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Home » Piccola digressione sul fatto che gli USA, a far salire l’inflazione in dollari, hanno già vinto. Ossia andranno ad annientare l’EU, mentre la Cina verrà dopo (Basic Game Theory)

Piccola digressione sul fatto che gli USA, a far salire l’inflazione in dollari, hanno già vinto. Ossia andranno ad annientare l’EU, mentre la Cina verrà dopo (Basic Game Theory)

mittdolcino by mittdolcino
1 Agosto 2021
in Crisi del globalismo, Inflazione, USA
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
Piccola digressione sul fatto che gli USA, a far salire l’inflazione in dollari, hanno già vinto. Ossia andranno ad annientare l’EU, mentre la Cina verrà dopo (Basic Game Theory)
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La teoria dei giochi verifica semplicemente le varie possibilità, fattualmente, senza spiegare analiticamente i principi sottostanti. Potete tradurlo con un semplice “What if“, per intenderci. Oggi gli USA si trovano, vi piaccia o meno, con un forte aumento dei prezzi al consumo. Parallelamente le materie prime salgono come prezzo, le forniture di semilavorati si diradano causa colli di bottiglia vari, i trasporti marittimi in container (dalla Cina) esplodono come prezzo aumentando la pressione sui prezzi negli USA. E la quantità di moneta (M2) prodotta dalla Fed esplode, letteralmente.

Faccio presente che la domanda di beni in USA non è necessariamente in salita, ma i prezzi si, perchè derivano da fatti ESTERNI, chiamasi esogeni. L’inflazione misura semplicemente l’aumento dei prezzi, non se voi siete disposti a comprare detti beni a prezzo maggiorato…

Esempio da manuale è la crisi petrolifera anni ’70, in cui l’offerta di petrolio non si ridusse, rimase anzi inalterata. Solo i prezzi aumentarono di ca. 3 volte (oggi si sono “solo” raddoppiati, per ora, rispetto all’elezione di Biden “il green”). Visto che del petrolio non se ne può fare a meno, appunto, capite che la domanda di petrolio non è nel contesto veramente importante….

In più, oggi, tutte le materie prima salgono come prezzo, all’unisono, non solo l’oil…

Aggiungo alcuni dettagli sul calcolo dell’inflazione, visto che di dilettanti alla sbaraglio ce ne sono sempre troppi in giro, a pontificare. La prima constatazione è che l’inflazione erode i debiti, dunque avvantaggia i debitori, facendo pagare il conto ai creditori, il contrario di quello che molti media vogliono farvi credere.

La seconda è che una volta accumulata sul prezzo, l’inflazione, ben difficilmente torna al livello iniziale, soprattutto nelle commodities, ossia nei beni non soggetti ad obsolescenza. Dunque, se il pane va a 2 euro al kg, difficilmente tornerà ad 1 euro finita la fiammata inflattiva; ossia l’inflazione tende ad essere accumulativa, come tutti voi avete imparato facendo la spesa per mangiare e per vivere al supermarket, negli anni.

La terza è che l’inflazione si calcola nella moneta del paese dove si valuta l’inflazione. Nel senso, considerare l’aumento del prezzo del petrolio in dollari per calcolare l’inflazione in EU è una emerita cretinata (…); infatti bisognerà convertire il prezzo oil in dollari in prezzo in euro ad esempio (ossia, se l’euro sale vs. dollaro tanto quanto è salito il prezzo in dollari del petrolio, il prezzo del petrolio in euro resterà costante).


Or dunque, constatiamo che oggi agli USA non è permesso un secondo accordo del Plaza, in cui a maggiori tassi di interesse USA non corrispose un aumento del dollaro, fatto che avrebbe ucciso l’economia americana ai tempi. Oggi infatti, in un mondo globalizzato e mercantilistico, è forte chi riesce a svalutare la propria valuta, non chi la mantiene forte (a meno di non vedere bloccate le supply chains, forse andrebbe aggiunto…).

Resta il fatto che oggi negli USA, primo produttore di petrolio al mondo, tra i primi produttori di grano e di numerose altre materie prime, l’inflazione sta esplodendo. Causa, come detto prima, supply chains bloccate, moneta inondata sul mercato e soprattutto aumento prezzi delle materie prime, in primis petrolio, che poi correla tutto il resto nell’aumento dei costi strutturali.

Ben notando come gli USA fecero salire i tassi appena eletto Biden tra fine 2020 ed inizio 2021: in tale contesto nessuno si permise di far salire anche il dollaro come avrebbe dovuto, Biden infatti era meglio di Trump, andava aiutato. Oggi invece gli USA stanno facendo abbassare i tassi di riferimento (ad es. 5-7 anni o 20+ anni), incredibilmente, proprio mentre l’inflazione sale tremendamente a casa loro. Un caso?

