Prima di tutto, Camp David fu un patto di pace, tra Egitto in rappresentanza del mondo arabo liberato dal giogo veterocoloniale (europeo) storico, ed Israele. Ossia tra il popolo ebraico ed il mondo arabo, visto che storicamente ci fu sempre un ottimo rapporto tra le due entità, almeno fino alla fine del secolo XIX.
Poi successe qualcosa di clamoroso: come Roosevelt impose, la dottrina imperante post bellica fu la decolonizzazione degli imperi europei. In primis la Gran Bretagna, che in tal modo da allora è dovuta sottostare alla strapotenza di Washington, suo malgrado.
La Francia tutto sommato scampò a gran parte del processo, sebbene l’Indocina ”fu francese“ venne effettivamente decolonizzata attraverso la famigerata guerra americana in Vietnam, guerra che con i comunisti aveva poco a che fare.
Ma il totem della caduta del colonialismo europeo fu l’emancipazione dell’Egitto, ossia la nazionalizzazione del Canale di Suez sottratto ai franco-inglesi, con Nasser (istruito a nome della CIA da Mr. Copeland Sr, il padre di uno dei fondatori del gruppo musicale “The Police”, ndr).
Prima, fino al 1945, la Palestina soggiaceva al mandato britannico della Lega delle Nazioni, mentre la Siria a quello francese: entrambi i paesi vetero- coloniali, con recalcitranza, con la fine delle ostilità belliche dovettero mollare l’osso.
Questi gli antefatti.
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Saltando quanto successo nel mezzo (…), arriviamo ai nostri giorni, ben sapendo che Moshè Dayan, l’artefice del Patto di Campo David, non a caso era di fatto un ebreo-arabo. Ossia, non di etnia ashkenazita, come da sempre lo Stato di Israele infarcisce le sue elite politiche apicali.
Dopo la caduta improvvida di Gheddafi e di Mubarak, attaccati all’unisono dai nemici di Camp David nel 2011, che poi è Davos (il Qatar è la costante nella destabilizzazione egiziana, libica, siriana ed ora palestinese con Hamas, ndr), ci fu l’infiltrazione russa in nord Africa, di concerto con l’EU franco-tedesca, in Libya. La Francia nel mentre continuava a fare i suoi affari coloniali nel Sahel col franco CFA.
Libya poi diventata lo strumento per destabilizzare l’Italia, via migranti, come prima successe in Grecia portandola alla Troika; ovvero con il fine ultimo di attivare il patto del Quirinale , un clone del Patto di Fontainebleau del 1807 che portò all’invasione pacifica della Spagna, lato Francese, con l’inganno.
Ora, vista la necessità in primis americana a di stabilizzare l’Italia, oltre a riaprire il canale gas da Misurata verso la Sicilia per garantire la sostenibilità economica della Penisola, la Libya andava e va messa in “protezione”. Ovvero, riappacificata. Trattasi in pratica di metter un governo amico di Camp David, là, come fu il caso del secondo Gheddafi.
La riappacificazione stava accadendo: la superportaerei USS Gerald Ford era in Italia da settembre scorso non in previsione di quanto doveva accadere in Israele, ma per riprendere la Libya, complice il recente crollo delle due dighe sulle coste libiche.
Se ciò fosse accaduto sarebbero successe 3 cose, come conseguenza:
– la prima, i russi ed i francesi sarebbero stati gettati a mare
– la Francia avrebbe perso l’accesso al Sahel, messo sotto scacco dalle rivolte contemporanee fortemente antifrancesi in Niger e Mali
– la Turchia avrebbe scordato per sempre la Libya, che sognava di riprendere, assieme al petrolio, ritornando al vecchio impero ottomano
Tale epilogo era imminente, fatto che avrebbe portato alla crisi definitiva dell’EU.
In tale contesto è nato il folle attacco destabilizzativo di Hamas contro Israele, con soldi qatarini, atto totalmente folle che mirava solo a creare il caos costringendo alla reazione convulsa Tel Aviv: la mossa di Hamas militarmente e politicamente è e soprattutto sarà un suicidio.
Nel contesto il Qatar, il finanziatore per conto di Davos di tutte le primavere arabe che si rispettino, doveva bloccare tale svolta”libica”. In quanto se fosse accaduta, intendo la Libya di nuovo stabilizzata via Italia, la Francia sarebbe crollata nottetempo; ovvero anche l’EU, condannando il progetto principe di Davos, l’euro di fatto neocoloniale (…)(dice qualcosa lo scandalo Qatargate, dove i politici EU favorevoli al progetto di Davos, venivano all’uopo sovvenzionati?)
E dunque la Turchia, privata dell’illusione libica e del suo petrolio, avrebbe – come stizzita conseguenza – smesso di supportare segretamente i progetti tedeschi ossia pan-EU, Ankara è alleata di Berlino da oltre 100 anni.
infatti sia la Turchia che la Francia sono in crisi esistenziale irrisolvibile senza acquisizioni territoriali. La Turchia, addirittura, con un’inflazione al 61% e tassi di interesse al 30%, se non è già morta diciamo pure che è disperata.
