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Home » Con Biden la Russia è circondata: nemmeno 48 ore dopo la sua nomina la partita riprende da dove Obama l’aveva lasciata, attaccando Mosca (solo con svariati trillions USD di debito in più, post COVID…). What’s next?

Con Biden la Russia è circondata: nemmeno 48 ore dopo la sua nomina la partita riprende da dove Obama l’aveva lasciata, attaccando Mosca (solo con svariati trillions USD di debito in più, post COVID…). What’s next?

mittdolcino by mittdolcino
2 Agosto 2021
in Crisi del globalismo, USA
- Leggere Disclaimer in fondo pagina
Dopo lo scandalo della censura dei social media americani, gli USA di Biden hanno ancora l’autorità morale e democratica per governare il mondo?
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In pochi hanno rilevato il vero, tangibile e repentino segno del cambio di passo dell’amministrazione Biden vs. Trump: il ritorno a dove si era lasciato il lavoro con Obama. Ossia, la guerra alla Russia ed ai suoi interessi.

Basta “No War” alla Trump! Basta diplomazia commerciale, dura come le guerre, ma senza sangue! Una certa cerchia di generali USA d’alto rango, non della truppa e dei semplici ufficiali, evidentemente vuole la guerra a tutti i costi. Senza patriottismo alcuno, mettendo prima di tutto e di tutti gli interessi di casta. Dunque Trump non è stato salvato da loro, logico: finita l’epoca di Rogers alla NSA e di Flynn ai servizi segreti militari, la solfa è cambiata, peccato! Ora – con Biden – il problema per il mondo, vedrete, è che la Russia è circondata: a sud, est e ovest. Ma con un alleato inaspettato: Israele, a cui ha permesso la grand policy medio-orientale atta a sdoganare Tel Aviv verso il mondo arabo, grande mossa trumpiana con sponda geostrategica moscovita. Naturalmente nel contesto Biden sta e starà dalla parte dei Palestinensi, ci mancherebbe altro!

Oggi come ieri…

Cosa potrà succedere da qui in avanti è chiaro lato USA e Germania: destabilizzazione della Russia; potenziamento della Turchia e dell’Iran a sud; e superare Israele egemone tecnologicamente e a livello di intelligence nel mondo arabo sunnita. Oltre a continuare con le destabilizzazioni in Ucraina, prima di tutto, poi allargando il raggio ai paesi satelliti ex sovietici.

Un’opera degna dell’alleanza OSS-Gestapo post WWII. Precisamente.

Peccato che ora, dopo quello che abbiamo visto con Trump, molti soggetti nel mondo – soprattutto i popoli occidentali – non riconoscano più il primato democratico agli USA, ormai patria della censura social e dei brogli elettorali, quasi fosse un paese del terzo mondo (e con chiare assonanze all’URSS comunista, dove il dissenso era vietato, ndr).

La Cina lo sa è giustamente se ne avvantaggia, alla fine sarà il male minore temo, pena dover lavorare 18 ore al giorno per datori di lavoro cinesi, con ritmi cinesi, anche nel week end. Questo varrà anche per gli italiani naturalmente (che vedranno comprata a basso prezzo dai cinesi la loro piccola attività commerciale svenduta causa crisi COVID, ndr).

Ieri come oggi…

Ma l’obiettivo dell’Occidente bideniano e dei suoi alleati di sempre resta la Russia, con i suoi enormi giacimenti e la sua enorme estensione. Minacciata, appunto, da ovest (EU tedesca), est (Cina) e sud (Turchia ed Iran). Mai dimenticare nel contesto che circa l’80% dei morti nazisti nella WWII avvennero per mano russa. Ossia, i russi hanno indubitabilmente le cd. “palle”. Se ne è accorta anche la compagine di Hillary Clinton, che voleva spodestare lo zio Vladimiro dalla Sirya, solo per fallire miseramente.

Resta il fatto che ormai la Russia, anche con Telegram, è un’oasi di libertà rispetto ai social USA che ti zittiscono se non la pensi come loro vogliono, quasi un avverarsi delle profezie di Huxley e di Orwell assieme.

Inutile girarci attorno: gli USA di Biden, saldati con la Germania ex nazista (i nipoti) vogliono la Russia. E appoggiano la propaganda, come ai tempi di Goebbels. Ossia Sirya, Ucraina, Bielorussia, paesi satelliti ex sovietici sono da attaccare e destabilizzare. Dunque abbiamo Navalny che spunta come un fungo velenoso. E Vladimir che deve difendersi.

