Maria Cristina Bassi
Secondo gli scienziati, noi “umani” dovremmo preoccuparci di essere spazzati via da un agente patogeno killer, progettato specificamente per uccidere individui mirati, ovvero di una razza particolare.
Sarebbe un killer che si basa sul DNA.
Stando a un nuovo rapporto del Centre for the Study of Existential Risk dell’Università di Cambridge, i “governi mondiali” non sono stati in grado di prepararsi contro minacce portate da armi biologiche futuristiche, alimentate dall‘intelligenza artificiale (AI) e dalla manipolazione genetica.
Tali armi avrebbero il potere di mirare a specifici DNA e uccidere solo alcune razze lasciandone altre illese.
Gli autori avvertono: “La tecnologia sta diventando sempre più sofisticata a prezzi sempre più economici, democratizzando la capacità di nuocere più rapidamente e letalmente. In un caso particolarmente brutto, un’arma biologica potrebbe essere costruita per colpire un gruppo etnico specifico basandosi sul suo profilo genomico”.
Un’arma biologica può essere qualsiasi agente infettivo — batteri, virus o tossine — usato intenzionalmente per infliggere danni fisici alle persone, agli animali o alla natura.
Può essere usata per causare genocidi, disgregazione sociale, perdite economiche, problemi ambientali e infine come mezzo di guerra o terrorismo.
Una volta rilasciate, le armi biologiche sono difficili da gestire perché sono agenti infettivi che si diffondono in modo incontrollato oltre l’area-bersaglio.
I rapidi sviluppi e i possibili usi impropri delle conquiste scientifiche volte a creare armi biologiche, le rendono un fattore di crescente preoccupazione per le comunità che promuovono il disarmo.
L’attacco giapponese alla Manciuria, negli anni ’30, è un esempio confermato del loro uso.
Tuttavia, si ritiene che il numero di Stati con programmi di guerra biologica sia da stimarsi tra i 16 e i 20 ma, quello relativo alla capacità di produrre armi biologiche, è superiore a 100.
Data la segretezza con cui vengono condotti tali programmi (e considerato che le strutture per la produzione di armi biologiche sono più facili da nascondere rispetto a quelle per le armi nucleari e chimiche), è difficile sapere esattamente quanti Stati possiedano effettivamente armi biologiche (o abbiano programmi per produrle).
C’è anche il problema della natura a doppio uso di molte installazioni, per cui è difficile distinguere gli usi difensivi da quelli offensivi:
“Le armi biologiche sono considerevolmente più economiche delle armi nucleari e chimiche e hanno un grande rapporto effetto-quantità. In altre parole, una quantità relativamente piccola di agente biologico può causare un numero relativamente grande di morti — equivalente, in alcune valutazioni, a quelle derivanti dall’uso del nucleare”.
Queste armi non richiedono sistemi di consegna complessi, ci dice The Guardian, ed è in aumento la loro (facile) fabbricazione, grazie ai “progressi” della scienza.
Se ne deduce che sono relativamente accessibili e attraenti. Questo fa del bioterrorismo una delle principali minacce riguardanti questo tipo di arma.
L’uso di agenti biologici per forzare l’eradicazione delle colture per la produzione di droga, viene promosso dagli Stati Uniti in particolare in Colombia.
Questa strategia controversa porta con sé grandi pericoli e presenta rischi per la salute umana e per l’ambiente.
Il Protocollo di Ginevra del 1925 ha messo fuori legge l’uso delle armi biologiche così come di quelle chimiche.
Tuttavia, è un accordo molto limitato. Ad esempio, non proibisce lo sviluppo, la produzione e lo stoccaggio di armi biologiche (alcuni paesi affermano il “diritto di rappresaglia” se attaccati con armi biologiche).
La “Convenzione sulle Armi Biologiche e Tossiche” (The Biological and Toxin Weapons Convention — BTWC), entrata in vigore nel 1975, ha completato il Protocollo di Ginevra.
È stato il primo Trattato multilaterale di disarmo volto a vietare la produzione e l’uso di un’intera categoria di armi.
Della BTWC fanno attualmente parte 165 Stati e altri 12 sono pronti a firmare.
Mira a vietare lo sviluppo, la produzione, lo stoccaggio, l’acquisizione, la conservazione, il trasferimento e l’uso di armi biologiche da parte di chiunque.
Ma, scrive The Guardian, … “a differenza della Convenzione sulle armi chimiche, il Trattato manca di procedure di verifica e di conformità e, inoltre, non c’è un ‘organo di attuazione’ per monitorare che venga osservato”.
Contrastare efficacemente la minaccia delle armi biologiche richiede una serie di azioni che si rafforzano a vicenda, tra cui un regime di proibizione rafforzato e una maggiore volontà politica.
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Fonte: https://guardian.ng/features/health/bioweapons-designed-to-kill-only-people-of-particular-race/
Traduzione e sintesi: M. Cristina Bassi, per www.thelivingspirits.net
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