Parigi invece, senza trade surpluses, sorella povera del Patto (militare) di Acquisgrana, da sempre punta ad impossessarsi di quanta più Italia possibile, da spogliare come ai tempi di Napoleone; da qui il truffaldino Patto del Quirinale firmato grazie ai sodali di fratellanza italiani.
Il punto di svolta che ha deragliato il progetto davosiano è stato, chiaramente , il governo USA di Biden che invece di essere filo Davos è in realtà fortemente anti Davos, visto che chi comanda è un’establishment che non è riconducibile all’incapacitato Presidente USA attuale (…).
Ovvero, con gli accordi di Abramo che hanno esteso al Marocco le collaborazioni formali di Israele, in procinto di arrivare fino all’Arabia, tale processo cd. disintegrativo per Davos e per l’EU andava fermato.-
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Come a Parigi vorrebbero fan diventare l’Italia….
Da qui si capisce la disperazione di Davos: la situazione deve essere lato loro gravissima per innescare, via Qatar, la follia della guerra suicida palestinese contro Tel Aviv, con Doha sede e finanziatrice dei terroristi di Hamas oltre che della fratellanza musulmana che stava per gettare l’Egitto nel caos, con la caduta eterodiretta di Mubarak nel 2011 (…).
Dunque, da Davos le stanno tentando tutte pur di buttare la situazione in caciara, fomentando all’uopo il solito antisemitismo globale, stessi metodi babilonesi di sempre. Con Israele che, nonostante i basisti all’interno del suo stesso governo, forse addirittura Bibi, per fortuna non ha abboccato (…).
Qui siamo, in attesa della portaerei nucleare USS Ike, in arrivo da Norfolk in assetto da guerra totale, nave che dovrà essere sostituita fra due anni circa, dunque da spostare davanti alle coste Israeliane e libanesi per supportare la cd. de-Hamasizzazione di Gaza senza temerne l’affondamento (come è invece il caso per la nuovissima USS Gerald Ford, ndr).
Infatti l’ammiraglia USA deve restare più protetta, nelle retrovie, prossima alla Libya, per riprenderla, passo chiave che comunque ci sarà. Libya che resta e resterà una costante: la presa di potere di Camp David in loco si farà, solo con un po’ di ritardo, no problem.
Nel mentre la Landing Dock USS Bataan, dopo un primo momento di confusione, torna nel golfo Persico, da paciere. O meglio, pronta per coordinare l’attacco a Tehran, nel caso gli sciiti reagissero in modo non opportuno, vedremo (le devastanti bombe al nitrato di Beirut compariranno anche sui campi di battaglia medio-orientali?)
Appunto, l’Iran, altro alleato chiave dei fu nazisti, iraniani che mai rinnegarono Hitler, sembra pronta a supportare il progetto di Davos a vantaggio tedesco in veste anti Israeliana, con Hezbollah. Tutto sommato un tentativo disperato di evitare l’ineluttabile: la presa della Libya comunque arriverà…
Notate che per tenere tranquilla Ankara, Tel Aviv aveva pure promesso di conferire parte del gas trovato nel mare prospiciente ad Israele proprio alla Turchia, ma della Libya l’Erdogan doveva scordarsi: proprio nelle scorse ore, Ankara, anch’essa contro Camp David ormai (NATO o non NATO), ha annunciato ufficialmente che i progetti congiunti con Tel Aviv per lo sfruttamento del gas marino in zona sono saltati, loro vogliono la Libya…
Nel mentre il parlamento filo turco in Libya, anzi uno dei parlamenti, quello filo turco, ha chiesto all’Italia di andarsene dalla Cirenaica.
In realtà è tutto chiarissimo a chi di dovere, ma non ai lettori dei media italiani, che vanno tenuti ignoranti (e che dire dei poveri palestinesi, sacrificati inutilmente per interessi assolutamente non palestinesi….).
Precisamente per tale fine, combattere la confusione interessata, nasce questo nostro intervento, un contributo per far capire cosa realmente bolle in pentola.
Con una aggiunta, una specie di preghiera: credeteci, gli sforzi di Davos sono inutili, la Libya è chiave. Dunque verrà ripresa, da Camp David, di cui l’Italia fa parte. Perchè se cade la Libya dal controllo franco-turco-russo, cade l’EU. E ciò significa far cadere l’EU traditrice, oggi la prima milestone degli USA incredibilmente in difesa, con tutti gli attori a stelle e strisce allineati per sconfiggere gli avversari, da Powell in avanti.
Dunque, che i pro Davos anche criptici, che magari si vestono di falso-sovranismo (in realtà un misto di nostalgia per la R.S.I. con annesso antisemitismo di fondo, ndr), si mettano il cuore in pace: non ci sarà nessuna secessione italica e la Francia non calerà in Italia. Piuttosto l’EU francotedesca cadrà.
Aspettatevi che la coalizione per il controllo del Mediterraneo resti la stessa di sempre, con Francia e Germania accuratamente fuori dai giochi. Ma con Londra governata da un indiano finalmente allineata ad USA ed Italia, fa un mare di differenza.
MD
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