Gli argomenti discussi durante l’incontro, oltre alla solida alleanza USA-Italia, hanno riguardato – chiaramente – la situazione pre-bellica europea. Molto probabilmente anche la sicurezza dell’Italia, quale partner privilegiato USA, non ultima la sicurezza delle sue frontiere (italiane), da preservare. Anche in relazione alla partnership NATO/membri.
Unitamente ad approfondimenti, si rammenta, sulla sicurezza economica italiana, visto che i tassi in salita globalmente disintegreranno a termine le finanze italiane, solo questione di tempo (poco), costringendo Roma a scelte drastiche di campo, per sopravvivere (…). Ossia con conseguenze ad oggi indicibili, quanto per una certa politica pro- EU figlia dei QE (…).
Resta l’importanza vitale, enorme, di questo lungo meeting, che sembra non avere pari nella storia postbellica italiana.
Quanto va compreso, oggi, è principalmente che gli apparati USA restano perfettamente al corrente della situazione interna, in Italia. Anche e soprattutto ai collegamenti che, storicamente, l’Italia ha con la Russia.
Il nodo sarà, nei prossimi mesi, verificare i collegamenti (economici) di una parte delle fazioni politiche italiane, soprattutto di una fazione dominante, in relazione ad affari energetici coi russi, sul gas, scommettiamo. Soprattutto se la svolta dei prossimi mesi sarà verso una perdurante guerra ai confini dell’EU.
Parimenti, l’altro problema che dovrà secondo noi essere affrontato è relativo all’adesione di una parte della politica italiana ad affiliazioni europee “Berlin and Paris based”, interessate a fare affari coi russi, con regia tedesca: non è infatti un segreto per nessuno che EU, Germania e Francia fossero in comunità di intenti con Mosca sul North Stream ad esempio, risultato raggiunto approfittando dei servigi resi reciprocamente tra politici tedeschi ex DDR ed apparati ex URSS (…).
In tale contesto quanto emerso dalle intercettazioni del Metropole ipotecano interessanti futuri sviluppi relativamente ai supporti italiani a detta unità di intenti russo-EUropea, a danno degli interessi strategici ed economici della Penisola (per dirla tutta: se il North Stream non fosse esploso, l’Italia a comprare gas a TTF avrebbe già fatto crack, ndr).
In breve, il messaggio che emerge da tale cruciale incontro è che gli USA non possono prescindere dall’Italia per il prossimo sforzo bellico nel mediterraneo allargato, probabile purtroppo. E nemmeno l’Italia può prescindere dal supporto USA, soprattutto nei prossimi mesi. Da qui il supporto al Premier Giorgia Meloni, indirettamente (o anche direttamente).
Con una salita del genere dei tassi, un paese senza valuta sovrana il cui debito pubblico veleggia attorno a 150% del PIL (verso 3000 mld € ossia 180% senza economia sommersa, ndr) è destinato a fare crack (sociale, economico o socioeconomico->bisognerà vedere come il PIL reagirà ai salari stagnanti, ndr), non se, solo quando…
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In tale contesto, come da noi suggellato in passato, resta di importanza fondamentale la rappacificazione della Libya, dove l’Italia dovrà essere tenuta a svolgere un ruolo chiave, con imprimatur USA.
Parimenti, ben sapendo che il messaggio che segue è chiarissimo ai vertici militari USA, meno a quelli politici (soprattutto se Dem), va ed andrà sottolineato come una più efficace e solidale collaborazione atlantica, tra Italia e USA – mirata alla sopravvivenza di un rapporto privilegiato USA, oltre che alla sopravvivenza dell’Italia unita tout court – sia necessaria in futuro. Evitando tragiche deriva stile Tangentopoli o attacco all’Italia del 2011. Essendo per altro palese come in entrambi i casi siano state le potenze ex coloniali europee, riunite nell’intento, a sferrare colpi micidiali alla Repubblica Italiana (…).
Secondo il nostro modesto parere, come viatico di una proficua è reciproca collaborazione, i punti testé citati, assieme alla Libya, vanno messi in cima alla lista dei “TO DO”. Da implementare in modo urgente, a partire dalle prossime settimane. Visto cosa rischia di bollire in pentola.
MD
* Elliott Roosevelt, “Accanto a mio padre”, 1947, Rizzoli Editore (pg. 37)