Tra le pillole che il nonno mi ha lasciato, ripetendomele incessantemente quando ero piccolo piccolo, ce n’è una che ritengo si possa adattare ai nostri tempi: “i fessi in guerra sono i primi a morire“. Come col COVID e coi suoi vaccini, forse: dunque, perchè farsi inoculare un vaccino mRNA assolutamente sconosciuto negli effetti collaterali a lungo termine (visto che è assolutamente innovativo nel metodo di immunizzazione) a forte rischio insicurezza intrinseca, non avendo completato le tre fasi previste da ogni elementare norma di sicurezza medicinale? Soprattutto la fase III, quella appunto che conferma se il medicinale è sicuro, unitamente al dosaggio…
Anche con il vaccino per l’influenza “succedeva”?
Sta di fatto che l’unico vaccino COVID diciamo tradizionale nel meccanismo di immunizzazione disponibile in Occidente, il Novavax, ossia con il classico metodo diciamo “alla Pasteur” del virus/agente patogeno indebolito, ha affermato – ieri/oggi – che ha non effettuerà consegne in EU come invece previsto in precedenza, lasciando il campo libero ai vaccini cd. “innovativi” ad es. Astra Zeneca, ma soprattutto Pfizer, Moderna, tutti vaccini con un profilo di sicurezza che lascia alquanto a desiderare in termini di sicurezza diciamo standard – assieme al meccanismo appunto innovativo di immunizzazione nel corpo umano – visto il non completamente di tutte le fasi standard di test sui vaccini previste ad es. dall’EMA (memento che MAI nella storia umana è stato testato su larga scala un vaccino mRNA, restano dunque sconosciuti gli effetti collaterali long term di tale meccanismo di vaccinazione, auguri a tutti!).
Dal sito dell’EMA: le fasi normali per l’approvazione di un vaccino: i vaccini COVID sono tutti nei clinical trials più o meno avanzati, nessuno in fase III completata, ossia stanno appena dopo il simbolo del test sui topi.
Un esempio di cosa significhino la fasi I, II, III RICHIESTE di norma dall’EMA per l’introduzione in commercio in EU di nuovi medicinali (la IV non è prevista, vedasi immagine sopra, essendo ritengo assorbita dalla farmacovigilanza successiva): la fase III è quella che, dopo l’efficacia, verifica la sicurezza unita al dosaggio di un medicinale, ossia anche di un vaccino
Oggi senza Novavax restano solo i vaccini cd. “innovativi” ma con le tre fasi di test medico NON completate (l’Astra Zeneca ha raggiunto solo la fase II, nessuno la fase III; tutti e tre i vaccini autorizzati in EU hanno ottenuto solo una autorizzazione temporanea al commercio in EU dall’EMA, vista appunto la iniziale carenza per un medicinale di larghissimo uso, di tutte e tre le fasi “peer reviewed” di norma previste dalle autorità sanitarie mondiali). Memento il Giappone che proprio forse proprio per tale ragione ha fatto vaccinare solo lo zerovirgolaqualcosa dei propri abitanti).
Il Giappone ha vaccinato solo lo 0.6% della popolazione con una dose di vaccino COVID, lo 0,1% con due dosi: PERCHE’?
A pensar male, verrebbe da dire che il fato sta facendo un buon lavoro. Ovvero, il continente di vecchi, il cuore dell’Occidente, dovrà continuare a subire vaccini che – vedrete – diventeranno semi-obbligatori, pur essendo a rischio potenziale di causare anche una sorta di depopolamento locale in termini di effetti collaterali ad oggi sconosciuti secondo la prassi standard di approvazione di un medicamento, effetti anche e soprattutto a lungo termine – ripeto – ad oggi sconosciuti soprattutto in relazione alla tecnologia di immunizzazione assolutamente innovativa costituita dai vaccini mRNA.
Tra tutti i vaccini solo SinoVac e Novavax usano tecnologie assolutamente cd. tradizionali di vaccinazione ampiamente conosciute; Pfizer e Moderna usano invece tecnologie di immunizzazione vaccinale mai sperimentate prima su larga scala, sebbene senza avere completato tutte le fasi tipicamente previste dall’EMA per l’autorizzazione all’utilizzo in EU (da qui solo l’autorizzazione temporanea EMA)
Sullo sfondo la necessità dei grandi patrimoni di non condividere nulla del loro enorme accumulo di ricchezza da Obama in avanti, come invece succedeva in passato: infatti anche le guerre, come la grande inflazione, sappiatelo, sono fonte di re-distribuzione. Enorme fonte della tanto temuta re-distribuzione, temutissima dalle elites globaliste intendo.
Ad esempio la Francia, che fino all’inizio della prima guerra mondiale conservava le vestigia economiche, ossia socio-economiche, della monarchia, con ricchi addirittura ricchissimi ed una popolazione alla fame (la Belle Epoque parigina in fondo era questo, ndr), dovette scontrarsi con una enorme perdita di ricchezza per le sue elites, in guerra.
Elites francesi che, stremate da due World Wars, ovvero avendo perso enorme ricchezza e potere, non esitarono a schierarsi con i nazisti di Vichy pur di conservare “qualcosa” della loro passata potenza/influenza.
In fondo il motivo della perseveranza in Francia di una protesta strisciante della masse dipende proprio dalla necessità di difendersi armi in mano da una tendenza alla concentrazione di ricchezza che sta nel DNA delle elites francesi, prima con le colonie e poi, se necessario, alle spalle della povera gente, possibilmente franco-straniera. Ma al limite anche franco-francese.
Forse è per tale ragione che Parigi ha sempre importato manodopera nera, lasciando l’incombenza del dazio per ultimo ai diciamo “veri francesi”, infatti importando negri i primi a subire il costo della bella vita elitaria francese del “top” sono sempre i neri e gli immigrati in genere; solo alla fine tocca ai francesi medio borghesi, che dunque restano alla bisogna incazzosi in termini di perdita dei loro diritti.
In tale contesto non faccio fatica a pensare che le vestigia del credo nazista, asimmetrico ed elitario per definizione, siano ancora lì, oggi, assieme alle loro visioni eugenetiche.
Ben sapendo che gran parte della classe alta USA, spesso Dem, è di origini tedesche.
Forse questa enorme deriva, che rischia di passare per la decimazione degli “inutili vecchi”, parte proprio dall’eugenetica declamata dai nazisti, nata tra la vecchia Europa e gli USA filo-tedeschi in realtà a partire dagli inizi del 1900. Forse già parte di un piano di selezione non naturale atto a tenere al riparo i grandi patrimoni dagli attacchi diciamo esterni, della plebe, ai loro possedimenti.
Oggi siamo qui, a dover accettare forzature governative sovranazionali a favore di vaccini inutili di fatto per una malattia che uccide pochissimo. E con una enorme propaganda al servizio del grand-piano atta a forzare , tra tutti i vaccini, quelli intrinsecamente meno sicuri, un caso che ormai sembra sempre meno fortuito. Ad esempio non considerando che esistono medicinali che curano l’85% dei casi COVID incluse le varianti ed hanno anche la fase III completata (vadasi il caso Humabs/VIR di Bellinzona).
Dite che esagero col cinismo? Forse si, ma intanto meglio fare attenzione. Anche quando ti offrono un bicchiere d’acqua, coi tempi che corrono…
MD
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