Ora, se gli USA fanno salire prezzi delle materie prime e dunque la loro inflazione, facendo abbassare parallelamente i tassi, la logica economica direbbe che il dollaro dovrebbe svalutarsi.

Ed Invece si rivaluta, proprio in questi giorni. Chiaramente qualcuno è interessato alla manipolazione al rialzo del dollaro (i grandi esportatori di beni da vendere ai consumatori USA, ndr).

Il motivo?

Se il dollaro arriva dove è arrivato nel 2011, ad esempio, dopo la crisi subprime, ossia ca. 1,60 contro euro, gli americani smettono di comprare beni importati, ossia massacrano prima di tutto Cina e Germania.

Dunque, qualcuno all’estero vuole il dollaro forte. Mentre in USA invece vorrebbero il dollaro debole, per riequilibrare la propria base industriale, economica e di bilancio.

Ora, a fronte della salita delle materie prima, che porta dietro un aumento inevitabile di prezzi (ovvero inflazione) MA in ambito di depressione economica post COVID ( ad es. in EU; senza salita dei salari per intenderci), l’EU ha due possibilità: A – alzare i tassi per combattere l’inflazione. B – O non fare nulla, tenendoli attorno allo zero.

Guardiamo i due casi:

A – se l’EU fa salire i tassi di interesse per combattere l’inflazione, come vorrebbero i tedeschi che odiano l’inflazione, l’euro si rivaluterebbe, dunque l’export in USA si ridurrebbe e gli USA avrebbero raggiunto il loro scopo. A tale punto la salita dell’inflazione verrebbe edulcorata in EU da un cambio in euro forte, che eroderebbe la salita delle materie prime nel vecchio continente salvando il potere d’acquisto delle famiglie; ma a pena di minore export di beni in USA, il loro primo mercato, che colpirebbe prima di tutto la Germania.

B – se invece l’EU non fa nulla, ossia tiene i tassi bassi, l’euro non si rivaluta, anzi rileviamo tutti che si sta svalutando vs. dollaro. Dunque le materie prime salgono e causano una salita inflattiva. Ma, notate bene, senza aumento dei salari, vista la depressione post COVID. Dunque, i consumatori hanno sempre lo stesso stipendio per pagare il costo della vita in forte salita. Ossia le famiglie EU si impoveriscono.

Prima domanda, nel caso B: chi sarà il primo paese a saltare per aria, con un debito enorme e traballante, e una economia in crollo, prossima allo sblocco dei licenziamenti? L’Italia forse?

Seconda domanda: cosa faranno gli USA se pur in inflazione conclamata a casa loro, pur abbassando i tassi di interesse con inflazione in forte salita, pur con enorme massa di moneta inondata sul mercato…. il dollaro continua a rafforzarsi?

Semplice: nella secondo caso, gli USA faranno aumentare ancora più il prezzo delle materie prime? Tu mi dai botte? Ed io ti dò cima… come diceva la barzelletta del pescatore di Chioggia.

Immaginate un dollaro che arriva a 1.10 contro dollaro, manipolato al rialzo da Cina e Germania; ed un petrolio che arriva a 150 USD/bbl, con noli a container che vanno a costare ad esempio il doppio di oggi. Magari in soli 6-9 mesi: che succederebbe in tal caso alle famiglie ad esempio italiane? Ma anche europee in genere?

Ve lo siete chiesti?

Forse rivolta sociale? Uno stipendio di 1500 euro al mese basterebbe fino al 15 del mese, e poi? Crollo sistemico? Irlamaier?

Chiaramente gli USA diventerebbero nel caso ricchi col petrolio, che salirebbe come prezzo. E gli USA restano i primi produttori al mondo di petrolio…

Con la Cina il meccanismo tutto sommato è lo stesso, ma più lento vista la resilienza del sistema cinese rispetto all’EU divisa tra periferia e core: infatti, stessa cosa, nel contesto se lo yuan non si rivaluta sale l’inflazione anche in Cina, a termine! Auguri a fare questo, in un paese di 1,5 mld di persone, dicasi Tien-An-men, dove chi fermò i carri armati era un consumatore arrabbiato per l’aumento del carro della spesa.

Non smetterò mai di ricordare agli astanti che gli USA vincono da sempre le loro guerre prima a livello economico, POI a livello militare (……..).

E l’EU in tale contesto può solo perdere, anzi implodere. A meno di un Reset – che sarebbe esso stesso una implosione, ma prima di tutto sociale -; ossia a meno dell’eliminazione del 30-50% dei consumatori EUropei (magari via vaccini che si scoprirà fra qualche mese essere mortiferi?). Con un aggravio strutturale, per l’Italia: nel contesto la Penisola sarà il primo paese a fare crack, se il dollaro non si svaluta ossia anche se l’inflazione in dollari perdura.

Lose-Lose. Draghi o non Draghi.

Occhio quindi a negare l’inflazione….

Auguri

MD.

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