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Home » La data di inizio dell’implosione italica: 1.1.2022. Ecco perché (inflazione)

La data di inizio dell’implosione italica: 1.1.2022. Ecco perché (inflazione)

Numeri terrificanti IN ARRIVO sull'inflazione energetica, dal 1.1.2022: le ultime stime parlano di +40% elettricità, +50-60% gas. Quante PMI sono destinate alla chiusura?

mittdolcino by mittdolcino
13 Dicembre 2021
in Inflazione, Parigi conquista l'Italia
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
La data di inizio dell’implosione italica: 1.1.2022. Ecco perché (inflazione)
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Breve aggiornamento semi-analitico sull’aumento dei prezzi dell’energia in Italia. L’aumento dal 2022, dal 1. Gennaio, sarà letteralmente spropositato. Per un meccanismo perverso, ossia di medie mobili, i prezzi dell’elettricità e del gas tariffato esploderanno letteralmente fra qualche giorno, complice anche l’inizio del nuovo anno elettrico. Per aziende e residenziali.

In altri Paesi come la Spagna dove si è usi applicare aumenti immediati dei prezzi, al mese successivo, il problema è già presente, metabolizzato: infatti anche le parrucchiere chiudono in Spagna per eccessivo costo dell’energia…

In Italia l’aumento arriverà di botto, fra qualche giorno. E, per lo stesso meccanismo, anche quando i prezzi dovessero scendere, ci impiegheranno mesi a farlo, sempre per il metodo della media mobile.

Ossia gli aumenti in arrivo – ineluttabili – sono talmente impressionanti da fare terrore.

Ovvero costringeranno molte aziende a chiudere: immaginate produrre un manufatto, tra aumenti energia e materie prime in generale, ad un prezzo tra il doppio e il triplo rispetto all’anno 2021!

Chi comprerà tali prodotti italici a tali prezzi diventati carissimi causa fattori produttivi  esplosi come costo, in ambito di crisi economica evidente in EU? (Disoccupazione italiana attorno al 10%, già oggi; più INPS prossimo a collasso? ndr)

Alla faccia di Draghi e soci, che continuano a dire “crescita al 6%“!!

Ma tacendo se è del PIL nominale o reale. Infatti fino ad un po’ di tempo fa (2 mesi, LINK, LINK), articoli di supposti esperti economisti, la crescita stimata era di circa il 5% del PIL. Ma sulla base di un’inflazione ipotizzata, base OCSE (dato farlocco, ndr) di MENO DEL 1% nel 2022!

La finestra di Overton sugli aumenti NASCOSTI ed IMBARAZZANTI di elettricità e gas, dal 1.1.2022
Stante che il +50% per il gas facilmente sarà +60%, l'elettricità aumenterà BEN PIU' del 25% previsto da Nomisma (cfr Romano Prodi).
Ma del 40%!
The end
Augurihttps://t.co/kdcaKXM7zJ pic.twitter.com/UdgPLfSxMT

— mittdolcino.com (@mittdolcino) December 12, 2021

Pazzesco!

Chiaramente se l’inflazione salirà, praticamente certo, già oggi è al 3,9% (da gennaio 2022 facilmente potrebbe/dovrebbe essere attorno al 6%), si sarà fortunati se non si vedrà già la recessione a fine 2021, con un trimestre negativo nella crescita del PIL calcolato con l’inflazione GIUSTA e non taroccata (l’inflazione si sottrae di fatto al PIL nominale, per calcolare il PIL reale, o semplicemente il PIL, ndr).

Peccato che nel mezzo del conto del PIL reale ci sia il famoso “deflattore del PIL“, che è una trasposizione dell’inflazione fatta in modo – dagli enti di statistica, … – da poter spostare i pesi più in là nel tempo come effetti (…), di fatto. Prova ne è la costante revisione del deflattore magari 6-12 mesi dopo su valori più compatibili con la realtà (…).

Poco importa: l’aumento dei prezzi in questo caso sarà talmente devastante che anche se vi diranno che l’inflazione è il 4,9%, il massimo concesso a Draghi per non andare in recessione tecnica, le PMI chiuderanno e la gente non avrà soldi per scaldare le case, al nord. E forse anche per mangiare…

Della serie, o le bollette o la vita!

Dunque anche chiudervi in casa coi Lockdown non ritengo sia una scelta saggia, che dite? Se siete al nord Italia almeno… (grazie Lega, che è peggio del PD per il tradimento dato ai suoi stessi elettori del nord, ndr).


Dunque, che fare?