Nel contesto gli USA sono in crisi economica, identitaria e etica, ormai è chiaro a tutti dopo quello che è successo a Donald, che voleva pensare al proprio paese e non al bene, via guerra a tutti i costi, delle elites locali, globaliste e filo-alto-rango-militare. E con un debito esplosivo, non ripagabile se non in presenza di una nuova vittoria in una guerra mondiale; che per adesso non c’è ma potrebbe ben arrivare, anche e soprattutto per impulso di Biden e dei “suoi” globalisti, vedasi oltre.

Post elezione di Biden, 2 giorni successivi, ecco dunque gli scontri a Mosca ed in Ucraina, il dispiegamento di mezzi ed armi USA in Sirya, l’amore risbocciato con la Germania che ha tramato contro Trump, sembrerebbe.

Ora Putin non ha scelta e lo sa: deve fare saltare il banco. Altrimenti cuocerà a fuoco lento. E deve fare in fretta, prima che gli USA entrino della partita a tutto tondo. Dunque deve reagire, attaccando il ventre molle dell’alleanza che lo vuole distruggere: il Caucaso, come sempre. Ma temo che questa volta non basterà: il Mediterraneo ritengo sarà la prossima scena, ormai le postazioni in Libya sono state acquisite lato russo, dunque esiste una testa di ponte anche in loco. Che verrà sfidata da Ankara, anch’essa in loco.

Temo per altro che non basterà nemmeno questo passaggio intermedio: al prossimo giro la Turchia attaccherà la Grecia per le isole contese, là sarà la scintillla ortodossa, mandando in corto circuito l’EU.

Parimenti in estremo oriente ecco le scintille vere tra Giappone e Cina per le isole Senkaku, mentre le tensioni si sprecano anche con Taiwan.

Sopra tutto e tutti la Cina, silenziosamente, si muove verso il sud America, Argentina in primis, governata da una filo tedesca come Cristina, il cui passato è più che nebuloso (Cristina & famiglia che guarda all’EUropa delle colonie utopistiche, non a caso).


E l’Italia? Meglio non citarla, ormai è dentro fino al collo al momento Irlmaier, “va selvaggiamente” e temo sarà sempre peggio, fino all’epilogo (vedremo quale sarà…). Ormai non facciamo segreto di ritenere che Conte debba cedere rapidamente lo scettro della gestione del post Trump alla politica, dimettendosi: appunto, i partiti devono gestire IN PRIMA PERSONA vis a vis con la gente che dovrà pagare il conto lo scotto di dover spiegare – ed agire – imponendo i costi richiesti per la restare nell’euro, costi che l’EU anche giustamente impone.

Ossia la politica dovrà prendersi la responsabilità della confisca che l’EU richiede all’Italia, in cambio di prestiti come il Recovery Fund.

Una follia.

Chiaramente la politica NON vuole questo, preferisce che sia un terzo a prendersi le colpe, come sempre. Come un governo tecnico. Appunto, come Conte.

“Senso di schifo”…

Conte che con Trump voleva giocare alla fin fine la wild card del “altrimenti facciamo noi“, come intimato all’Eurogruppo di quest’anno prima di essere attaccato dai filo-tedeschi pro-euro della Lega. Che poi era finanziare i BTP in dollari.

Ora che Trump non c’è più, la terza via è caduta, saranno solo tasse per la classe media italiana. PER RESTARE NELL’EURO, COME LA LEGA CHE GUARDA COSTANTEMENTE A NORD DA SEMPRE DESIDERA. Ben inteso, saranno tasse inutili per uscire dalla crisi ma fondamentali per depredare la gente comune italica dei propri beni, da vendere a saldo a francesi e tedeschi.

Per questo vedrete Berlusconi come sponsor ultimo del centrodestra per la sopravvivenza di Conte: col cavolo che vuole prendersi lui la responsabilità di dire agli italiani che devono pagare il conto, affinché lui e quelli come lui (le elites globaliste) possano non pagarlo, il conto…..

Ed anzi, approfittando della svendita italica globale ed assoluta del III. millennio.

Auguri a tutti

MD

*****

Le immagini, i tweet e i filmati pubblicati nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio e quindi immediatamente utilizzabili. In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.

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