Redazione Infowars
“La crisi sanitaria attualmente in corso ha evidenziato ancora una volta le profonde disfunzioni intrinseche nell’Unione Europea”, sostiene l’analista Laurent Herblay in un articolo per Le Figaro.
Secondo lo scrittore (che dirige il blog “Free Gaullist” dal 2007), una burocrazia inadeguata ha paralizzato l’azione politica, senza mai servire i cittadini.
“Per i suoi strenui sostenitori“ — scrive l’autore — “l’UE è stata percepita come un’Unione sempre più stretta e grande che avrebbe dovuto difendere le nazioni, proteggendole dalle crisi”.
Tuttavia, la realtà della Brexit e la crisi sanitaria scatenata dalla pandemia hanno polverizzato questi argomenti.
La crisi sanitaria solleva alcune domande
“La pandemia ha aumentato la consapevolezza sulle sfortunate conseguenze dell’UE” — scrive Herblay — Ha rivelato in modo lampante che il Continente è stato vittima di una ‘desertificazione industriale’, con praticamente nessuna produzione locale di mascherine e gran parte della produzione farmaceutica effettuata in Asia”.
E continua: “Fino all’80% dei principi attivi sono prodotti fuori dal nostro Continente. La situazione è tanto più spaventosa perché il Paese d’origine dell’epidemia — la Cina — ha poi approfittato della situazione aumentando massicciamente la sua esportazione di prodotti medicali per soddisfare la domanda di tutti gli altri Paesi”.
A questo punto, Laurent Herblay punta il dito contro l’UE, sostenendo che negozia accordi commerciali che permettono queste “delocalizzazioni” e si rifiuta di sostenere la preferenza commerciale per i prodotti europei.
“Un anno fa pensavamo ancora che la Francia avesse un sistema sanitario invidiabile” — scrive l’analista — “Tuttavia, la crisi ha crudelmente messo in luce le conseguenze dei tagli effettuati negli ultimi anni”.
Nel 2019 erano stati lanciati degli avvertimenti sul fatto che i tagli di bilancio, la riduzione del numero dei letti e la grave mancanza di personale medico stavano portando il sistema sanitario francese, già di classe mondiale, sull’orlo del collasso, mettendo a rischio la vita dei pazienti.
Anche in questo caso, l’UE è ritenuta responsabile dall’autore del blog, che denuncia le “raccomandazioni” dell’UE per ridurre i costi sanitari in una corsa senza fine ad aumentare la competitività dei suoi stati-membri.
Plaudendo al pacchetto di sostegno Covid-19 da 1.900 miliardi di dollari — il più grande pacchetto di stimolo fiscale nella storia degli Stati Uniti — l’autore sottolinea che la risposta europea per alleviare il peso economico della pandemia è stata un “misero” 323 miliardi di dollari di “aiuti di stato”.
Il piccolo jab dell’UE
Laurent Herblay condanna anche il “fiasco dei vaccini” in UE.
Scrive che il successo della vaccinazione contro il Coronavirus, fatta nel Regno Unito, dimostra il completo fallimento dell’UE nell’affrontare questa sfida, nonostante gli esperti avessero incautamente proclamato, un anno fa, che la Brexit ne avrebbe indebolito la strategia di vaccinazione:
“L’UE è stata così lenta e poco efficace nei suoi negoziati che un numero crescente di Paesi europei sta cominciando a bypassarla per ottenere forniture dalla Russia o dalla Cina”.
Il Regno Unito è stato deriso da molti, nell’UE, per non aver accettato l’invito di Bruxelles e per aver scelto di “fare da solo”.
Tuttavia, lo schema di approvvigionamento dei vaccini, finora, ha fallito.
I Paesi dell’UE sono in netto ritardo rispetto a Israele, Regno Unito e Stati Uniti nella somministrazione dei vaccini.
“Cosa rimane degli argomenti dei sostenitori dell’UE?” — chiede lo scrittore — “Non è riuscita ad offrire protezione da qualsiasi crisi finanziaria, economica e sanitaria, e allo stesso tempo non ha permesso ai paesi-membri di costruire nulla”.
Continua lamentandosi che il Continente Europeo sia solo un “mercato per le multinazionali statunitensi o per la Cina”, con Washington che continuamente “impone la sua volontà, multando le nostre aziende o ritirandosi dall’accordo nucleare iraniano a suo piacimento”.
“L’UE” — conclude l’autore — “è solo una burocrazia aggiuntiva e inadeguata che ci paralizza e ci distrae, senza mai aiutarci”.
In breve, l’autore sostiene che, se è vero che non c’è mai stata una maggioranza di francesi che volesse lasciare l’Eurozona, gli ultimi mesi di crisi hanno comunque “versato acqua al mulino” di coloro che sollecitano un’uscita dal blocco.
“Anche se è difficile, lasciare l’UE è ora una cosa fattibile, come ha dimostrato la Brexit”, conclude l’analista.
Come “uscire di prigione”
A febbraio, il politico e sostenitore della Frexit, Charles-Henri Gallois, ha suggerito che la Francia o l’Italia sarebbero state le prossime a seguire le orme della Gran Bretagna e ad uscire dall’UE.
In un’intervista con Martin Daubney sul programma di Facebook “Brexit Unlocked“, Gallois ha sostenuto che le due nazioni erano “le più interessate a lasciare l’euro e l’UE”, aggiungendo che “stiamo sicuramente cercando di rimuovere l’Europa da ogni Paese”.
Un politico del Partito Les Patriotes, Florian Philippot, ha affermato che lasciare l’UE sia come “lasciare la prigione”.
In tutto il blocco, le forze anti-EU in Francia, Spagna e Italia sono state sollecitate a formare un nuovo Partito Politico in stile Brexit.
Tuttavia, gli argomenti di coloro che sostengono la Frexit sono stati attaccati dai critici. Il Deputato Tory Sir John Redwood ha affermato che sarebbe “impensabile” per la Francia lasciare il blocco.
“In Francia, c’è ovviamente una sfida al progetto dell’UE. Ma finora i Partiti remainer hanno avuto più voti e la Francia ha continuato a sostenerla. È quasi impensabile che la Francia possa andarsene perché, assieme alla Germania, è il principale motore, l’asse centrale del progetto UE”, ha detto il politico citato dai media britannici.
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Link: https://www.infowars.com/posts/will-frexit-signal-the-beginning-of-the-end-of-the-european-union/
Scelto e tradotto da Franco
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