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Home » Davos — Quarto giorno: i nipoti di H.G. Wells annunciano la dittatura globale

Davos — Quarto giorno: i nipoti di H.G. Wells annunciano la dittatura globale

Franco Leaf by Franco Leaf
2 Agosto 2021
in Generale
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Redazione LaRouche Pac

Il quarto giorno della Conferenza del WEF a Davos ci ha introdotto alle pericolose e precarie dinamiche che delineano l’attuale situazione mondiale.

Per un certo verso, la maggior parte dei programmi era una combinazione di malvagità e incompetenza.

I discorsi sono stati tenuti da tre leader mondiali: Narendra Modi (Primo Ministro indiano); Alberto Fernàndez (Presidente argentino) e Abdullah II ibn Al Hussein (Re della Giordania).

Questi tre discorsi, analogamente a quello del Presidente Sudafricano Cyril Ramaphosa, sono esempi lampanti di come quasi tutti i paesi sottosviluppati si siano infilati in una trappola mortale.

Quando cadde l’Unione Sovietica, Lyndon LaRouche ammonì i leader mondiali che un secondo collasso era imminente, conseguenza della bancarotta del sistema monetario e finanziario trans-atlantico.

Dichiarò più volte che l’unica soluzione per ovviare al pericolo sarebbe stata una nuova Bretton Woods tra nazioni sovrane, ma i leader mondiali non compresero l’urgenza delle sue parole.

Ora, nel 2021, ci troviamo a un punto tale che l’impotenza delle nazioni, come disse LaRouche, ci ha condotti in una situazione in cui le politiche e le logiche dell‘Impero sono praticamente dappertutto.

Questo passaggio spiega la violenza con cui il Presidente Donald Trump sia stato cacciato dalla Casa Bianca.

Più volte, nel corso della Conferenza di Davos, i commentatori si sono riferiti alla Presidenza di Biden come a un’occasione d’oro per trasformare il mondo, sfruttando la condizione di crisi generata dalla pandemia.

Secondo le parole di Modi, Fernanàndez, Al Hussein e Ramaphosa, gli effetti della crisi sono catastrofici, facendo ripetuti riferimenti alle sfide legate alla catena di approvvigionamento del cibo, alla sanità, alla povertà, allo sviluppo di infrastrutture, servizi etc.

Tuttavia, hanno supportato l’Agenda Verde proposta dall’oligarchia e il feticcio del multilateralismo.

E allora la domanda che si pone è questa: “Credono veramente a quello che dicono sul cambiamento climatico e sull’eliminazione del carbonio?”.

Questi leader, in effetti, stanno relazionandosi con un’agenda globale dove i poteri oligarchici di Davos stanno imponendo quello che è permesso e quello che non lo è.

Le persone più potenti del mondo hanno detto: “Questa è la strada. Punto”.

Leader come Ramaphosa (e le nazioni che rappresentano), sono stati guidati come bestiame nel recinto delle oligarchie. Alcuni di propria volontà, altri perché non avevano scelta.

Pensate a Laocoonte, incapace di liberarsi dalla stretta mortale del serpente marino.

Utopia Digitale

Un argomento del programma di oggi è stato “Controllare le tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale per il bene comune” e, quasi tutti i Gruppi di Discussione, sono stati dedicati alle tecnologie digitali e alle implicazioni della Quarta Rivoluzione Industriale.

Ancora una volta, i partecipanti sono stati i giganti delle compagnie Tech e del sistema bancario.

Tra questi: Susan Wojcicki (Amministratore Delegato di YouTube Inc); Bradford L. Smith (Presidente di Microsoft Corporation); Arvind Krishna (Amministratore Delegato di IBM Corporation); Martin Baron (Caporedattore del Washington Post); David M. Rubinstein (co-fondatore del Carlyle Group); Nicholas Thompson (Caporedattore di Wired Magazine); Aja S. Banga (Presidente Esecutivo di Mastercard); Hans Vestberg (Amministratore Delegato di Verizon Communications), Henrietta H. Fore (Direttore Esecutivo dell’UNICEF); Michael Casey (Chief Content Officer di Coin Desk, società proprietà del Digital Currency Group, una venture capital company il cui interesse si concentra sui bitcoin e sul mercato delle valute digitali); Marietje Schaake (Cyber Policy Center della Stanford University) insieme ad altri rappresentanti di think tank, venture capital fund, fondazioni e istituzioni finanziarie.

Il Gruppo intitolato “Controllare la Quarta Rivoluzione Industriale” comprendeva quasi esclusivamente rappresentati della Repubblica Popolare Cinese, tra cui l’Yicai Research Institute (Shangai), Huawei Technologies (Shenzen) e il Ministero dell’Industria e dell’Informazione Tecnologica (Pechino).

Il Gruppo “Come migliorare la sicurezza dei contenuti digitali” era dedicato a come favorire la riduzione del danno, sul Web, dei contenuti digitali.

Tuttavia, la riduzione del danno non è stata ben definita — ad esempio, come proteggere i bambini dai predatori sessuali, dalle droghe e dalla pornografia.

Piuttosto, è stato presentato come un tipico caso di danno l’affermazione secondo cui le Elezioni Presidenziali negli Stati Uniti siano state fraudolente, alla quale per un certo periodo di tempo è stato permesso di circolare.

Marietje Schaake della Stanford Unversity ha sostenuto che la sicurezza digitale è far sì che, ovunque nel mondo, i contenuti condivisi online non diventino dannosi offline.

