L’Italia non ha alternative: se bisogna scegliere con chi stare, base convenienza degli italiani, conviene certamente aderire all’alleanza anglo. Anche a livello culturale ci sarebbe tanto da guadagnare: gli USA sono stati letteralmente costruiti ad esempio da moltissimi italiani, che hanno trovato spazi là, come anche in UK ed Australia. In Francia e Germania, che spazi hanno mai trovato gli italiani? Quasi nessuno direi, solo utile manodopera a basso costo. Dunque, se si dovesse guardare la convenienza spicciola, la scelta sarebbe obbligata. Poi ci sono le “aderenze” e gli interessi apicali, a cambiare il quadro, a vantaggio di pochissimi. Ma a scapito del 99,9% degli italiani….
L’AUKUS è l’alleanza anglo in veste di contenimento cinese: Australia, UK, USA. Manca una “I”, quella dell’Italia, ci starebbe molto bene, non solo foneticamente.
La Repubblica Italiana infatti ha la flotta più possente del Mediterraneo, oltre ad una posizione strategica unica. Ed è circondata da petrolio. In più ha oriundi potenti negli USA, avendo contribuito a costruire la più grande nazione al mondo, oggi. Oltre ad essere vista con benevolenza nel mondo arabo e non solo.
Inutile vi racconti le solite cose, che sapete già se seguite il ns. sito: l’Italia divenne la IV potenza economica mondiale appena dopo la caduta del Muro di Berlino, per questo era così “odiata” dai vicini ex coloniali. Infatti arrivò Tangentopoli, dopo aver gestito l’affaire Moro, lo ricordo, da Parigi, dove era basata la scuola Hyperion (…). E poi brigatisti coinvolti salvati da Mitterrand….
Oggi l’alternativa è stare con Francia e Germania, che dal 2011 hanno attentato deliberatamente al benessere dell’Italia, vedasi i sorrisini di Merkel e Sarkozy anti-Italia. O si può scegliere la sponda anglo.
Personalmente non avrei dubbi, vedrete nei prossimi giorni la ns. breve e succinta analisi sul motivo ad esempio della chiusura di GKN, che nasconde appunto la preminenza degli interessi francesi e tedeschi in EU, a danno dei paesi europeriferici.
Il contenimento della Cina in realtà resta un falso problema: se gli USA smettessero di importare beni cinesi, Pechino imploderebbe da sola.
Infatti quello che non si vuole capire è che l’export di Cina e Germania corrisponde, vuoto per pieno, all’import USA+UK di beni di importazione. Sostituisci i beni di importazione con beni prodotti a casa tua, magari bloccando i commerci via nave da fuori continente, et voilà, Cina e Germania sono a terra.
La continuazione della WWII?
In realtà il contenimento della Cina si limita ad evitare suoi futuri coinvolgimenti anche e soprattutto militari in scenari esterni al proprio territorio; parlo di colonialismo di fatto, non limitare il suo atteggiamento mercantilista. A patto di regolare prima i rapporti commerciali. Ben notando che senza l’export la Cina dovrà necessariamente guardare fuori dai suoi confini, cercando crescita per il sostentamento delle proprie genti.
Dunque, quello che vedete oggi con inflazione e blocco nei commerci marittimi più esplosione dei noli ad esempio, deve andare di pari passo ad un contenimento militare cinese. Da qui l’AUKUS, che a breve sono confidente verrà “esteso” quanto meno con una J e forse una K (…).
In realtà la “I” che manca – e che noi auspichiamo in particolar modo, la “I” di Italia – deriva dal fatto che la Cina è esperta in produrre beni materiali, oggi, che sono quasi perfetti sostituti dei beni di norma prodotti dagli italiani, parlo di semilavorati/prodotti di media classe (l’alta gamma italiana è stata quasi tutta comprata dagli stranieri, soprattutto francesi, ndr).
Dunque l’Italia avrebbe a buon titolo interesse ad aderire a tale asse: un po’ per sventare l’attacco ai suoi prodotti da parte cinese. Un po’ perchè troverebbe agevolazioni enormi per il suo export nel mondo anglo, che ancora oggi è poi quello che “compra” in blocco, alla fine dei giochi (vedasi loro import, USA+UK). E poi per sventare l’attacco fisico che regolarmente avviene da parte dei paesi vicini europei, in pressione verso i confini, non vedo perchè questa volta si dovrebbe fare eccezione, tempo al tempo.
Eppoi, diciamolo chiaro: l’EU dell’euro è piano ben ingegnerizzato per spolpare i paesi europeriferici, soprattutto se ricchi e facilmente corruttibili.
Se poi consideriamo le parole di Breton, ieri, il commissario alla concorrenza EU di nazionalità francese, la faccenda si fa più che concreta, direi anche torrida.
La “difesa comune per l’Europa”, mi sembra di ricordare qualcosa….
Breton all’ANSA ha detto:
“Dopo il ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan e l’accordo Aukus tra Stati Uniti, Australia e Regno Unito “c’è una forte percezione che la fiducia tra l’Ue e gli Usa sia stata erosa. Quindi è probabilmente il momento di mettere in pausa e resettare la nostra relazione”. Lo ha detto il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, al Consiglio Atlantico a Washington. “In Europa c’è una sensazione crescente che qualcosa si sia rotto nelle nostre relazioni transatlantiche”, ha aggiunto Breton, insistendo anche sulla necessità di una “difesa comune per l’Europa” per poter “agire da soli quando necessario” “
Vi basta?
Da qui la considerazione di cui al titolo: la prossima guerra fredda con massima probabilità sarà tra EU franco-tedesca ed AUKUS.
Per l’Italia il tempo delle scelte sembra arrivato: si preferirà i colonialisti EU ex Vichy che stanno dissanguando gli italiani? O l’asse che ha permessa alla Penisola di diventare la IV potenza economica mondiale?
E le 100+ basi militari USA in Italia che fine faranno, nel caso? Anzi, meglio detta, che funzione avranno?
A breve sapremo. Sperando che la Penisola non diventi, oltre che il premio per chi vince, anche un campo di battaglia vero e proprio…
MD
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