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno dichiarato che gli attacchi erano preventivi, basati sull’intelligence secondo cui l’Iran era vicino alla produzione di un’arma nucleare, con uranio arricchito sufficiente per produrre fino a 15 bombe in pochi giorni. Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha descritto l’operazione come in corso, volta a neutralizzare la minaccia nucleare iraniana e a difendere la sopravvivenza di Israele, affermando inoltre di voler proteggere gli alleati regionali dall’aggressione iraniana.
Secondo l’IDF, l’Iran ha risposto con oltre 100 droni lanciati verso Israele, anche se non sono stati confermati significativi attacchi missilistici di rappresaglia alle 04:35 ora di Israele. I media iraniani hanno riferito di esplosioni a Teheran, con le basi aeree chiuse e la leadership riunita per discutere della rappresaglia. Le difese aeree iraniane, già indebolite da precedenti attacchi israeliani nell’ottobre 2024, che hanno distrutto tutti e quattro i sistemi S-300, hanno reso il Paese vulnerabile.
Il Ministro della Difesa iraniano aveva precedentemente avvertito di contrattaccare le basi statunitensi nella regione in caso di attacco, ma non sono ancora state segnalate azioni di questo tipo. La leadership iraniana, compresa la Guida Suprema Ali Khamenei, ha storicamente giurato risposte forti alle azioni israeliane, anche se alcune fonti suggeriscono che l’Iran potrebbe optare per una “pazienza strategica” per valutare i danni prima di rispondere, come si è visto in passato nei ritardi dopo i principali attacchi.
Gli attacchi seguono mesi di escalation delle tensioni, tra cui gli attacchi missilistici iraniani contro Israele nell’aprile e nell’ottobre 2024 (Operazione True Promise 1 e 2) e l’assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran nel luglio 2024, che l’Iran ha attribuito a Israele. Le azioni di Israele sono motivate dalle preoccupazioni per i progressi nucleari dell’Iran, che nel giugno 2025 è stato dichiarato non conforme dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) per aver accelerato l’arricchimento dell’uranio al 60%, vicino al grado di armamento, e per possedere materiale sufficiente per più bombe. I colloqui nucleari tra Stati Uniti e Iran, in corso dall’aprile 2025, si sono arenati e l’Iran ha respinto le richieste di fermare l’arricchimento, spingendo Israele ad agire unilateralmente. Gli Stati Uniti non hanno fornito supporto offensivo, anche se potrebbero aiutare Israele a difendersi dalle ritorsioni, come hanno fatto nel 2024.
La situazione rimane volatile, con il rischio di un conflitto regionale più ampio. L’indebolimento dei proxy iraniani (HB e Hamas) e le degradate capacità militari limitano le sue opzioni di risposta immediata, ma la sua tecnologia missilistica a lungo raggio, in grado di raggiungere i 3.000 km, rappresenta una minaccia per Israele e potenzialmente per l’Europa. I post sui social media riflettono l’ansia degli iraniani, alcuni dei quali esprimono il timore di una guerra, anche se questi sentimenti non sono conclusivi. La comunità internazionale (in particolare la Cina e la Germania) ha esortato a una de-escalation.
Lt. Gen. Michael T. Flynn