Un altro commentatore ha aggiunto che sicurezza digitale significa proteggere gli utenti dalla dannosità del mondo reale, dappertutto e a tutti i livelli.

Un altro Gruppo si è occupato dell’“Azzeramento delle valute digitali”.

Vi hanno partecipato personaggi provenienti da Londra, New York e Singapore, come ad esempio Zhu Min (Presidente del National Institute of Financial Research dell’Università di Tsinghua, Cina), che ha dichiarato l’inarrestabile emergenza costituita delle valute digitali globali, ovvero del loro potere posto al di fuori del controllo dei governi sovrani.

Michael Casey di CoinDesk ha dichiarato: “È un momento determinante per il futuro delle valute digitali. Con questo tipo di moneta i soldi stessi diventano un software e quindi sono programmabili. Dobbiamo ridefinire molti dei nostri concetti e la funzione stessa del denaro”.

Zhu Min ha annunciato che “la Cina sta sviluppando una Central Bank Digital Currency (CBDC). Le potenzialità legate all’utilizzo di una Banca Centrale digitale sono enormi”.

Il commentatore proveniente da Singapore ha detto: “La maggior parte delle Banche Centrali stanno attivamente esplorando le potenzialità del sistema CBDC”.

Gli altri Gruppi hanno affrontato le fantasie di Klaus Schwab sulla Quarta Rivoluzione Industriale, concentrandosi sull’Intelligenza Artificiale e poi sul calcolo quantistico, la robotica, le apparecchiature smart, Internet delle Cose, educazione e medicina digitale etc. 

Sono state spese parole di speranza, ma il non detto è che si sono aperti scenari che consentiranno di concentrare un potere enorme nelle mani della Silicon Valley e delle altre Compagnie similari, ma anche in quelle degli Istituti Finanziari con cui fanno affari.

È stata descritta una vera e propria struttura di potere, nella quale le sovranità nazionali e i diritti dei cittadini non sono ammessi.

Tutte queste iniziative, combinate con la politica di de-carbonizzazione (e, molto probabilmente, con l’introduzione delle valute digitali) produrrà opportunità finanziarie che saranno prontamente colte dall’oligarchia globale.

Un Gruppo, “Politiche di riconfigurazione post-pandemica”, ha fatto chiaramente intendere l’intenzione di prolungare e intensificare l’attuale crisi pandemica come mezzo per portare avanti l’Agenda di Davos.

David Rubenstein del Carlyle Group ha dichiarato: “La pandemia ci ha aiutato a inaugurare un nuovo mondo, con il declino dell’importanza degli Stati Uniti. Il nuovo Presidente, Joe Biden, può ricostruire lo status del Paese, ma solo dopo aver ottenuto la credibilità necessaria ricongiungendosi all’Agenda di Davos, come simbolo di riconciliazione. La vincitrice dello scorso anno è stata la Cina”.

Basta fare i bravi ragazzi

I programmi di oggi si sono conclusi con due eventi angosciosi.

Il primo è stato l’intervista con Sundar Pichai, Amministratore Delegato di Google e della sua casa madre, Alphabet, sul ruolo che ha avuto l’Intelligenza Artificiale nella pandemia di Covid e sul ruolo che avrà nelle crisi che verranno:

“Gli Accordi di Parigi servono ad affrontare il cambiamento climatico, ma ora abbiamo bisogno che i Paesi si uniscano per risolvere questioni più grandi e di più ampio respiro, legate alla sicurezza di tecnologie come ad esempio l’intelligenza artificiale e il calcolo quantistico. Abbiamo bisogno di un COP-26 per le nuove tecnologie digitali”.

Ha concluso con qualche fesseria mistica che avrebbe reso orgoglioso Steve Jobs: “C’è qualcosa, nella nozione del mondo fisico che percepiamo, che non rappresenta la realtà nascosta. Come umanità abbiamo ancora tanta strada da fare prima di capire in modo profondo la vera natura delle cose. Quello che trovo emozionante della fisica e del calcolo quantistico è che ci dà la possibilità di avvicinarci a questa comprensione”.

A tutto questo è seguita la chiamata alle armi dell’ultimo Gruppo: “Interventi sul clima con COP26”.

I rappresentanti del gigante delle assicurazioni SwissRe, del conglomerato alberghiero Iberostar, della United Nations Convention on Climate Change, il Presidente di COP26, il “celebrato ambientalista” Al Gore e infine Nigel Topping (il “campione per gli interventi sul clima” in Gran Bretagna), hanno tutti abbassato la maschera e hanno chiesto che i programmi di Davos e COP diventino non solo non-negoziabili, ma che siano persino accelerati.

Uno dei partecipanti ha addirittura chiesto: “Dobbiamo dimezzare le emissioni in dieci anni”.

Al Gore ha avuto l’ultima parola, affermando che i mercati energetici stanno già procedendo verso una transazione alle soluzioni green come l’energia solare e del vento, che si stanno diffondendo in tutti i mercati del mondo.

*****

Prima parte: https://www.mittdolcino.com/2021/01/31/quanto-manca-alla-fine-degli-stati-nazione-primo-e-secondo-giorno-a-davos/

Seconda parte: https://www.mittdolcino.com/2021/02/02/davos-terzo-giorno-il-nuovo-modello-imperiale-anglo-olandese/

*****

Link Originale: https://www.larouchepac.com/20210130/davos-day-4-grandchildren-hg-wells-announce-their-world-dictatorship

Scelto e tradotto da L’Alessandrino

*****

Le immagini, i tweet e i filmati pubblicati nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio e quindi immediatamente utilizzabili. In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.

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