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Home » Perché il progetto di un “caccia franco-tedesco” è già a un passo dal fallimento

Perché il progetto di un “caccia franco-tedesco” è già a un passo dal fallimento

Franco Leaf by Franco Leaf
2 Agosto 2021
in Generale
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Redazione Voci dalla Germania: Doveva essere il “progetto di punta” del nuovo militarismo franco-tedesco ma, invece, il progetto FCAS per lo sviluppo di un “caccia europeo” di ultima generazione sembra che stia per fallire prima ancora di cominciare.

La notizia è molto importante anche per l’Italia visto che il progetto “Tempest” — al quale partecipano italiani, britannici e svedesi — è in una fase di sviluppo già molto avanzata.  Ne scrive il sempre ben informato German Foreign Policy

*****

Fino a 300 miliardi di euro

Il FCAS (Future Combat Air System), attualmente, è il progetto di punta per il riarmo a livello UE.

Il nucleo del progetto è un Next Generation Fighter (NGF), un ulteriore sviluppo dell’attuale quinta generazione di aerei che comprende, tra gli altri, lo statunitense F-35, il russo Sukhoi Su-57 e il cinese Chengdu J-20. 

I più moderni jet europei da combattimento (come l’Eurofighter o il Rafale francese) attualmente disponibili fanno parte, invece, della quarta generazione.

La quinta generazione è caratterizzata dal fatto che i jet hanno caratteristiche stealth mentre, la sesta, viene ulteriormente definita dal fatto di essere parte di un complesso sistema di combattimento collegato in rete, tra l’altro, con droni singoli o in sciami.

Berlino e Parigi, già nel luglio 2017, avevano concordato a livello governativo lo sviluppo e la produzione congiunta del nuovo jet da combattimento (NGF) e dell’intero sistema di combattimento aereo (FCAS)

Lo scorso anno scorso si è unita ufficialmente anche la Spagna. 

Il progetto viene finanziato principalmente da Dassault (Francia) e Airbus (Germania, Spagna). Il costo del FCAS, che sarà operativo dal 2040, viene stimato tra gli 80 e i 300 miliardi di euro.

La nuova costellazione a tre

Rivalità e lotte intestine ci sono sempre state ma, da febbraio, si sono intensificate.

Un fattore rilevante è stato il coinvolgimento della Spagna, fortemente voluto da Berlino, contrariamente alla volontà di Parigi.

Per il governo tedesco, infatti, la nuova costellazione a tre è tatticamente vantaggiosa perché i partecipanti tedeschi e spagnoli al progetto FCAS (Airbus Defence and Space di Taufkirchen e la filiale Airbus in Spagna) appartengono allo stesso gruppo e quindi traggono vantaggio sul partecipante francese, la Dassault. 

Quest’aspetto sembrerebbe avere un grande peso sul governo francese.

Parigi, tradizionalmente, attribuisce grande importanza a che la sua industria della difesa possa agire autonomamente.

il Rafale, ad esempio, è prodotto interamente in Francia mentre, l’Eurofighter, è un prodotto della cooperazione multinazionale.

Di conseguenza la Dassault, che fornisce la maggior parte del know-how del nuovo jet da combattimento (NGF), dovrà ora controllare il modo in cui la concorrenza tedesco-spagnola cercherà di appropriarsene, assicurandosi parti lucrative della produzione.

Alla Dassault, infatti, hanno “l’impressione di avere più da perdere che da guadagnare” dal progetto FCAS.

L’esperto militare francese Jean-Charles Larsonneur ha aggiunto: “Non stiamo sprecando le nostre conoscenze tecnologiche?”

Discussioni difficili

In febbraio, nonostante le energiche pressioni politiche che sono seguite al “Consiglio della Difesa” franco-tedesco, non è stato possibile trovare una soluzione alle lotte intestine.

“Ci sono state discussioni difficili”, sono state le parole pronunciate dell’entourage vicino al Presidente francese Emmanuel Macron alla fine del mese scorso.