Come sapete, non vogliamo dare margine ai nostri detrattori, dunque le proposte è inutile che le presentiamo qui, oggi, non è il nostro ruolo. Anzi, sarebbe non solo stupido, ma anche controproducente.

Ci limitiamo dunque a citare gli esempi di altri paesi.

In Spagna, dove l’operatore principale è Endesa, ossia ENEL, il governo spagnolo ha già annunciato che sottrarrà gli extra profitti dell’idroelettrico ai grandi operatori, con una tassa ad hoc.

Scelta logica: i grandi bacini idro furono costruiti con soldi pubblici quando Endesa – ma non solo – era azienda di Stato spagnola; dunque il margine attuale delle utilities dipende da vecchi investimenti della collettività. ENEL non ha battuto ciglio, in Spagna, accettando la scelta del governo.

Peccato che in Italia nessuno abbia operato fattualmente tale scelta, solo mezze parole. Forse non si vuole, a Roma, togliere i dividendi agli azionisti di ENEL, azionisti che sono principalmente stranieri. In Spagna invece si fa pagare prima di tutto gli stranieri nel caso in specie, se l’asset era di Stato (…).

Ricordo infatti che la partecipazione dello Stato italiano in ENEL è oggi sotto il 25%. Per darvi un metro di paragone, il gigante EDF, ben più piccolo di ENEL come estensione ed importanza internazionale, è detenuto per oltre l’80% dallo Stato francese, arrivando all’85% con i dipendenti.

Della serie, i francesi fanno privatizzare gli altri, a casa loro fanno il contrario… E dunque EDF applica tariffe di favore alle grandi imprese energivore francesi, mettendo sotto scacco quelle italiane ad esempio, a termine. Capite il gioco? Capite il Trattato del Quirinale?


Una ipotetica tassa sull’idroelettrico, come quella spagnola, quanto varrebbe in Italia?

La produzione rinnovabile italiana assomma, numeri approssimati, è pari a circa 110 TWh (su circa 280 TWh di produzione totale). Di questi, circa il 40% sono idroelettrici. Tra le grandi produzioni rinnovabili possiamo citare anche l’eolico, che vale oltre il 15% di 110 TWh.

Dunque, sottrarre l’extra profitto del 2022 all’idroelettrico significherebbe togliere circa, numero approssimati e semplificati, 100 €/MWh di margine. Il che equivarrebbe ad una fonte di denaro per il governo pari a oltre 4 miliardi di Euro.

Se si facesse lo stesso con l’eolico, ma per un valore pari al 50 Euro/Mwh dovuto alla minore durata degli impianti, si aggiungerebbero quasi 1 mld di Euro.

In totale sarebbero circa 5 miliardi di euro, utili per aiutare PMI e famiglie.

Chiaramente, una goccia nel mare visto che la bolletta elettrica italiana, power e gas, base consumi italiani a prezzi di mercato, aumenterà a breve, nel 2022, di circa 60-70 miliardi di euro (per forse raggiungere, come costi totali, i circa 100 mld di euro nel 2022a prezzi di mercato delle due commodities durante l’anno, da circa 30 nel 2021, ossia PIU’ DI TRE VOLTE IL COSTO DEL 2021!). Ma comunque un messaggio, ossia che la collettività viene prima dei profitti privati.

Chiaramente, con Draghi re del liberismo sfrenato made in EU al governo, facile che si faccia pagare tutto alle famiglie, senza chiedere un contributo di solidarietà alle aziende (capite dunque che difficilmente Draghi lascerà Palazzo Chigi nel 2022, ndr).

La Lega prima di tutto dovrà spiegare questo ai suoi votanti, ma anche il PD (…).

Attendiamo i numeri definitivi degli aumenti delle bollette. Ben consci che il 50% delle PMI energy intensive rischieranno di dover ricorrere alla chiusura entro la fine del 1 trimestre 2022. Causa bolletta energetica insostenibile, più annessi aumenti delle materie prime in generale.

*****

Per tale ragione riteniamo che il blackout italiano PRIMA DI TUTTO non sia un rischio, come erroneamente detto da Giorgetti qualche giorno fa, nascondendosi dietro al paravento EU. Ma una vera e propria arma del governo per cercare di tenere assieme l’euro.

Arma disperata, per inciso.

Non penso – e sinceramente non spero – che Draghi riuscirà a salvare l’euro una seconda volta. E se lo farà, attenzione, sappiate che questo accadrà massacrando economicamente la popolazione italiana.

Quindi, occhio a festeggiare!

MD

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