In seguito, a inizio marzo, è sembrato che le tensioni iniziali si allentassero.

“FCAS non è più in pericolo di vita”, aveva detto il capo della Dassault, Eric Trappier.

Nel frattempo, però, i dubbi sono tornati a farsi sentire.

Oltre alle differenze industriali, Parigi continua a chiedere che il nuovo jet da combattimento sia in grado di trasportare armi nucleari e che possa decollare da una portaerei.

Berlino, invece, non avendo né armi nucleari né portaerei, non vi attribuisce alcuna importanza.

Al contrario, recentemente ha fatto sapere che il FCAS potrebbe diventare troppo costoso. 

“Visto che “i costi operativi delle forze armate stanno passando dal 2 al 3 pc di Pil annuo e che l’aumento della Bundeswehr a 203.000 soldati costa due miliardi di euro in più l’anno, potrebbe essere necessario stabilire nuove priorità nel settore degli armamenti”, ha spiegato l’ex Commissario del Bundestag per le Forze Armate, Hans-Peter Bartels.

Per poi aggiungere che “la Germania ha bisogno di un piano B”.

Il “Piano B“

Un “piano B”, all’inizio di questo mese, è stato messo in campo anche dal capo della Dassault, Trappier.

Egli afferma di essere ancora favorevole al “piano A” — ovvero allo sviluppo e alla produzione del nuovo caccia e dell’intero FCAS insieme ad “Airbus Defence and Space” e “Airbus Spagna”.

Tuttavia, conseguenza delle divergenze per ora irrisolte, non si può evitare di pensare a possibili alternative.

Trappier, in effetti, spiega che “… per quanto riguarda la tecnologia, Dassault è in grado di costruire un aereo da sola”.

I gruppi francesi Safran e Thales sono in grado di costruire motori per aerei da combattimento e di fornire l’elettronica, mentre la MBDA può produrre i missili. 

L’industria francese dispone quindi del know-how necessario. Anche gli esperti lo confermano.

La Francia, quasi certamente, è in grado di produrre autonomamente il jet da combattimento di sesta generazione, secondo una recente valutazione del Royal United Services Institute (RUSI) di Londra.

Il top management di Airbus Defence and Space, a sua volta, ammette apertamente di non avere un “piano B”.

“Se il “Piano A” dovesse fallire,  gli F-35 degli Stati Uniti conquisterebbero completamente il mercato europeo della difesa”, ha detto recentemente il manager di Airbus, Antoine Bouvier.

Il modello concorrente: “Tempest”

Le controversie sul FCAS e l’opzione dei francesi di andare avanti da soli, se necessario, sono ancor più spiacevoli per Berlino visto che il progetto europeo rivale (il sistema di combattimento aereo “Tempest”) non solo sta facendo progressi, ma ha ora coinvolto anche altri Paesi dell’UE. 

Il “progetto Tempest” è stato lanciato ufficialmente nel luglio 2018 — un anno dopo il FCAS.

L’obiettivo è di costruire un jet da combattimento di sesta generazione in grado di interagire anche con uno sciame di droni.

Due Stati dell’UE, non coinvolti nel FCAS, stanno ora partecipando al progetto: l’Italia con la Leonardo e la Svezia con la Saab. 

Gli esperti confermano che il “Tempest” sta facendo notevoli passi in avanti.

Il governo britannico ha deciso di ridurre significativamente l’acquisto di F-35 statunitensi (originariamente previsto in 138 unità) e d’investire i fondi liberati nel progetto “Tempest”.

Recentemente, Londra ha messo a disposizione due miliardi di sterline per i prossimi quattro anni.

Secondo i piani, il sistema di combattimento aereo Tempest dovrebbe essere operativo a partire dal 2035 — quattro anni prima del FCAS, se mai si riuscisse a realizzarlo.

*****

Link Originale: http://vocidallagermania.blogspot.com/2021/03/perche-il-progetto-di-un-caccia-franco.html

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